18 Dicembre 2025

Ho contratto un’infezione durante la degenza: spetta alla struttura ospedaliera dimostrare un’assenza di responsabilità

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Ho contratto un’infezione durante la degenza: spetta alla struttura ospedaliera dimostrare un’assenza di responsabilità

In questa ordinanza, la Suprema Corte pone un paletto essenziale in merito alla presunzione di colpa nelle infezioni ospedaliere ed aumenta la tutela del paziente, considerato “parte debole” in eventuali contenziosi nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale o di qualsivoglia struttura medica.

La pronuncia della Corte, dunque, segna un ulteriore passo nell’evoluzione della responsabilità sanitaria, affrontando il tema delle infezioni contratte durante il ricovero ospedaliero o gli interventi ambulatoriali.
Ribadito un principio ormai consolidato: quando un paziente sviluppa un’infezione nosocomiale, si attiva una presunzione di colpa a carico della struttura, chiamata a dimostrare di aver adottato tutte le misure necessarie per prevenirla.

La decisione sottolinea come, in ambito sanitario, il paziente non disponga degli strumenti tecnici per conoscere l’organizzazione interna dell’ospedale o del centro medico, le procedure di sanificazione, i protocolli di gestione dei dispositivi medici o il livello di adeguatezza del personale.
Per questo motivo, imporre al degente l’onere di individuare la causa specifica dell’infezione equivarrebbe a negargli qualunque forma di tutela.
Da qui la centralità del principio secondo cui è la struttura e non il paziente, a dover provare la correttezza del proprio operato.

L’ordinanza chiarisce inoltre che la struttura non può limitarsi a richiamare protocolli astratti o standard generici: deve dimostrare concretamente l’attuazione di procedure idonee, la tracciabilità delle attività di sterilizzazione, il rispetto delle linee guida e l’assenza di negligenze nelle attività a rischio.
In mancanza di tale prova, la responsabilità è presunta.

Per il paziente, i vantaggi sono significativi: l’ordinanza rafforza il diritto a una tutela effettiva, riducendo il rischio che un danno rimanga privo di risarcimento per l’impossibilità di ricostruire eventi tecnici complessi.
Inoltre, incentiva le strutture a mantenere standard elevati di prevenzione, consapevoli che una gestione poco rigorosa può tradursi in responsabilità civile.

In definitiva, la Cassazione offre una lettura moderna del rapporto tra degente e struttura sanitaria: il primo deve essere protetto, la seconda deve garantire trasparenza, sicurezza e tracciabilità dei processi.
Una decisione che consolida il ruolo del paziente come soggetto titolare di diritti e non semplice destinatario di cure.

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