«Il Risorgimento e il ruolo da protagonista del Cilento», Maldonato racconta Teste mozze da Storie di pane-VIDEO

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«Il Risorgimento e il ruolo da protagonista del Cilento», Maldonato racconta Teste mozze da Storie di pane-VIDEO

Abituato a misurarsi con l’approfondimento e la ricerca minuziosa delle fonti, ha disvelato ciò che la nostra storiografia ha trascurato e nascosto del Mezzogiorno: il Risorgimento e il ruolo da protagonisti dei rivoluzionari meridionali nei moti che diedero vita all’Europa moderna. Per questo la presentazione del libro dell’avvocato e scrittore Franco Maldonato, Teste mozze (pagine 148, Rubettino editore) è stata salutata giovedì, a Storie di pane a Vallo della Lucania, come un evento, a giudicare anche dalla partecipazione del pubblico. Un pubblico attratto da due relatori di prim’ordine: Anna Maria Vitale, dell’associazione italiana biblioteche, e Franco Maldonato, avvocato penalista e scrittore, che attraverso le letture dei passi più avvincenti e il racconto dell’autore, hanno dato un assaggio del libro, da poco adottato quale libro di testo all’Istituto superiore Da Vinci di Sapri.

Tutto ha inizio nel luglio del 1851, quando un uomo politico inglese decide di interrogare il Ministro degli Esteri della Regina Vittoria sulla scomparsa di un deputato del Regno delle Due Sicilie. I sospetti si concentrano su un prete di Sapri, Vincenzo Peluso, che aveva già servito gli interessi di Casa Borbone. L’ambasciatore del governo napoletano a Londra, messo a conoscenza dell’iniziativa del parlamentare inglese, cerca di bloccare la discussione dell’interpellanza. Il lettore è testimone, investigatore e interprete di una storia che ci tocca da vicino. È parte dell’avvincente intreccio del romanzo storico di Franco Maldonato, un romanzo che rimette al centro vicende e personaggi del Risorgimento, da Metternich a Palmerston, Mazzini, Garibaldi e Cavour. Di quella triste pagina di storia resta l’anello con il sigillo reale che Ferdinando II di Borbone regalò a Vincenzo Peluso durante la sua visita a Sapri, di cui l’avvocato ha parlato nel corso della presentazione, incalzato dalla curiosità del pubblico. (Il racconto nel video)


L’evento è stato voluto fortemente dal patron di Storie di pane, Paolo De Simone: «In questo nostro tempo dell’abbondanza, troviamo del tutto naturale che ciascuno disponga di cibo per sfamarsi: tanto che il problema non è più sfamarsi, ma alimentarsi meglio. Ci dedichiamo perciò a raffinare il modo di mangiare, selezionando accuratamente gli ingredienti di una pietanza per massimizzarne il gusto e garantirne la salubrità. Ma c’è stato un tempo in cui il pane non adornava tutte le mense. – ha detto – Era il tempo, non molto lontano, in cui pochi, tra le genti meridionali, avevano accesso al cibo, così come a pochi era riconosciuto il diritto  al pensiero: anzi, a chi era negato il diritto al pane era negato anche il diritto al pensiero. Non solo nel senso che chi aveva la pancia vuota non poteva esercitare il pensiero, ma anche nel senso che non avrebbe potuto  comunque esercitarlo. In quel tempo, si andò facendo strada l’idea che tra il pane e il pensiero corre un nesso indissolubile. E quel nesso si chiama libertà. Questa è una storia di libertà, anzi di liberazione. Per meglio dire, la storia della liberazione del Mezzogiorno italiano dal giogo borbonico, ma anche della sottrazione dell’Europa dalla soggezione all’ordine dinastico-legittimista uscito dal Congresso di Vienna.  Che prende l’abbrivio dalla insurrezione del Cilento, in seguito alla quale Ferdinando II, prima testa coronata d’Europa, sarà costretto a concedere la Costituzione, dando così il via al ’48 europeo. E che dimostra come la grande Storia d’Europa è passata da qui», ha concluso.

A conclusione della presentazione, lo chef glacier Enzo Crivella, ha raccontato il Cilento e l’Italia attraverso un gelato: l’elemento simbolo della Dieta mediterranea, il fico bianco del Cilento, abbinato al prosciutto. 

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