30 Dicembre 2025

Fico detta la linea alla Regione: presentato il programma di governo in Consiglio

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Fico detta la linea alla Regione: presentato il programma di governo in Consiglio

Si è tenuta ieri la seduta di insediamento del nuovo Consiglio regionale della Campania, così come determinatosi dalle recenti elezioni dello scorso 23 e 24 novembre. Nel corso della giornata consiliare il presidente Fico ha illustrato il programma di governo per la nuova legislatura.

Esposizione del programma da parte del presidente:

Signor Presidente del Consiglio Regionale, care colleghe e cari colleghi consiglieri,
Mi rivolgo oggi a tutti voi con un’emozione sincera. Dinanzi ai rappresentanti degli elettori
campani, riuniti nella prima seduta del Consiglio regionale della XII Legislatura, nel luogo
dove si esplica il senso più profondo del nostro vivere democratico, sento di assumere la
pienezza delle funzioni e delle responsabilità politiche di Presidente della Giunta regionale
della Campania.
A tutti noi, auguri di buon lavoro.
Oggi inizia un impegno che porteremo avanti nell’interesse esclusivo della nostra comunità.
Rivolgo un doveroso saluto al nuovo Presidente del Consiglio Regionale. Avendo avuto
l’onore di ricoprire la carica di Presidente della Camera dei deputati, conosco la
responsabilità che grava su chi svolge questo delicato ruolo, sia per assicurare l’efficace
funzionamento dell’Assemblea sia per garantire il confronto tra tutte le forze politiche.
Nel percorso politico che ho intrapreso, costante è stato l’ascolto sin dall’inizio delle persone,
delle realtà sociali, delle imprese, dei lavoratori. Un ascolto che è stato un filo conduttore
della mia campagna elettorale e che non si interromperà. Sono questa presenza e questo
dialogo ad aver ispirato un autentico sentimento di cura verso i luoghi, le persone, i bisogni
della mia regione.
E ho sentito netta la necessità di mettere a frutto l’esperienza istituzionale maturata per
tradurre le istanze così raccolte in una proposta politica convincente a livello regionale.
Una proposta politica che si è concretizzata mediante una coalizione allargata rispetto alla
scorsa legislatura, alla quale oggi spetta il compito di saper governare efficacemente tra
continuità e rinnovamento, con una formula politica progressista a cui si potrà guardare con
interesse anche a livello nazionale in vista delle elezioni nazionali del 2027.
Questo compito ci riempie di orgoglio e ci motiva a livello personale, e ci responsabilizza
come maggioranza di governo, e confido che saremo in grado di rispettare scrupolosamente
gli impegni assunti con gli elettori, evitando visioni strumentali del mandato elettorale
regionale.
Parimenti, intendo adoperarmi per un rapporto costruttivo con la minoranza di centrodestra
nella dialettica consiliare. Nella mia precedente carica ho avuto modo di sperimentare
direttamente i benefici di un rapporto corretto e di reciproco riconoscimento tra maggioranza
e minoranza. Il rispetto per i rappresentanti dell’opposizione, anche nel confronto schietto e
a volte aspro, è doveroso, perché dietro ogni eletto ci sono gli elettori che lo hanno votato
ed io intendo governare rispettando tutti i cittadini campani, nessuno escluso.
Colgo pertanto l’occasione per salutare e ringraziare il mio principale sfidante alle elezioni
regionali, Edmondo Cirielli, rinnovando l’auspicio di poter collaborare positivamente in tutte
le occasioni che si presenteranno nell’interesse dei campani, al netto delle evidenti
differenze partitiche e delle naturali distanze politiche.

