Ma il nostro mare è realmente così pulito? – Quinta Parte

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Ma il nostro mare è realmente così pulito? – Quinta Parte

Dopo la descrizione della cronica e dannosa assenza di un depuratore funzionante nel territorio del Comune di Camerota e la presentazione dello stato di abbandono in cui versa il depuratore di Licusati, con tanto di scarico fognario a cielo aperto a pochi passi dalla struttura arrugginita (https://www.giornaledelcilento.it/it/inchiestama_il_nostro_mare_e_realmente_cosi_pulito_2.html), presentiamo un caso virtuoso. Come già espresso nella terza parte dell’inchiesta, ciò che avviene nei villaggi e in varie strutture turistiche in relazione alle modalità di smaltimento dei prodotti fognari, resta un’incognita. Tra indiscrezioni, controlli "allegri" da parte delle autorità e testimonianze varie, pare proprio che chi rispetti le regole in materia di depurazione rappresenti un’esotica eccezione. Neanche il Comune le ha mai rispettate. Amanti di Salgari e dell’esotico tutto, riportiamo un esempio di efficienza: il normale funzionamento dell’impianto di depurazione dell’Happy Village, un villaggio capace di ospitare fino a 750 persone. Perchè la normalità, nella nostra terra, è una cosa eccezionale, straordinaria. Per dimostrare che gli scarichi delle fogne si possono depurare e per capire cosa succede in un depuratore attivo e perfettamente fuzionante.

La struttura si trova, ovviamente, nella parte "bassa" del villaggio, in un’area allestita ad hoc, nettamente divisa dal resto del complesso turistico, anche se nelle immediate vicinanze. 

Ci sono le diverse vasche di raccolta, gli impianti di pompaggio, le tubature, i macchinari vari, i manutentori in azione, gli operai.

La prima fase del processo di smaltimento è la grigliatura. Attraverso delle griglie, appunto, vengono filtrate le carte e gli elementi simili e vengono raccolti in alcuni sacchi. Tali materiali verranno poi portati via da una ditta specializzata. In seguito, tramite un sistema di tubature, i liquami filtrati in tal modo arrivano in 2 pozzetti. Nel primo pozzetto si ferma la sabbia, ragion per cui questa fase del processo è detta di sabbiatura. Poi, in rapida successione, si trova la vasca di raccolta in cui si riversa il materiale fognario di tutto il villaggio; da questo punto inizia la vera e propria fase di depurazione. La prima vasca è in assenza di ossigeno, in quanto vi si espleta la fase di denitrificazione (si eliminano i nitrati dai liquami); poi si passa allo stadio ulteriore, quello dell’ossigenazione. In seguito, il flusso arriva in due decantatori in cui si aggiungono dei prodotti chimici detti flocculanti, affichè l’acqua si separi dai fanghi. L’acqua viene convogliata in un pozzetto e da lì, una pompa la conduce in una macchina che serve ad eliminare le sostanze solide sospese, a filtrare ulteriormente l’acqua. Quest’ultima viene poi clorata in alcune fasi che si susseguono a breve distanza. In tal modo si arriva alla fine del processo: le acque depurate vengono raccolte in apposite vasche e mandate alla fase detta di dispersione, cioè una gran parte di esse vengono utilizzate in opere di irrigazione. Questo per l’acqua. I fanghi, invece, vengono raccolti in altre vasche e vengono accumulati in altri sacchi, anch’essi poi smaltiti dalla ditta specializzata a cui si è fatto riferimento all’inizio della descrizione del processo.

Il sistema è complesso e lineare, sorprendente nella sua ciclica funzionalità.

La piacevole evidenza è rappresentata dal fatto che c’è una vasca piena di liquami, un liquido di colore marroncino e, a pochi metri, c’è la vasca di raccolta delle acque depurate, un liquido di colore trasparente.

Alle domande sul costo della struttura e sull’aggravio economico relativo al mantenimento della stessa, l’addetto alla manutenzione riferisce:

"L’ultima volta si sono spesi, per adeguarla alle nuove norme imposte dall’Unione Europea, più di centomila euro. Costruire tutta la struttura penso costi sui 6-700 mila euro, sono tutte macchine costose. Per quanto riguarda il mantenimento, solo di prodotti si spendono circa 10000 euro l’anno. Ovviamente sarebbe un grosso risparmio allacciarsi al sistema fognario, ma il Comune dovrebbe avere a valle un impianto di depurazione per tutte le acque reflue (gli scarichi fognari) del suo territorio. Certamente non dovrebbe buttarle a mare direttamente, così come succede adesso".

Lo diciamo anche noi.

Ricordiamo che, tenendo presente la stima fatta da Giuseppe Volpe nell’intervista rilasciata (https://www.giornaledelcilento.it/it/inchiestama_il_nostro_mare_e_realmente_cosi_pulito_1.html), la costruzione di un depuratore del comune di Camerota, comprendendo i necessari interventi di adeguamento della condotta sottomarina, costerebbe 5 milioni di euro. In teoria, soldi interamente finanziabili dalla Unione Europea, in relazione alla priorità che spetta alle richieste di finanziamento che interessano territori compresi nelle famose aree SIC – sito d’interesse comunitario. E Camerota si trova in area SIC. Si può attingere ai finanziamenti fino al 2013, forse fino al 2015, tenendo in conto due anni di eventuale proroga. Ci si darà una mossa, presentando progetti credibili ai prossimi bandi di finanziamento indetti dalla regione?

Qui di seguito, le immagini dell’impianto di depurazione dell’Happy Village. Nella terza immagine, si vede la vasca con i liquami, nella quarta il getto dell’acqua depurata, limpida. L’ultima foto ritrae lo scorcio del mare, all’uscita della zona del depuratore, scendendo verso la spiaggia.

PER PROBLEMI TECNICI LE IMMAGINI NON SONO MOMENTANEAMENTE VISUALIZZABILI. SARANNO RIPRISTINATE PRIMA POSSIBILE.

 

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