Magliano Vetere, l’accoglienza dei migranti salva una scuola dalla chiusura

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Magliano Vetere, l’accoglienza dei migranti salva una scuola dalla chiusura

Quattro bambini dai 3 ai 5 anni, arrivati meno di un mese fa a Magliano Vetere, ospiti del progetto Sai, hanno salvato la scuola dalla chiusura. «Grazie al loro arrivo abbiamo salvato la nostra scuola», ha spiegato il sindaco di Magliano, Adriano Piano.

Il progetto è stato avviato dal Comune Magliano nel 2021, già con la precedente amministrazione guidata da Carmine D’Alessandro, ora vice di Piano. «Abbiamo partecipato al bando tre volte, ci siamo battuti per questo e alla fine l’abbiamo vinto. – spiega il vicesindaco – Il progetto è iniziato due anni fa e ad inizio novembre abbiamo avviato i lavori».

Nella Primaria di Magliano a sedere insieme tra i banchi di scuola ci sono soltanto 12 bambini, sei del posto, 4 costavoriani e due ucraini. Mentre nella Primaria, dove il rischio di chiudere è stato molto elevato, i bambini sono soltanto sei ma a breve dovrebbero arrivare altri bambini dalla Costa d’Avorio che andranno a scuola a Magliano.

«C’è stato un impegno costante dell’amministrazione comunale, del dirigente e del mondo della scuola, grazie all’attivazione del progetto Sai che è stato accolto favorevolmente anche dalla popolazione locale. – evidenzia il primo cittadino – Anche perché c’è una equipe di operatori intorno alle famiglie – operatori sociali, educatori e figure sanitarie – che li aiutano e gli danno tutti gli strumenti per essere autonomi. Abbiamo scelto questo progetto soprattutto perché vengono seguiti bene e si può creare così vera integrazione. All’inizio il timore c’era, non si può negarlo, ma siamo stati fortunati con le famiglie arrivate a Magliano».

Per i piccoli paesi delle aree interne la scuola è la nota dolente. Una scuola che chiude è un paese che muore. «Dobbiamo anche ringraziare i genitori che accettano la pluriclasse. Ma i nostri bambini vengono seguiti molto bene dagli insegnanti, in un rapporto quasi uno ad uno con gli alunni». Anche perché, insieme, in classe lo spirito di collaborazione e la sete d’apprendimento ne escono vincenti.

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