Il giallo di Vibonati: le ore precedenti al ricovero, i genitori di Pietro, i silenzi e la data sbagliata
| di Luigi Martino
La ricostruzione dei giorni precedenti il drammatico ricovero del piccolo Pietro si arricchisce di nuovi elementi, mentre la magistratura prosegue le indagini per far luce su quanto accaduto nel villaggio “Le Ginestre”, località turistica di Villammare, nel comune di Vibonati.
È qui che vive la madre 29enne del bambino, originaria di Licusati, frazione del Comune di Camerota. La donna si è trasferita in questa zona da alcuni mesi insieme al suo nuovo compagno, dopo la separazione dall’ex marito, padre dei suoi due figli. Oltre al piccolo Pietro, nato il 5 settembre 2024, la donna ha un altro figlio di quattro anni, che frequenta la scuola dell’infanzia a Sapri. Secondo quanto emerso, proprio la mattina in cui Pietro è stato trasportato d’urgenza in ospedale, la madre si sarebbe allontanata da casa per andare a prendere l’altro figlio a scuola.
Il padre del bambino, nel frattempo, è tornato a vivere con i genitori a Sapri e lavora da circa un anno in un panificio e pizzeria a Vibonati. In questi giorni è in ferie. Fonti vicine alla famiglia lo descrivono come una persona riservata, che ha sempre cercato di sostenere i figli anche dopo la separazione. Da allora, vede i bambini nei giorni stabiliti. Uno di questi era previsto proprio per il venerdì pomeriggio della tragedia: un incontro che si è trasformato in una corsa verso l’ospedale Santobono di Napoli, dove Pietro lotta ancora tra la vita e la morte. L’uomo ha rilasciato poche parole ai giornalisti: «Non so nulla di ciò che è accaduto». Al momento non risulta indagato, ma nei suoi confronti è in corso un procedimento giudiziario avviato dalla ex compagna per presunti maltrattamenti.
Sul fronte opposto, la madre ha affidato ai social uno sfogo carico di tensione e interrogativi: «Perché quando ho portato mio figlio in ospedale il 28 maggio è stato rimandato a casa con un semplice antibiotico? E rispettate chi mi ha aiutato a portarlo tempestivamente in pronto soccorso». Un messaggio che alimenta il dibattito e lascia aperti numerosi interrogativi sulle fasi precedenti al ricovero: il bambino, infatti, dai registri del nosocomio saprese, risulta un accesso a suo nome il 26 maggio e non il 28.
Intanto, le comunità di Sapri, Vibonati e Camerota seguono con apprensione l’evolversi della situazione. A tenere informati i cittadini, in un clima di profonda preoccupazione, sono stati anche il sindaco di Sapri Manuel Borrelli e il parroco di Vibonati, don Vincenzo Contaldi.
La vicenda resta avvolta in un velo di silenzi e ombre. Le indagini proseguono, mentre il destino del piccolo Pietro è legato a un filo di speranza.
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