Governo come responsabilità
L’avvio di una nuova legislatura rappresenta un momento cruciale del patto tra cittadini ed
eletti. Abbiamo riscosso la fiducia degli elettori che hanno voluto così affidarci il compito di
governo della Regione Campania, perché sia gestita nell’interesse e al servizio dei cittadini
campani.
Vogliamo improntare la nuova Amministrazione ad un principio molto semplice, ma proprio
perché semplice viene spesso dimenticato da chi assume un ruolo di potere. Noi siamo e
dobbiamo sentirci costantemente, dal primo all’ultimo giorno del nostro mandato, al servizio
dei cittadini e dell’interesse pubblico.
Intendo la funzione di governo non come potere, bensì come responsabilità. Il potere, o per
meglio dire la sovranità, come ci ricorda il primo articolo della nostra Costituzione,
appartiene al popolo, che deve chiedere ciò che gli spetta.
Dobbiamo sentirci quotidianamente responsabili di fronte ai cittadini. Per questo metteremo
sempre al centro le esigenze e le necessità delle persone.
Riconoscimento al lavoro delle amministrazioni precedenti
Prima di illustrare le linee programmatiche della nuova amministrazione, sento parimenti il
dovere istituzionale di rivolgere un saluto al presidente Vincenzo De Luca, che ci ha
preceduto nel Governo regionale.
Nei due mandati appena conclusi la Regione si è trovata ad affrontare sfide notevoli come
la gestione dell’emergenza pandemica. Al netto della critica politica, sempre legittima, ci
sono dati come il risanamento finanziario della Regione e il percorso verso l’uscita dal
commissariamento sanitario, che costituiscono oggi dei punti importanti su cui costruire il
domani.
Governare significa anche questo: saper riconoscere il buono che è stato fatto, pur nella
consapevolezza che molto resta ancora da fare, senza ipocrisie.
Un nuovo metodo di governo: il valore del dialogo e la centralità del Consiglio
Desidero essere chiaro sin da principio su un punto fondamentale che caratterizzerà questa
legislatura dal punto di vista del metodo.
Affermo sin d’ora l’assoluta centralità del Consiglio regionale come luogo del dibattito
pubblico, sia attraverso la funzione conoscitiva – a cui non ci sottrarremo in sede di sindacato
ispettivo – sia, soprattutto, attraverso la funzione legislativa. La democrazia, del resto, è
definita il “potere visibile”, dove l’aggettivo è per me più importante del sostantivo: la
trasparenza delle decisioni si realizza appunto nella massima sede pubblica di formazione
delle regole e di definizione degli indirizzi per la loro attuazione.
Auspico che il Consiglio possa essere, con le sue forme e procedure, il luogo di confronto
permanente e aperto sulle grandi questioni regionali, dando spazio anche alle proposte
dell’opposizione. Allo stesso modo mi auguro che il Consiglio saprà prendere in
considerazione le proposte di legge di iniziativa popolare che eventualmente giungeranno
e valorizzare gli istituti di democrazia diretta, espressione di una società viva, che si nutre
di partecipazione.
C’è un dato su cui dobbiamo riflettere all’indomani delle elezioni regionali e non solo: il tasso
di astensionismo è in crescita. In Campania si è passati dal 55% al 44% dei partecipanti al
voto. È un fenomeno preoccupante per tutti, e impone di recuperare il filo del dialogo tra
cittadinanza e politica.
L’etica pubblica è anche estetica civile. Onestà e sobrietà, competenza e merito devono
essere i punti cardinali dell’agire amministrativo.
La dialettica politica è fisiologica e necessaria, ma sulle questioni strategiche per il futuro
della nostra regione dobbiamo saper trovare le convergenze più ampie possibili. Il mandato
che abbiamo ricevuto è chiaro: governare bene la Campania. E governare bene significa
ascoltare, confrontarsi, costruire. Significa riconoscere che l’interesse della Campania viene
prima di ogni appartenenza partitica.
Durante il prossimo quinquennio, disuguaglianze e povertà, sanità e welfare, legalità,
sicurezza e prevenzione alla criminalità, saranno perciò al centro del nostro impegno di
governo.
Sarà necessario ragionare in termini di efficienza in materia di economia e lavoro, potenziare
le nostre infrastrutture, valorizzare l’agricoltura, tutelare il nostro impareggiabile patrimonio
ambientale, mettere al centro l’istruzione e la ricerca, liberare le migliori energie della nostra
comunità. In sintesi, occorre essere consapevoli del ruolo cruciale della nostra Regione a
livello nazionale e la sua naturale vocazione internazionale e di crocevia di culture e
innovazione.
Veniamo alle singole tematiche.
L’acqua: una risorsa strategica per la Campania
Tra i dossier più delicati che questa amministrazione eredita, quello della gestione della
risorsa idrica assume una centralità indiscutibile.
Il sistema della Grande Adduzione Primaria di Interesse Regionale rappresenta la spina
dorsale del nostro approvvigionamento idrico. Stiamo parlando dell’Acquedotto della
Campania Occidentale, dell’Acquedotto Campano, del nodo idraulico di Cancello:
infrastrutture strategiche che alimentano milioni di cittadini nelle province di Napoli, Caserta,
e parti significative delle province di Benevento e Salerno.
A questo sistema si aggiunge il progetto dell’invaso di Campolattaro, inserito tra le grandi
opere del PNRR. È un investimento strategico per il futuro della nostra regione.
Sulle modalità di gestione del sistema della Grande Adduzione, come noto, sono emerse
criticità di natura giuridica che hanno determinato la sospensione delle procedure in corso
da parte dei tribunali amministrativi. Sono questioni serie che la nuova Amministrazione ha
il dovere di esaminare con equilibrio, anche rivedendo decisioni precedenti se le circostanze
lo richiederanno. L’acqua è un bene pubblico essenziale, quello che dà la vita, e la sua
gestione deve rispondere a criteri di efficienza, economicità e, soprattutto, tutela
dell’interesse collettivo. Con questo spirito affronteremo il delicato dossier, nel rispetto delle
decisioni della magistratura e nell’interesse esclusivo dei cittadini campani.
L’agricoltura: pilastro dello sviluppo regionale
L’agricoltura sarà uno dei pilastri dell’azione di questo governo regionale. Non parlo solo di
un settore economico, per quanto fondamentale: parlo di identità territoriale, di sostenibilità,
di occupazione.

