C’è un filo sottile, ma resistente, che attraversa l’ultimo libro di Teresa D’Amico, Mi illumino di nuovo (1886 Publishing): è il filo della resilienza, quella capacità di piegarsi senza spezzarsi, di attraversare il buio per tornare a vedere la luce. Un racconto intimo e sincero, in cui la scrittrice — imprenditrice nel settore dell’abbigliamento e poetessa per passione — apre il proprio vissuto al lettore senza filtri, trasformando la sua terza pubblicazione in un’esperienza narrativa che emoziona e invita alla riflessione.
Il titolo racchiude i due assi portanti dell’opera. Il primo riguarda la crisi commerciale che aveva messo in discussione la sopravvivenza del suo negozio, una scelta sofferta e presa in solitudine dal marito, all’insaputa dell’autrice. Un episodio che ha generato un profondo smarrimento personale e coniugale, poi superato con un rinnovato dialogo e un ritrovato equilibrio. Un’“illuminazione di nuovo”, come la stessa D’Amico definisce quel momento di riconciliazione.
Il secondo filone narrativo si intreccia invece con il ruolo di Teresa come moglie, madre e nonna: un universo affettivo complesso, attraversato da ombre, fragilità, dolore e responsabilità, ma sempre orientato — alla fine — verso uno spiraglio di cielo sereno. Le sue pagine non parlano solo di sé: si allargano alla moda e alla vitalità degli anni Sessanta-Settanta, alle fatiche del commercio, alla precarietà della crisi economica, ai ricordi familiari, al peso del lutto, alla disabilità, fino allo spaesamento collettivo della pandemia. È così che un racconto personale diventa specchio di una generazione intera.
Nel libro convivono prosa e poesia, meditazione e memoria, confessione e osservazione. Il percorso non è lineare: ai capitoli più luminosi si alternano pagine in cui affiorano il buio della perdita, la delusione, l’incertezza, le domande che restano sospese. Ma proprio attraverso le ferite, Teresa ritrova la forza per ricostruire il proprio cammino. Le sue parole diventano spiragli di luce e carezze gentili, capaci di ricordare che ogni caduta può trasformarsi in un nuovo inizio.
Mi illumino di nuovo è un invito a guardarsi dentro, ad accogliere la propria fragilità e a trasformarla in un punto di forza. Un libro che parla di dolore e di rinascita, di ombre e di chiarori, e che riesce — pagina dopo pagina — a illuminare nuovamente, proprio come promette il suo titolo.


