19 Dicembre 2025

Infortunio mortale sul lavoro a San Gregorio Magno: la Corte d’Appello di Salerno riduce la pena ma conferma le responsabilità

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Infortunio mortale sul lavoro a San Gregorio Magno: la Corte d’Appello di Salerno riduce la pena ma conferma le responsabilità

La Corte d’Appello di Salerno si è pronunciata sul processo per l’infortunio sul lavoro costato la vita a un artigiano, rivedendo parzialmente la decisione di primo grado ma confermando, nella sostanza, l’impianto accusatorio e le condanne già irrogate. Il procedimento riguarda il titolare di una falegnameria di San Gregorio Magno (Salerno), imputato per omicidio colposo in relazione alla violazione delle norme a tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro.

A un anno esatto dal deposito delle motivazioni della sentenza del Tribunale di Salerno, i giudici di secondo grado – nel giudizio in cui l’avvocato Aldo Avvisati, del foro di Torre Annunziata, si è costituito parte civile per conto di un sindacato dei lavoratori – hanno esaminato l’impugnazione, riformando la pena ma confermando le responsabilità penali. La condanna inflitta in primo grado dal giudice monocratico, pari a 2 anni e 6 mesi di reclusione, è stata rideterminata in 2 anni.

Al centro della vicenda la decisione del datore di lavoro di affidare a un conoscente i lavori di riparazione del tetto del capannone dell’opificio, senza verificare il possesso dei necessari requisiti di idoneità tecnico-professionale, né l’adeguata capacità organizzativa e la disponibilità di mezzi idonei a garantire l’esecuzione in sicurezza di un intervento ad alto rischio.

Secondo quanto accertato in giudizio, il 21 marzo 2016, Domenica delle Palme, l’uomo incaricato – anch’egli falegname artigiano, ma privo di competenze specifiche per lavori pericolosi in quota e sprovvisto di dispositivi di protezione contro le cadute dall’alto – stava operando sul tetto del capannone. Durante l’intervento avrebbe poggiato il piede sul materiale plastico di un lucernario, provocandone lo sfondamento. La caduta, da un’altezza di circa 5 metri, si è rivelata fatale: l’artigiano è precipitato sulle cataste di tavole sottostanti, battendo violentemente il capo e riportando fratture gravissime che ne hanno causato il decesso.

Il corpo senza vita fu rinvenuto il lunedì mattina, il giorno successivo a quello che il perito nominato dalla Procura ha individuato come il momento della morte. Il dibattimento non ha consentito di chiarire se la vittima fosse sola al momento dell’incidente o se vi siano state eventuali omissioni di soccorso da parte di terzi presenti sul posto.

Oltre al profilo penale, la Corte d’Appello ha confermato le condanne al risarcimento dei danni in favore di tutte le parti civili costituite, da quantificarsi in sede di giudizio civile, nonché il rimborso delle spese sostenute dalle parti civili nei due gradi di giudizio. Confermate anche le provvisionali già riconosciute: 36.000 euro alla figlia della vittima, 28.000 euro alla madre e 20.000 euro al fratello.

In attesa del deposito delle motivazioni della sentenza di secondo grado, restano fermi i riferimenti processuali del procedimento esaminato dalla Corte d’Appello di Salerno.

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