Nel corso della campagna elettorale ho avuto modo di incontrare le organizzazioni di
rappresentanza. Le loro istanze sono chiare e condivisibili: riconoscimento del ruolo
strategico dell’agricoltura, rafforzamento della governance attraverso il Tavolo Verde
regionale, semplificazione amministrativa, sostegno all’innovazione, la valorizzazione dei
nostri prodotti. Dobbiamo mettere le nostre imprese agricole nelle condizioni di competere
sui mercati internazionali, combinando la nostra straordinaria tradizione con le tecnologie
più avanzate.
Ma la sfida dell’agricoltura campana è anche una sfida di legalità, con una lotta senza
quartiere al caporalato. È una battaglia che non può limitarsi al settore agricolo: il lavoro irregolare e lo sfruttamento sono piaghe che affliggono anche il comparto turistico-
alberghiero e l’edilizia. Solo aziende sane e lavoro regolare possono creare valore duraturo.

La sanità: il diritto che viene prima di tutti
Cari colleghi, è inutile nascondersi dietro le parole: la sanità campana presenta criticità
significative. I dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali ci consegnano un
quadro che non possiamo ignorare.
Le priorità sono chiare: ridurre drasticamente le liste d’attesa, potenziare la medicina
territoriale con l’attivazione delle Case di Comunità, investire nella prevenzione, valorizzare
il personale sanitario, professionalità di primissimo livello nonché i nostri centri di eccellenza.
Dobbiamo avere il coraggio di un cambio di paradigma: favorire le cure domiciliari rispetto
a quelle ospedaliere. Non è solo efficienza, ma umanità delle cure: il paziente assistito nel
proprio ambiente guarisce meglio, vive meglio.
La sanità territoriale e la telemedicina
Il PNRR ci offre un’opportunità storica: 169 Case della Comunità, 45 Ospedali di Comunità
e 59 Centrali Operative Territoriali. Le Case della Comunità riuniranno sotto lo stesso tetto
medico di famiglia, specialisti, infermieri e servizi diagnostici: un unico punto di accesso
dove il cittadino viene preso in carico in modo integrato. Gli Ospedali di Comunità saranno
il ponte tra ospedale e domicilio per chi necessita di cure a bassa intensità. Queste strutture
alleggeriranno la pressione sui pronto soccorso: il nostro obiettivo è ridurre in modo
consistente gli accessi impropri.
La telemedicina è l’altra leva strategica. La Campania ha già raggiunto risultati significativi,
dobbiamo continuare, così come va rafforzata la sanità di prossimità.
Disabilità, salute mentale e famiglie
Per la disabilità costruiremo percorsi di presa in carico che accompagnino la persona
dall’infanzia all’età adulta. La mia prima conferenza da presidente eletto è stata incentrata
sul Centro per l’autismo di Avellino dove abbiamo finalmente sbloccato i fondi per
completare la sede. Per la salute mentale – troppo spesso cenerentola del sistema –
potenzieremo i Dipartimenti e i servizi territoriali, con particolare attenzione alle fragilità
emerse tra i giovani dopo la pandemia. Le famiglie che convivono con il disagio mentale
non saranno lasciate sole: assistenza domiciliare, centri diurni, percorsi di sollievo devono
essere effettivamente accessibili.
L’uscita dal piano di rientro
Ho incontrato pochi giorni fa il Ministro Schillaci: il confronto è stato cordiale e costruttivo,
orientato alla collaborazione istituzionale. La recente sentenza del TAR ha riconosciuto che
la Campania ha realizzato i presupposti per l’uscita dal piano di rientro: equilibrio di bilancio
dal 2013 e soglia minima raggiunta per ciascun macro-livello LEA. L’uscita non è questione contabile: significa poter programmare investimenti, assumere personale, ammodernare
strutture e tecnologie. Ringrazio sentitamente tutti coloro che ci hanno lavorato negli uffici
regionali. Agiremo a livello politico affinché questo percorso si completi nel più breve tempo
possibile.
La sanità territoriale è la risposta alle esigenze delle aree interne, dove la distanza dai grandi
centri non deve più significare distanza dalle cure. E proprio alle aree interne voglio ora
dedicare un passaggio per me centrale.

Le aree interne: il motore nascosto della Campania
Ho voluto che la mia prima uscita pubblica come candidato fosse a Cannalonga, paese del
Cilento che ha meno di mille abitanti ma che ha anche tradizioni millenarie, come molti altri
comuni delle nostre province più interne. E non è un caso che l’ultima tappa della campagna
elettorale sia stata a Sala Consilina. Non è stato un calcolo: è stata una dichiarazione
d’intenti. E oggi quella dichiarazione diventa impegno di governo, e confermo integralmente
quello che ho già annunciato: tutte le aree interne in Campania sono importantissime e
lavoreremo a tutto tondo insieme ai sindaci per fare una programmazione adeguata,
innovativa, per rispondere alle esigenze dei territori e combattere lo spopolamento.
Accade spesso, in politica, che le aree a bassa densità abitativa vengano trascurate, che –
portando meno voti – pesino meno nelle agende istituzionali di quanto meriterebbero. È una
logica miope, che sacrifica il lungo periodo sull’altare del consenso immediato. Noi vogliamo
invertire questa tendenza. Le aree interne custodiscono eccellenze, tradizioni, paesaggi
unici al mondo. Sono il motore silenzioso della nostra regione, grazie all’infaticabile impegno
di artigiani, imprenditori, agricoltori, realtà sociali che ogni giorno resistono e costruiscono.
Possiamo scrivere una nuova pagina investendo con intelligenza le risorse e progettando il
futuro che queste comunità meritano di ricevere. Ma le aree interne non possono svilupparsi
se restano isolate.

