11 Novembre 2025

Moda e sostenibilità: parte in Italia l’European Accelerator per la decarbonizzazione delle filiere

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Moda e sostenibilità: parte in Italia l’European Accelerator per la decarbonizzazione delle filiere

La moda europea accelera sulla strada della sostenibilità, e questa volta la partenza è tutta italiana.
È infatti nel nostro Paese che prende il via l’European Accelerator, il programma promosso dalla no profit The Fashion Pact con l’obiettivo ambizioso di decarbonizzare le filiere produttive del settore moda entro il 2030.

Un’iniziativa che unisce sotto un’unica strategia alcuni dei più importanti nomi del lusso internazionale — Chanel, Kering, Ermenegildo Zegna Group, Moncler e il Gruppo Prada — convinti che la transizione ecologica non sia più un’opzione, ma un’urgenza industriale e reputazionale.

Un lavoro di squadra lungo la filiera

Il progetto si muove lungo tre direttrici principali, tutte interconnesse, pensate per ridurre l’impatto ambientale e semplificare il percorso verso una produzione a basse emissioni.
La prima fase dell’European Accelerator, già avviata in Italia, si concentra su un tema chiave spesso trascurato: la semplificazione della rendicontazione ambientale.

Per farlo, è stato messo a punto un questionario pilota, pensato per raccogliere in modo standardizzato i dati più rilevanti su energia, acqua e rifiuti.
Lo strumento è stato testato per sei settimane con 74 fornitori italiani, rappresentativi di un tessuto produttivo eterogeneo ma strategico per l’industria della moda.

A collaborare alla definizione del questionario anche la Camera Nazionale della Moda Italiana, che rappresenta oltre duecento marchi del made in Italy e ha fornito suggerimenti per rendere il modello più vicino alle esigenze delle imprese.

Un cambio di paradigma

L’obiettivo dell’iniziativa è duplice: da un lato, snellire i processi di raccolta dati per i fornitori, spesso piccoli e medi, dall’altro costruire una base comune di metriche ambientali che permetta a tutto il sistema moda di misurare, e poi ridurre, la propria impronta carbonica.

Un lavoro di lungo periodo, che secondo le prime stime richiederà investimenti complessivi per 4,4 miliardi di euro entro il 2030.
Una cifra importante, ma coerente con le dimensioni e la complessità di un comparto che vale il 2% del PIL europeo e coinvolge migliaia di aziende lungo la catena del valore.

La sostenibilità come leva competitiva

Per i grandi brand, la sfida non è soltanto etica, ma anche economica.
In un mercato sempre più sensibile ai temi ambientali, ridurre le emissioni e migliorare la tracciabilità dei processi produttivi diventa un vantaggio competitivo, soprattutto nei confronti di clienti e investitori.

L’Italia, con la sua filiera diffusa e il know-how artigianale, rappresenta un terreno ideale per sperimentare nuovi modelli di collaborazione tra marchi e fornitori.
Come ha dichiarato un portavoce del Fashion Pact, “solo attraverso un linguaggio comune e strumenti condivisi la moda potrà affrontare davvero la transizione ecologica”.

Uno sguardo al futuro

L’European Accelerator è quindi un segnale forte: la sostenibilità non è più un esercizio di stile, ma un impegno industriale collettivo.
Dopo la fase pilota italiana, il programma sarà esteso ad altri Paesi europei, con l’obiettivo di creare una rete virtuosa di aziende, brand e istituzioni che condividono obiettivi concreti di riduzione delle emissioni.

E se il lusso sceglie di fare squadra, forse il messaggio più potente è proprio questo: la vera eleganza, oggi, è a emissioni zero.

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