Il giallo di Vibonati: «Le fratture risalgono a settimane precedenti. Quadro complesso»

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Il giallo di Vibonati: «Le fratture risalgono a settimane precedenti. Quadro complesso»

La vicenda del piccolo Pietro, il bimbo di nove mesi originario di Villammare, continua a scuotere le coscienze e alimenta le indagini della Procura. Il bambino si trova ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale Santobono di Napoli, dove è arrivato in elisoccorso dall’ospedale di Sapri, privo di sensi e già intubato.

I medici del reparto di neurochirurgia hanno diagnosticato lesioni cerebrali severe: edema, emorragie retiniche e trombosi venose all’encefalo. A queste si aggiungono fratture a tre costole – in fase di guarigione – e una al femore, più recente. “Tutte di natura traumatica”, ha spiegato il primario della Terapia Intensiva, Geremia Zito. I traumi sarebbero avvenuti in momenti diversi. La diagnosi più accreditata al momento, pur non ancora definitiva, è quella della sindrome del bambino scosso.

A confermare il quadro è anche il primario di Neurochirurgia, Giuseppe Cinalli: “Non ho parlato direttamente con i genitori, ma so che escluderebbero eventi traumatici. Avrebbero solo notato un gonfiore alla gamba, ricollegato a un recente vaccino. Tuttavia, i segni neurologici e vascolari riscontrati suggeriscono un trauma importante, risalente verosimilmente alle ultime 48 ore”.

Sul fronte investigativo, i carabinieri del quartiere Arenella di Napoli hanno ascoltato per ore la madre del bambino, indicata come “persona informata sui fatti”. Anche il padre, residente a Sapri, è stato sentito nelle scorse ore. L’uomo, panettiere, ha dichiarato di essere stato avvisato solo giovedì della situazione e di non aver visto il figlio nei giorni precedenti.

Gli investigatori stanno analizzando con attenzione un arco temporale considerato cruciale: tra le 12:15 e le 13:15 della giornata in cui Pietro è stato portato in ospedale, il bambino sarebbe rimasto in casa con il compagno della madre. Proprio in quell’ora potrebbero essere avvenuti i fatti su cui si sta cercando di fare luce.

Nel frattempo, sui social, la madre ha affidato a un post su Facebook il proprio sfogo: “Perché non è stato approfondito in ospedale quando ho portato mio figlio il 28 maggio? Perché mi è stato mandato a casa con un semplice antibiotico?”, scrive riferendosi a un precedente accesso al pronto soccorso di Sapri. Secondo la cartella clinica, quel giorno il piccolo sarebbe stato dimesso con una terapia antibiotica, forse per un’infezione respiratoria. Il padre, invece, ha riferito di non essere a conoscenza di quel primo ricovero.

Pietro ha già affrontato due interventi neurochirurgici e resta ricoverato in prognosi riservata. I medici parlano di una situazione clinica estremamente delicata e non escludono ulteriori complicanze. Le prossime ore saranno determinanti.

L’inchiesta prosegue, coordinata dalla Procura di Lagonegro, con il supporto dei carabinieri della Compagnia di Sapri. Gli inquirenti stanno analizzando testimonianze, documentazione medica e dinamiche familiari per chiarire l’origine delle ferite e le responsabilità. Sullo sfondo, il dolore e l’attesa di una comunità intera, scossa da una vicenda ancora tutta da decifrare.

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