Il potenziamento dei trasporti: connettere la Campania
Non può esserci sviluppo delle aree interne senza una rete di trasporti efficiente.
Il Piano Industriale di Ferrovie dello Stato prevede oltre 23 miliardi di euro di investimenti in
Campania, con progetti strategici come la linea Alta Velocità Napoli-Bari che ridurrà
significativamente i tempi di percorrenza e migliorerà l’accessibilità delle aree interne.
Dobbiamo vigilare affinché questi investimenti si traducano in servizi reali per i cittadini.
Ma c’è un dossier che merita un’attenzione particolare e che non posso non affrontare in
questa sede: la Circumvesuviana.
Le linee vesuviane servono 47 comuni con circa due milioni e mezzo di abitanti, in una delle
aree a più alta densità abitativa d’Europa. Sono infrastrutture strategiche non solo per i
pendolari, ma anche per il turismo. Eppure, per troppi anni, questa rete è stata sinonimo di
disservizi, ritardi, sovraffollamento, treni obsoleti.
La Regione Campania ha avviato un piano di investimenti da un miliardo di euro. Devo però
essere onesto con voi e con i cittadini: le consegne dei nuovi treni hanno accumulato ritardi
inaccettabili. Questa amministrazione vigilerà affinché il programma di rinnovo si completi
nei tempi previsti. La Circumvesuviana deve essere un servizio degno di questo nome,
efficiente, puntuale, pulito. È una questione di rispetto per milioni di cittadini che ogni giorno
affidano a questa rete i propri spostamenti. E se parliamo di connessioni, non possiamo dimenticare che la Campania è una regione di
mare, una risorsa straordinaria che dobbiamo valorizzare.

Le vie del mare e la tutela del litorale: l’economia blu
Il mare – che bagna per circa 500 chilometri le coste della nostra regione – rappresenta una
sfida cruciale, sia in termine di piena tutela sia quale straordinario volano di sviluppo.
Occorre in sostanza promuovere, in modo sostenibile, tutte le attività economiche collegate,
dalla pesca alla ristorazione, dal trasporto di merci e passeggeri alla cantieristica, dal
turismo all’energia marina rinnovabile, ovvero l’ “economia blu”.
In particolare, le vie del mare sono indispensabili per la movimentazione di persone e merci.
I collegamenti marittimi non sono solo un servizio turistico: sono infrastrutture essenziali per
decongestionare le arterie stradali.
In questo contesto, il recupero della balneabilità assume un valore strategico che va ben
oltre la dimensione ambientale. Il progetto “Energie per il Sarno” sta procedendo con risultati
incoraggianti.
L’obiettivo è rendere balneabile tutta la costa, dal Litorale Domizio fino al Cilento. Non è un
sogno: è un impegno che porteremo a compimento, perché un mare pulito significa turismo
di qualità, economia sana, salute per i cittadini.

L’emergenza Campi Flegrei e la lotta al dissesto idrogeologico
La Campania è una regione delicata e perciò fragile dal punto di vista sismico e
idrogeologico. In particolare, l’area dei Campi Flegrei rappresenta oggi un’emergenza
nazionale che richiede la massima attenzione: il fenomeno del bradisismo impone un
coordinamento costante con la Protezione Civile nazionale e un piano di interventi strutturali
per la messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture, nonché per l’aggiornamento dei
piani di evacuazione. La Regione sarà in prima linea con i suoi uffici di Protezione civile,
insieme ai Comuni interessati e al Governo centrale, per garantire la sicurezza dei cittadini
flegrei.
Sanità, trasporti, sicurezza del territorio: sono tutti tasselli di un mosaico più ampio, quello
di una regione che non lascia indietro nessuno. È il principio che deve guidare tutte le nostre
politiche sociali.

Il sociale: nessuno rimanga indietro
“Nessuno rimanga indietro” è l’impegno che assumo oggi davanti a questo Consiglio e
davanti ai cittadini campani. Una società giusta si misura dalla capacità di proteggere i più
fragili, di garantire opportunità a chi parte svantaggiato, di costruire reti di solidarietà a
protezione di tutti.
L’integrazione tra sanità e welfare deve diventare realtà operativa, non solo dichiarazione di
principio. I percorsi di presa in carico devono essere unitari, le informazioni devono circolare
tra i servizi, le persone non devono essere costrette a raccontare più volte la propria storia
a sportelli diversi.
Particolare attenzione dedicheremo alle famiglie con minori, agli anziani non autosufficienti,
alle persone con disabilità, a chi vive situazioni di povertà o esclusione sociale. Ogni euro
speso in prevenzione del disagio è un risparmio futuro in costi sociali e sanitari. Ma soprattutto, è tutela della dignità umana. Dalle politiche sociali dipende la coesione delle
nostre comunità e da questa coesione si può edificare un nuovo ecosistema
socioeconomico.

