I “10 comandamenti” per un’attenta preparazione atletica nel calcio

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I “10 comandamenti” per un’attenta preparazione atletica nel calcio

Proprio questa atmosfera di indecisione ci ha spinto a stilare, non un programma pre-impostato da proporre a scatola chiusa a qualsivoglia atleta ma, piuttosto, una serie di regole (molte delle quali dettate dal buon senso) che provocatoriamente abbiamo voluto chiamare i “10 COMANDAMENTI”.
Perché comandamenti? Semplicemente perché quando si lavora con del “materiale umano” bisogna comunque avere delle basilari regole da cui partire per poi, col tempo e l’avanzare della preparazione, modificarle in relazione alle esigenze del gruppo o  a casi particolari presenti in esso.
Di  seguito esporremo l’elenco di queste, indicazioni pratiche, ognuna seguita, da una breve descrizione che possa chiarirne il nostro modo di intenderle:

1° Durante le vacanze estive molti giocatori (soprattutto nelle categorie minori) hanno la cattiva abitudine di non svolgere nessuna attività ludico-sportiva. Questo atteggiamento porta molti di loro a presentarsi al ritiro in condizioni fisico-atletiche pessime. Sarebbe auspicabile che ogni allenatore e/o preparatore fornisca gli atleti di un mini-programma di mantenimento che permetta di:

–    non far diminuire eccessivamente la condizione atletica acquisita durante l’anno;
–    evitare il sovrapeso;
–    arrivare “pronti” alla preparazione pre-campionato;   

2° Un’ottima abitudine da parte della società sarebbe quella di possedere una scheda conoscitiva aggiornata di anno in  anno (dall’allenatore e dal preparatore) sullo status di ogni singolo atleta. Questo vuol dire riassumere in poche righe il comportamento atletico, psicologico e sociale avuto durante l’anno da parte del giocatore in questione.   

3°  Accortezza fondamentale è quella, da parte dell’allenatore e dell’ eventuale staff (preparatore atletico, massofisioterapista, massaggiatore sportivo) di visionare il luogo dove verrà svolta la preparazione. Questo in modo da poter definire attentamente le attività da svolgere e le eventuali azione preventive riguardo la possibilità di possibili infortuni (buche nel terreno, attrezzatura obsoleta, ecc) .  Volendo descriverle si tratterà di:

–    valutare le condizioni del campo;
–    verificare o meno l’esistenza di  una pista di atletica;
–    verificare la presenza di colline/montagne per sfruttare “atleticamente” la presenza di salite a varie pendenze;
–    accertarsi dell’adeguata disponibilità del materiale per le varie attività atletiche (cinesini, ostacoli, paletti, miniporte, palloni, casacche, ecc);

4° Non basta che il giocatore sia preparato atleticamente e tecnicamente per ottenere duraturi risultati. Spesso ci si dimentica che il giocatore è una “persona” con sentimenti ed emozioni legati principalmente alla sua vita (studio, lavoro, ecc) e ai suoi rapporti sociali (famiglia, partner, amici, ecc).  Proprio in virtù di quanto detto l’allenatore, il preparatore, il terapista a volte devono spogliarsi del ruolo ricoperto in quel momento per vestire i panni dell’amico che sappia, se necessario, dare anche una parola di conforto o un giusto consiglio.

5° Cosa significa “non lavorare al buio” ? in alternativa possiamo intenderlo come il “non perseguire la via più facile”. Spesso la ricerca delle risposte in ambito sportivo e impegnativa e faticosa. Di questo ne siamo consapevoli.
Ricercare delle preparazioni pre-stampate, copiare allenamenti da altri allenatori, mettere in atto fedelmente quanto riportato sull’ultimo libro appena comprato  è l’errore più facile e allo stesso tempo più comune che viene fatto. Sarebbe culturalmente più corretto, dopo aver visionato una preparazione o un allenamento, metterci del proprio, cambiare,  aggiungere o togliere qualcosa. Insomma farsi delle domande in modo da sentirsi obbligati a riflettere. Non accettate tutto a scatola chiusa così come vi è stato fornito.
Questa è l’unica strada che possa portare un amante dello sport  ad essere riconosciuto come un serio “professionista” e non ad essere additato come un superficiale “pressaposchista”.

6° E’ molto importate scegliere una batteria di test, tra i tanti scientificamente validati, che possano essere ripetuti  a scadenze prefissate e che abbiano queste caratteristiche:

–    attendibilità;
–    validità;
–    praticità;
–    utilità;

ricordiamone alcuni: Test Conconi-Sassi, Test di Probst, Test di Leger, Test Navetta, Test di Abalakov, Test di forza/lunghezza, ecc.  

7° Dopo aver ottenuto i risultati dai test svolti con attenzione e correttezza bisognerà impostare, attentamente, i parametri allenanti  per gruppi omogenei di atleti.
Ciclicamente occorrerà rifare i test in modo da verificare la validità del nostro protocollo annuale in modo da inserire, se necessario, eventuali modifiche. 

8°  Ogni allenatore ha le sue convinzioni tattiche individuali e collettive. Sono figli lettimi dell’esperienza da giocatore prima e da allenatore poi. Sarebbe corretto che sin dall’inizio la squadra assimili queste convinzioni e le faccia proprie in modo che il dialogo tra allenatore e squadra, durante una gara, sia il più chiaro e immediato possibile.

9° Non bisognerà mai eliminare del tutto le esercitazioni di tecnica di base in quanto la ripetitività svolta correttamente porta ad un’esecuzione sempre migliore. Sarebbe opportuno aggiungere, possibilmente in giorni specifici, sia ai fini preventivi che prestativi ulteriori pratiche ginniche-posturali  quali:

–    Stretching globale attivo;
–    P.N.F.;
–    Metodo delle tre squadre;

avvalersi dell’aiuto di un laureato in Scienze Motorie, di un Massofisioterapista o di un Massaggiatore Sportivo potrebbe essere utile a questo scopo.

10° Per ultimo, ma non per importanza, è giusto sottolineare l’efficacia di un’adeguata strategia alimentare coadiuvata da una attenta assunzione di integratori. Spesso questo è un aspetto della preparazione lasciato al caso. E’ un errore importante se si pensa come la biochimica e la nutrizione incidano sulle prestazioni atletiche e su eventuali recuperi post-trauma. Regole basi sono:
–    verificare con il rapporto peso/altezza2  “lo status” dell’atleta (sottopeso,                                                                                     
normopeso, sovrapeso e obeso);                               
–    stabilire il consumo calorico totale giornaliero in assenza di allenamento;
–    stabilire il parametro precedente ma considerando anche il consumo calorico da allenamento;
–    stabilire le giuste proporzioni dei  macronutrienti e l’adeguato livello di idratazione;
–    stilare dei consigli alimentari (non una “dieta” che è esclusivamente un atto medico soprattutto in caso di sottopeso e obesità)  da consegnare ai giocatori;   

Con questo lavoro non abbiamo sicuramente la presunzione di risolvere il complesso problema della preparazione atletica, perché sarebbe impossibile, ma da amanti dello sport riteniamo che ogni allenatore, preparatore o altro collaboratore sia un professionista del movimento da rispettare intellettivamente;
questo lavoro mira a spronare i più virtuosi a farsi delle domande e soprattutto a cercare delle risposte mettendo in pratica e studiando con costanza … sempre!

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