Morto dopo intervento polizia con taser, la madre di Claudio : «Voglio giustizia, non vendetta»
| di Luigi Martino
«Credo nella giustizia, nello Stato. Se qualcuno ha sbagliato dovrà pagare, ma mio figlio non doveva morire così». Con voce rotta dal dolore Alfonsina Serrapica, madre di Claudio Citro, 41enne salernitano, racconta le ultime ore di vita del figlio, morto a Reggio Emilia dopo un intervento della polizia.
Citro, trasferitosi al Nord da tempo per motivi di lavoro, era titolare di un’attività commerciale. La mattina del decesso, secondo quanto ricostruito, sarebbe stato notato in evidente stato di agitazione. Alcuni commercianti avevano allertato le forze dell’ordine. Pochi minuti dopo, l’uomo veniva bloccato nella frazione di Massenzatico, dove – raccontano i testimoni – avrebbe tentato di entrare in un’abitazione lanciandosi poi da una finestra.
Gli agenti, intervenuti per calmarlo, si sono trovati di fronte a una scena concitata. Claudio Citro, già affetto da una grave patologia cardiaca congenita, è stato colto da malore ed è morto poco dopo. Sulla vicenda la procura di Reggio Emilia ha aperto un’inchiesta per fare luce su eventuali responsabilità.
La madre, intervistata da emittenti locali, ha parlato di un figlio che non aveva precedenti né problemi psichiatrici. «Era un uomo normale, lavorava e aveva una vita regolare. Non stava minacciando nessuno – ha dichiarato – e non aveva armi. Chiedo soltanto verità».
La procura ha disposto l’autopsia, che dovrà chiarire se la morte sia stata determinata dal cuore malato o dalle concitate fasi del fermo. Tre poliziotti risultano indagati per omicidio colposo: una misura che consentirà ai familiari di partecipare agli accertamenti tecnici.
Il dolore della famiglia è immenso. «Aveva un grande cuore, dentro e fuori – ha concluso la madre – ma non meritava di essere trattato in quel modo. Vogliamo solo capire cosa è successo davvero».
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