Intossicazione calciatori Salernitana, infettivologo Bassetti: «Ipotesi riso mal conservato»

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Intossicazione calciatori Salernitana, infettivologo Bassetti: «Ipotesi riso mal conservato»

Una giornata difficile per la Salernitana, non solo per la sconfitta rimediata al “Ferraris” contro la Sampdoria nella gara di andata dei playout di Serie B, ma soprattutto per quanto accaduto nelle ore successive al rientro. Ventuno tra calciatori e membri dello staff granata sono stati colpiti da una sospetta intossicazione alimentare. Alcuni di loro hanno accusato malori già durante il viaggio in aereo da Genova verso Salerno, rendendo necessario l’intervento di ambulanze all’arrivo all’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi-Cilento e il successivo ricovero in ospedale per accertamenti e cure.

Secondo quanto emerso, il gruppo aveva consumato un pasto al sacco a bordo del volo charter: riso alla cantonese preparato dai cuochi dell’hotel di Genova dove alloggiavano. E proprio su questo dettaglio si concentra l’attenzione degli esperti.

Tra le voci più autorevoli intervenute sulla vicenda, quella del professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, noto volto televisivo e punto di riferimento scientifico durante l’emergenza Covid-19.

«Cosa potrebbe aver causato l’intossicazione? – spiega Bassetti – Gli indiziati tra i microbi sono molti: dalla Salmonella alla Shigella, senza dimenticare lo Stafilococco aureo e l’Escherichia coli. Tuttavia, c’è un’ipotesi specifica che va considerata: la cosiddetta “sindrome del riso fritto”, legata alla presenza di Bacillus cereus, un batterio tipico del riso lasciato a temperatura ambiente».

Il Bacillus cereus è infatti un microrganismo noto per la capacità di produrre tossine: una provoca vomito (la forma emetica), l’altra diarrea (la forma diarroica). Questo batterio si trova spesso in alimenti amidacei come il riso e può proliferare rapidamente se gli alimenti vengono lasciati a lungo a temperatura ambiente, specialmente in estate.

«Nel caso della Salernitana – prosegue l’infettivologo – se il riso alla cantonese fosse stato cucinato con largo anticipo e non conservato adeguatamente, potrebbe aver favorito la crescita del batterio e la produzione delle tossine. Ovviamente serviranno gli accertamenti sanitari per confermare la causa esatta».

La società granata ha già presentato una segnalazione alle autorità competenti e ha annunciato che si riserva di agire nelle sedi opportune, sia sportive sia legali, a tutela della salute dei propri tesserati e in vista della delicata partita di ritorno dei playout.

«È un episodio che richiama l’attenzione generale sull’importanza della corretta gestione degli alimenti – conclude Bassetti – soprattutto nei mesi estivi, quando le temperature favoriscono la proliferazione batterica. È fondamentale prestare massima attenzione alla preparazione, conservazione e trasporto dei pasti, specie se destinati a gruppi numerosi».

Intanto, i medici stanno monitorando l’evoluzione clinica dei tesserati coinvolti, mentre i tifosi attendono con apprensione aggiornamenti sulle loro condizioni e su un episodio che rischia di avere conseguenze anche sul campo.

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