Si è concluso con una sentenza destinata a far discutere il processo di primo grado per la morte di Lorenzo Pio Coronato, il ragazzo di 18 anni originario di Ispani deceduto dopo un grave incidente stradale avvenuto nell’estate del 2022. Il tribunale di Lagonegro ha condannato a due anni di reclusione, con pena sospesa, il carabiniere in servizio presso la compagnia di Sapri, imputato per omicidio stradale.
Oltre alla condanna detentiva, il giudice ha disposto anche la sospensione della patente di guida per due anni. La decisione è stata pronunciata dal giudice Edvige Centore, che nel dispositivo ha riconosciuto un concorso di colpa tra l’imputato e la vittima, circostanza che ha inciso in maniera determinante sulla quantificazione della pena, fissata nel minimo edittale previsto dalla normativa, compreso tra i due e i sette anni di reclusione.
L’incidente risale alla notte tra il 3 e il 4 luglio 2022. Lo scontro si verificò all’ingresso del centro abitato di Policastro Bussentino. Lorenzo Pio Coronato viaggiava a bordo del suo scooter quando entrò in collisione con una Ford Focus condotta dal militare. L’impatto fu violentissimo e le condizioni del giovane apparvero subito critiche.
Trasportato d’urgenza all’ospedale di Sapri, il ragazzo rimase ricoverato per diverse settimane nel reparto di terapia intensiva, ma nonostante le cure, morì nel mese di agosto.
Durante il processo, il pubblico ministero aveva chiesto una condanna decisamente più severa, pari a cinque anni e sei mesi di reclusione, ritenendo pienamente sussistenti le responsabilità dell’imputato. In aula erano presenti gli avvocati di parte civile Vozza, Saraceno e Colicigno, mentre la difesa del carabiniere è stata affidata all’avvocato Ricciardone.
All’uscita dall’aula, la lettura del dispositivo ha lasciato spazio a forte amarezza tra i familiari di Lorenzo Pio. In tribunale erano presenti i genitori, la sorella Chiara e numerosi amici del giovane, che hanno espresso tutta la loro delusione per una sentenza ritenuta insufficiente rispetto alla gravità dei fatti.
Critico anche uno dei legali di parte civile. «Ci aspettavamo una decisione che avesse un valore esemplare – ha commentato l’avvocato Saraceno –. Due anni di pena sono davvero pochi per una vicenda di questo genere».
Nessuna dichiarazione, invece, da parte della difesa. L’avvocato Ricciardone ha preferito attendere il deposito delle motivazioni prima di esprimere valutazioni.
Il giudice si è riservato 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza, un passaggio ritenuto centrale per comprendere le ragioni giuridiche che hanno portato al riconoscimento del concorso di colpa e alla definizione dell’entità della pena. Una decisione che, già ora, continua a dividere e a lasciare strascichi profondi.