Economia come ecosistema: housing e sviluppo socioeconomico
Siamo in Campania, una regione che non ha bisogno di “inventarsi” una vocazione: la
possiede già. È un territorio con università e centri di ricerca di livello, distretti produttivi,
agroalimentare, cultura, turismo, mare e infrastrutture che possono diventare un vantaggio
competitivo reale. Ma soprattutto è un territorio di persone. E se oggi c’è una sfida che le
tiene insieme tutte, è questa: trasformare l’economia da somma di progetti isolati a
ecosistema, capace di rigenerarsi senza consumare ciò che lo rende vivo.
L’economia va intesa non come insieme di indicatori numerici ma come sistema circolare di
competenze, infrastrutture e qualità della vita, nel quale il valore non nasce solo
dall’impresa, né solo dall’intervento pubblico, ma dalla cooperazione virtuosa tra istituzioni
pubbliche, università, enti di ricerca, reti di imprese e finanza orientata al lungo periodo. Tutti
soggetti che in Campania sono già presenti. Ciò che è spesso mancato non è la materia
prima, ma la regia.
In un ecosistema, la regia non coincide con il controllo. Coincide con la capacità di abilitare:
creare regole chiare, incentivi coerenti, strumenti stabili che rendano conveniente restare,
tornare, investire.
Tra le risorse più sottoutilizzate vi è una leva decisiva: il patrimonio immobiliare pubblico,
che può diventare il perno di tre direttrici strategiche.
La prima riguarda l’inclusione sociale e il social housing. Rigenerare immobili pubblici – o
aree pubbliche – significa intervenire contemporaneamente su due piani: rispondere al
bisogno abitativo e dare nuova vita a porzioni di città. È una politica economica a tutti gli
effetti, perché migliora l’accesso al lavoro, rafforza la stabilità dei nuclei familiari, sostiene i
consumi locali e contribuisce alla sicurezza urbana.
La seconda direttrice riguarda l’assistenza sanitaria domiciliare e il senior housing integrato.
La Campania dispone di policlinici e ospedali che possono diventare il fulcro di un nuovo
modello, basato su soluzioni abitative integrate con servizi sanitari territoriali, telemedicina
e assistenza domiciliare.
La terza direttrice riguarda la crescita dei nuclei familiari e il sostegno ai lavoratori attraverso
la realizzazione di social apartment a canone calmierato, messi a disposizione da imprese
e amministrazioni pubbliche per i propri dipendenti.
Questa impostazione non è utopica. In diversi contesti europei ed extraeuropei l’housing è
da tempo considerato una infrastruttura economica, non solo sociale, ed è utilizzato come
strumento di stabilità, competitività e coesione.
Un’esperienza italiana conferma questa impostazione: quella di Adriano Olivetti. A Ivrea
come a Pozzuoli l’impresa non era solo luogo di produzione, ma anche spazio di servizi,
cultura, welfare aziendale, urbanistica e qualità del lavoro. Ancor prima, nel fatidico 1789,
Ferdinando di Borbone aveva fondato la colonia dei lavoratori della seta a San Leucio con
leggi socialmente avanzatissime.
In questo scenario, anche alla luce delle iniziative in corso di elaborazione a livello di Unione
europea, il ruolo della Regione può essere quello di piattaforma di cooperazione, definendo
norme e incentivi e offrendo stabilità regolatoria che rendano conveniente la mobilitazione del patrimonio pubblico attraverso concessioni, diritti di superficie e partenariati, con
standard chiari e tempi certi, promuovendo accordi quadro tra Istituzioni e reti di imprese,
basati su obiettivi misurabili, e favorendo l’attrazione di capitali privati.
Ambiente e territorio: la sfida della sostenibilità
La Campania è una terra di straordinaria bellezza, ma è anche una terra ferita. La questione
ambientale non è più rinviabile: dalla Terra dei Fuochi, al rischio idrogeologico alla tutela del
nostro patrimonio costiero, ogni giorno ci vengono ricordate le urgenze che dobbiamo
affrontare.
Il Piano di Tutela delle Acque, il contrasto al dissesto idrogeologico, la gestione sostenibile
dei rifiuti: sono sfide che richiedono investimenti significativi, pianificazione di lungo periodo,
coordinamento tra tutti i livelli istituzionali.
L’edilizia deve tornare ad essere uno strumento di sviluppo ordinato del territorio, non di
speculazione. La rigenerazione urbana, il recupero del patrimonio edilizio esistente,
l’efficientamento energetico degli edifici pubblici: queste sono le direttrici su cui lavoreremo.

