“L’identità meridionale è una condanna”

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“L’identità meridionale è una condanna”

Nei dialoghi di Luisa Cavaliere con Emma Dante, regista, palermitana, autrice, attrice di talento e con Rossella Pastorino giovane scrittrice calabrese di romanzi e racconti, si incrociano tre donne del Sud, che con determinazione si oppongono a quel male assoluto che sono le mafie con il loro fare cultura, e facendo questo, “mettono in circolo nel corpo malato del territorio ciò che può contrastare l’infezione”.

Il Comune di Vallo della Lucania e l’Associazione ASPASIA organizzano per l’8 marzo una interpretazione dei dialoghi, grazie al contributo della Associazione Culturale Officina Teatrale/laboratorio teatrale permanente, con la presenza dell’autrice che rifletterà sulle atmosfere e i contesti nei quali questi dialoghi si sono svolti, le aspettative e i risultati degli stessi.

“Anticorpi” dice Luisa Cavaliere, “nel doppio senso di ciò che si oppone e resiste alla malattia e, insieme, di corpi usati nella loro singolare, irripetibile vicinanza alle parole, nel loro essere causa prima di pensiero e del suo, a volte, inspiegabile, procedere”.

Tre donne d’insolita straordinarietà che mettendo insieme un tavolo con tre sedie riescono a fondere, identità e differenze, parole e pensieri sulla loro terra, sul senso di dignità, sulle loro scritture, sui sentimenti e la ragione che vorrebbe guidarli, su ricchezza povertà, vecchiaia e giovinezza, sul partire dal Sud e sul restarci.

“Ma l’identità meridionale è una condanna. Se nasci lì e difficile non dover scendere a compromessi ed è difficilissimo sottrarsi alla regola del silenzio. Sei colluso anche solo perché non denunci. Ma denunciare significa martorizzarsi. Ti si chiede di fare l’eroe. Perché a Milano si può semplicemente essere un uomo o una donna e a Napoli o a Locri devi essere un eroe?”, afferma Rossella Pastorino nel suo dialogo con Luisa Cavaliere che chiosa “Come se a noi meridionali fosse negata la poesia, la gioia di guardare, la bellezza”. Ma la speranza e la gioia che traspare dal libro di Luisa Cavaliere è nella contestualizzazione di tre vite specchiate l’una nell’altra nel segno della bellezza, capaci di svelarci gli “Anticorpi”, contro le abiezioni del nostro presente.

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