L’avvocato Simone Labonia ci illustra le recenti novità che porteranno un radicale cambiamento nella gestione di questo delicato settore.
Negli ultimi mesi l’Italia ha fatto un passo avanti decisivo verso la regolamentazione del mondo digitale, creando un “albo” formale per gli influencer con un seguito rilevante. Si tratta, in realtà, di un registro amministrativo istituito da AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con l’intento di portare trasparenza, responsabilità e controllo in un settore che finora ha operato in larga misura con regole autoimposte o del tutto assenti.
Secondo la delibera, entrata in vigore recentemente, sono obbligati a iscriversi al registro gli influencer “rilevanti”: vale a dire chi ha almeno 500.000 follower su una singola piattaforma social o una media di 1 milione di visualizzazioni al mese. Si stima che questo vincolo riguardi circa 2.000 creator in Italia, tra cui personalità di grande impatto mediatico.
L’albo non è solo un elenco: implica l’adesione a un Codice di Condotta molto stringente, le cui regole riguardano vari aspetti.
I contenuti sponsorizzati dovranno essere dichiarati chiaramente, conformandosi alle regole dell’autoregolamentazione pubblicitaria: saranno vietati contenuti che mettano a rischio i giovani o che sfruttino la loro ingenuità, promuovendo comportamenti dannosi.
Il codice impone correttezza, imparzialità, rispetto della dignità umana e divieto di discorsi d’odio; anche il copyright andrà rispettato, con verifica delle fonti.
Ma non è tutto: agli influencer iscritti al registro verrà attribuita responsabilità editoriale sui contenuti, in analogia con i fornitori di media audiovisivi. Questo significa che, almeno quelli “rilevanti”, non saranno più considerati solo creatori, ma saranno paragonati a veri e propri operatori mediatici, soggetti a regole simili a quelle delle emittenti TV tradizionali.
Le sanzioni in caso di violazione sono particolarmente pesanti, a dimostrazione che non si tratta di un codice puramente simbolico. Per la mancata trasparenza pubblicitaria si rischiano multe da 10.000 a 250.000 euro, mentre se la violazione riguarda la tutela dei minori le punizioni possono arrivare fino a 600.000 euro. In casi gravi o reiterati, AGCOM può anche sospendere l’attività imprenditoriale dell’influencer per un massimo di sei mesi.
In definitiva, l’istituzione dell’albo degli influencer rappresenta una svolta storica per il panorama digitale italiano. È un segnale che il legislatore non intende più considerare l’universo dei creator come un terreno selvaggio, ma come uno spazio pubblico con responsabilità analoghe a quelle dei media tradizionali, assicurando la tutela del pubblico (specialmente dei minori), e la trasparenza delle attività commerciali.
In buona sostanza,questa nuova normativa potrà contribuire a creare un “influencer marketing” più maturo, etico e sostenibile, riducendo i rischi sociali, pur senza soffocare la creatività digitale.



