Il pasticcio caggianese conquista le pagine del Gambero Rosso. Nell’articolo firmato da Luca Matarazzo e intitolato “Il pasticcio caggianese, la ricetta familiare nata in uno dei borghi più belli d’Italia”, la prestigiosa testata enogastronomica esalta uno dei piatti simbolo della tradizione culinaria di Caggiano, borgo incastonato al centro del Vallo di Diano. (Foto: Gambero Rosso)
Una preparazione antica, legata alla memoria familiare e alla quotidianità di un paese che ha fatto della cucina un tratto identitario. Secondo quanto ricostruisce Matarazzo, il pasticcio caggianese affonda le radici ai tempi dei Borbone, quando nelle cucine delle famiglie locali si iniziarono a realizzare timballi ricchi e sontuosi per le feste più importanti.
Curioso il fatto che, come evidenzia l’articolo, negli annali della gastronomia non compaia alcun riferimento diretto a questa preparazione. L’unica traccia lontana è una menzione indiretta nel manuale del 1773 “Il cuoco galante” di Vincenzo Corrado, nella sezione dedicata a timballi e pasticci: un indizio che suggerisce l’esistenza, già allora, di varianti popolari tramandate fuori dai grandi centri.
La ricetta della tradizione
Il Gambero Rosso racconta poi come si prepara il vero pasticcio caggianese, un piatto che unisce tecnica, pazienza e genuinità: la pasta brisé delle torte salate; un ripieno ricco, con carne macinata, prosciutto crudo e uova, insieme a formaggi locali, quattro o cinque tipi, lavorati insieme per ottenere un composto compatto e saporito; la tipica composizione “a scrigno”, una cottura lenta, che permette al ripieno di compattarsi e alla crosta di acquisire colore e fragranza.
Un piatto che profuma di festa, di domeniche in famiglia e di un passato che resta vivo nelle cucine delle nonne e nelle tradizioni del paese.