La razionalizzazione delle partecipate: efficienza e trasparenza
L’efficienza deve essere il concetto chiave anche per affrontare un altro capitolo importante:
quello delle società partecipate dalla Regione. Il processo di razionalizzazione avviato nelle
passate legislature ha prodotto risultati significativi, ma non possiamo considerarlo
concluso.
Il principio guida è semplice: ogni società partecipata deve avere una missione chiara, deve
essere efficiente e produrre valore per i cittadini.
Procederemo nel completamento delle procedure di liquidazione in corso e nella verifica
della sostenibilità di ogni partecipazione. Continuerà l’azione di razionalizzazione del
portafoglio societario e si avvierà una verifica dell’efficienza dell’azione svolta dalle società
partecipate. Non è un esercizio ragionieristico: è una questione di rispetto per i contribuenti
campani, che hanno diritto a sapere come vengono utilizzate le risorse pubbliche.
I segnali di crescita: costruire sul nostro patrimonio
Ho parlato fin qui di criticità e di problemi da affrontare. Ma sarebbe ingeneroso verso la
nostra terra non riconoscere i segnali di speranza che pure esistono.
I dati ci dicono che la Campania sta crescendo. Il nostro PIL negli ultimi anni ha registrato
tassi di crescita superiori alla media nazionale. Nel triennio 2022-2024 la crescita cumulata
della nostra regione è stata quasi doppia rispetto a quella del Centro-Nord. L’occupazione
è in ripresa. Non sono numeri astratti: sono imprese che assumono, famiglie che ritrovano
fiducia, giovani che possono scegliere tra il diritto di muoversi e la voglia di restare, come ci
ha ricordato l’ultimo rapporto della SVIMEZ.
Questa crescita poggia su un patrimonio straordinario che poche regioni al mondo possono
vantare. I nostri tesori attraggono milioni di visitatori da ogni continente, alimentano filiere
economiche di qualità, e costituiscono la nostra più autentica carta d’identità nel mondo.
È su questo patrimonio culturale che dobbiamo investire, perché è la leva per imprimere allo
sviluppo quella connotazione di sostenibilità e di elevata qualificazione che può garantire
prosperità duratura. Non vogliamo una crescita qualunque: vogliamo una crescita che sia
all’altezza della nostra storia e della nostra identità.

Il turismo: un’economia della bellezza
La Campania è la terza regione italiana per presenze turistiche. Napoli è stabilmente tra le
città più visitate d’Europa. Sorrento, la Costiera Amalfitana, le isole del Golfo attirano
viaggiatori da ogni angolo del mondo. Il nostro patrimonio archeologico, da Pompei a
Paestum, è semplicemente unico.
Ma il turismo campano non può essere solo turismo di massa concentrato in pochi luoghi
iconici. Dobbiamo lavorare per un turismo diffuso e destagionalizzato, che porti visitatori
anche nelle aree interne, nei borghi, lungo i cammini storici.
La Campania deve diventare una destinazione turistica integrata, dove il visitatore possa
vivere esperienze diverse e complementari. Per farlo, dobbiamo investire in infrastrutture di
accoglienza, in formazione degli operatori, in promozione coordinata. E dobbiamo
pretendere qualità: dell’offerta, dei servizi, dell’ambiente urbano.
Nel 2027 avremo un’occasione irripetibile: per la prima volta nella storia, l’America’s Cup –
la più antica e prestigiosa competizione velica al mondo – si disputerà in Italia, e si disputerà
nel Golfo di Napoli. È un evento che porterà nella nostra regione oltre un milione e mezzo
di visitatori, quasi un miliardo di telespettatori in tutto il mondo, un impatto economico stimato
in oltre un miliardo di euro. Ma soprattutto, è il catalizzatore che sta finalmente accelerando
la rigenerazione di Bagnoli: un’area che per trent’anni è rimasta simbolo di degrado e
promesse mancate, e che ora deve voltare pagina.
La Regione farà in tutto la sua parte insieme al Comune affinché questo appuntamento sia
un successo per tutto il territorio e più in generale cogliendo tutte le occasioni di sviluppo
che si presenteranno.

La lotta alla criminalità
Ma non c’è crescita vera senza legalità. La cultura della legalità deve innervare l’intera
organizzazione delle filiere produttive, perché lo sviluppo autentico e duraturo passa
attraverso una rifondazione etica che metta al centro il rispetto delle regole. Dobbiamo
isolare le frange di criminalità organizzata che purtroppo sono ancora presenti nel nostro
territorio e che minano la fiducia nelle istituzioni e nell’economia sana. Non ci sarà tolleranza,
non ci saranno zone grigie. Chi vuole fare impresa in Campania deve sapere che troverà
un’amministrazione amica della legalità e nemica di ogni forma di illecito.
Il convinto sostegno alla lotta contro la criminalità organizzata sarà rinnovato in ogni sede,
a cominciare dalla destinazione a fini sociali dei beni sequestrati e confiscati. Non faremo
mai mancare la nostra vicinanza alla magistratura e alle forze di polizia impegnate
quotidianamente nelle attività di prevenzione e contrasto, così come quella alle vittime di
ogni forma di violenza, in particolare nei confronti degli amministratori pubblici locali, troppo
spesso nel mirino di criminali e balordi. E in questa sede voglio ricordare l’esempio e la
passione civile del nostro sindaco pescatore, Angelo Vassallo.
Questa amministrazione porrà inoltre particolare attenzione alla sicurezza urbana
quotidiana. I cittadini campani hanno diritto a vivere in città sicure, a camminare per le strade
senza timore. Lavoreremo con i Comuni per riqualificare le aree degradate che diventano
terreno fertile per la microcriminalità, per sostenere progetti di presidio territoriale che
coinvolgano le associazioni e il volontariato. Una comunità che si sente protetta è una
comunità che partecipa, che investe, che cresce. Dobbiamo consolidare questa tendenza positiva e trasformarla in sviluppo strutturale. È
questa la sfida che abbiamo davanti: dimostrare che la Campania può essere protagonista
di un modello di sviluppo nuovo, fondato sulla cultura, sulla bellezza, sulla qualità e sulla
legalità. In questo modello è chiaro che la scuola rivesta un ruolo fondamentale.

