25 Ottobre 2025

Giocattoli con IA: boom del mercato, l’allarme degli esperti

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Giocattoli con IA: boom del mercato, l’allarme degli esperti

L’intelligenza artificiale sta per entrare anche nella cameretta dei più piccoli. Bambole che parlano, robot che imparano dai bambini, peluche capaci di rispondere alle emozioni: è la nuova frontiera del gioco, un mercato in pieno boom che secondo le stime passerà da 42 miliardi di dollari nel 2025 a oltre 220 miliardi entro il 2034. Ma insieme all’entusiasmo per l’innovazione cresce anche la preoccupazione di psicologi e pedagogisti.

Il Natale dei giochi “intelligenti”

La corsa ai giocattoli con IA è già partita: i primi modelli dovrebbero arrivare sul mercato entro Natale. La Mattel, colosso mondiale dei giocattoli, ha annunciato una collaborazione strategica con OpenAI per sviluppare esperienze basate sull’intelligenza artificiale legate ai suoi marchi più iconici — a partire da Barbie. Nei negozi americani, catene come Maziply Toys raccontano un futuro che sembra già realtà: «Immagina tua figlia che dice ‘Ciao Barbie, com’è andata la giornata?’ e la bambola che risponde davvero. Non con frasi preregistrate, ma ricordando cosa è successo ieri, chiedendo degli amici, aiutando perfino con i compiti.» Un sogno tecnologico che promette compagnia e apprendimento, ma che apre anche interrogativi profondi.

Il rischio: un’infanzia plasmata dall’IA

A lanciare l’allarme è la psicologa Marianne Brandom, autrice su Psychology Today. «Finora i bambini più piccoli erano tra le poche fasce d’età la cui vita quotidiana non era saturata dall’intelligenza artificiale,» spiega. «Con l’arrivo di questi giocattoli, anche la prima infanzia — gli anni più neuroplastici e formativi — sarà presto plasmata dall’IA tanto quanto qualsiasi altra fase della vita.” La specialista avverte: “Immagina un mondo in cui Barbie non solo risponde, ma ricorda le tue storie preferite, ti aiuta con la scuola e non è mai in disaccordo con te. È il futuro imminente dei giocattoli. Ma cosa accade quando i bambini iniziano a preferire la compagnia prevedibile di un algoritmo alla complessità delle relazioni reali?»

Creatività e pensiero critico a rischio

Brandom pone una domanda che suona come un avvertimento: «Sacrificheremo ora la creatività, il pensiero critico e le capacità sociali dei bambini sull’altare della comodità tecnologica?» Studi recenti dimostrano che chi si affida frequentemente all’IA tende a impegnarsi meno nella risoluzione autonoma dei problemi e a fidarsi ciecamente delle risposte della macchina. Un comportamento che, se interiorizzato in età precoce, potrebbe modificare il modo in cui i bambini imparano, giocano e si relazionano.

Un equilibrio da costruire

Non tutto, però, è negativo. Alcune ricerche evidenziano che i giochi digitali possono migliorare abilità spaziali e visive, stimolando nuove forme di apprendimento. Tuttavia, secondo Brandom, «questo lato positivo non compensa la perdita di contatto con il gioco reale, con la fantasia e con l’imprevisto che solo gli altri bambini sanno offrire.» Il consiglio degli esperti è chiaro: l’intelligenza artificiale non va demonizzata, ma integrata con equilibrio. «Lasciate che i vostri figli si divertano anche con la tecnologia,» raccomanda la psicologa, «ma continuate a proporre giochi creativi, manuali, condivisi con i coetanei. Fate domande sulle loro esperienze con i giocattoli intelligenti e create momenti di interazione nel mondo reale.»

Un’infanzia sempre più connessa

Il gioco, da sempre simbolo di libertà e scoperta, sta cambiando pelle. E mentre il mercato si prepara alla rivoluzione dei giocattoli “intelligenti”, la sfida più grande resta quella di preservare l’infanzia come spazio di immaginazione, contatto e realtà. Perché, come ricorda Brandom, «i bambini devono continuare a giocare con i loro amichetti: è così che nasce il pensiero creativo, non da una risposta generata da un algoritmo.»

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