Scuola e informazione: le radici della cittadinanza
La scuola e i mezzi di informazione condividono una responsabilità fondamentale: formare
cittadini consapevoli. Insieme alla famiglia, costruiscono il senso civico e critico delle nuove
generazioni.
La Regione rafforzerà la collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per contrastare la
dispersione scolastica – che in Campania raggiunge livelli troppo alti – e per promuovere
l’educazione civica, digitale e ambientale.
Nelle scuole porteremo anche programmi di educazione al rispetto e alla parità di genere:
la cultura è l’unico vero antidoto alla violenza, che si combatte prima di tutto formando le
nuove generazioni al riconoscimento della dignità di ogni persona. Investiremo nell’edilizia
scolastica, perché si impara meglio in ambienti sicuri e dignitosi. Ma le pari opportunità non
si esauriscono nelle aule: questa amministrazione lavorerà per abbattere il divario di genere
nel mercato del lavoro, per sostenere l’imprenditoria femminile, per potenziare la rete dei
centri antiviolenza e garantire alle donne vittime di abusi percorsi concreti di autonomia e
reinserimento. Una Campania più giusta è una Campania dove il talento e il merito contano
più del genere.
Al contempo, sosterremo un’informazione locale plurale e di qualità: gli organi di stampa del
territorio sono presidi di democrazia.
Scuola e informazione libera sono i pilastri su cui si regge una comunità che pensa con la
propria testa. Ognuno deve naturalmente fare il proprio mestiere, ma deve farlo liberamente
e senza condizionamenti.
Per dare un segnale di distensione da subito, annuncio il ritiro della querela presentata dalla
regione nei confronti della trasmissione giornalistica Report sui dati della sanità campana.
La verità è rivoluzionaria, e non ne abbiamo paura. Ma va rispettata da tutti, convintamente.
La trasparenza del confronto è la base, ognuno potrà poi trarre il suo libero convincimento.

La gestione dei fondi europei e nazionali per la coesione e lo sviluppo
Le risorse per attuare le politiche pubbliche che ho sinora indicato sono e saranno in larga
misura erogate dall’Unione europea e dal bilancio statale, nell’ambito della programmazione
dei fondi strutturali e di investimento nonché del PNRR, per la parte residua.
Sarà pertanto centrale e prioritaria, nella nostra azione politica e amministrativa, assicurare,
per un verso, una gestione ancor più tempestiva ed efficace dei fondi della programmazione
2021-2027.
Per altro verso, sarà necessario partecipare, in stretto e diretto raccordo con la
Commissione europea e con il Governo, a tutti i passaggi – molto delicati e complessi – che
porteranno alla definizione degli strumenti di programmazione dei Fondi europei per il 2028-
2034 e alla loro attuazione, secondo regole e procedure fortemente innovative. In questo scenario, la Campania può e deve diventare un laboratorio di rilievo europeo, per
la qualità e l’effettività della gestione e per l’impatto dei Fondi sull’economia e sulla società
del nostro territorio.

Le reti istituzionali: Campania, Italia, Europa
Per raggiungere qualsivoglia risultato, per unire, per cercare soluzioni adeguate, per sanare
le fratture e ricucire gli strappi occorrerà una forte collaborazione istituzionale, a ogni livello.
È mia intenzione avviare anzitutto una campagna di ascolto che coinvolga tutta la
rappresentanza politica della Regione. Chiamerò i sindaci dei cinque capoluoghi, i deputati
e i senatori eletti nei collegi della Campania in tutti gli schieramenti, per una “Squadra per la
Campania”, così come ho visto in altre occasioni operare in modo corale, a livello
amministrativo o di ordine pubblico, con il coordinamento delle Prefetture, che pure
ringrazio.
Il ruolo del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, anche nella sua qualità di presidente
dell’ANCI rappresenta un’ulteriore opportunità di cooperazione locale e coordinamento
nazionale, della quale desidero ringraziarlo sin d’ora.
Intendo inoltre promuovere momenti di ascolto e confronto con i sindaci dei 550 comuni
della Campania, suddivisi secondo le singole province, per raccogliere le esigenze dei
territori, per riunire periodicamente una sorta di Stati Generali della Regione.
Allo stesso modo intendo potenziare la rappresentanza e rafforzare la presenza della
Regione Campania in tutte le sedi istituzionali nazionali, a cominciare dalla Conferenza
Stato-Regioni, e in quelle europee, soprattutto in vista della delicata fase in cui occorrerà
confrontarsi con la Commissione Europea in relazione alla definizione della nuova disciplina
europea dei fondi strutturali e di investimento, che – come già accennato – si presenta
alquanto complicata per le regioni italiane.
L’Europeismo è nelle nostre corde, non è solo una scelta ma soprattutto un destino che
abbiamo contribuito a costruire dalle fondamenta: più di ottanta anni fa, il Manifesto di
Ventotene è nato dal pensiero di un grande casertano come Ernesto Rossi, che insieme ad
Altiero Spinelli contribuì a far nascere il movimento federalista europeo.
Allo stesso modo, sono consapevole dell’importanza della proiezione europea e
internazionale della Regione in tutti gli ambiti di competenza.
In questo quadro come in altri ambiti cruciali, la collaborazione con il Governo centrale
rappresenta un dovere istituzionale assoluto. La Campania, seconda regione più popolosa
d’Italia, è troppo importante per essere trascurata in qualsivoglia delle funzioni statali sul
territorio. Si pensi ad esempio all’importanza del miglioramento in corso delle performance
dei tribunali napoletani ai fini del raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Senza la
Campania fallisce l’Italia: l’una aiuti l’altra.
La cooperazione con il Governo presieduto da Giorgia Meloni, che saluto cordialmente,
rappresenta un’opportunità di impegno costruttivo da entrambe le parti nell’interesse
comune.
E permettetemi di rivolgere un sentito ringraziamento al nostro Presidente della Repubblica.
Il Presidente Sergio Mattarella, garante della Costituzione, rappresenta l’unità nazionale ed
è una guida fondamentale per tutta la nostra comunità, oltre ad orientare il senso di
responsabilità di tutti coloro ai quali sono affidate funzioni pubbliche.

Conclusione: la Campania delle nuove generazioni
La più grande risorsa sono le persone, le donne e gli uomini del nostro popolo generoso. La
nostra regione ha una forte identità, riconosciuta in Italia e nel mondo. Oggi, il sistema può
reggersi solo se si aggiunge il sostegno di tutte le istituzioni territoriali nella gestione dei beni
pubblici e l’apporto delle imprese private.
Questi pilastri devono sostenere le persone.
L’ISTAT, nei giorni scorsi, ha certificato che la Campania è la regione più giovane d’Italia, e
al contempo quella in cui le aspettative di vita media deflettono di più rispetto alla media
nazionale. I giovani però spesso vanno via, dopo che le famiglie hanno sostenuto i costi
della loro formazione, e vanno ad arricchire altre realtà; gli anziani, spesso non hanno modo
di accedere ad assistenza e cure adeguate. È un territorio di contrasti, di luci e ombre.
La sfida è trattenere i giovani, offrendo migliori opportunità e diritti. Per questo lavoreremo
su più fronti: incentivi per le imprese, borse di studio, programmi di rientro dei talenti,
potenziamento dei dottorati industriali in collaborazione con le imprese del territorio. E voglio
annunciare qui, oggi, un’iniziativa che intendo proporre ai Rettori delle Università campane:
un programma di tirocini formativi presso gli Uffici di Gabinetto della Presidenza e negli
Assessorati.
Vogliamo che i giovani campani possano conoscere da vicino il funzionamento delle
Istituzioni regionali, acquisire competenze, portare il loro sguardo nuovo dentro
l’Amministrazione. È un segno di apertura e di fiducia nelle nuove generazioni.
Lo Statuto della Regione, tra i principi fondamentali dell’articolo 1, ci ricorda che la Regione
“mantiene e garantisce il legame con i campani emigrati nel mondo”. Questa emigrazione
non è solo quella antica di operai e braccianti, a cui rivolgo un pensiero grato perché sul loro
sudore e sulle loro rimesse è stato costruito il boom economico del Dopoguerra. Più
recentemente, l’emigrazione ha riguardato in special modo i lavoratori di alta qualificazione,
per il notorio fenomeno della “fuga dei cervelli”.
Il nostro dovere è quello di garantire il diritto a restare e a ritornare a tutti.
Ma anche il diritto a costruire una famiglia nella propria terra: una regione dove nascono
bambini è una regione che crede nel futuro. Ma c’è anche chi nutre il desiderio di restituire
qualcosa alla comunità da cui proviene e di cui, nel mondo globale, non ha mai smesso di
sentirsi parte, mantenendo il senso di appartenenza attraverso la cultura, il cibo, le tradizioni,
gli stili di vita. Ne favoriremo il riavvicinamento.
Personalmente sono onorato di poter servire questa terra che mi ha visto nascere e formare,
prima come cittadino impegnato nei meetup di Napoli, poi nelle Istituzioni della Repubblica.
Conosco le ferite e le difficoltà quotidiane ma anche le potenzialità straordinarie della
Campania, sempre più sotto gli occhi del mondo.
Per questo, rimbocchiamoci tutti le maniche, senza lamentarci, lavoriamo insieme per dare
speranze concrete alle persone.
Chiedo a questo Consiglio, nella sua interezza, di accompagnare questa Amministrazione
in un cammino che sarà impegnativo ma che, ne sono certo, potrà portare frutti importanti
per la nostra gente.
Io starò sempre qua, insieme a voi.
Viva la Campania, viva l’Italia, viva la Repubblica!

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