Nel Cilento c’è Mira, fiuta i nidi: la primavera delle tartarughe passa dal naso di un cane
| di Luigi Martino
Baia Arena e Lago di Castellabate al centro della missione Goletta Verde: in campo i Tarta Dog per salvare le Caretta caretta
Una giovane Springer Spaniel, un conduttore esperto e una spiaggia del Cilento: è qui, tra le dune dorate di Baia Arena a Montecorice e la spiaggia di Lago a Santa Maria di Castellabate, che Mira, cane addestrato per il monitoraggio ambientale, ha dato il suo contributo nella protezione delle tartarughe marine. È accaduto nell’ambito del progetto europeo Life Turtlenest, che vede Legambiente in prima linea nella tutela della specie Caretta caretta, sempre più presente lungo le coste italiane.
La presenza di Mira, al fianco del suo conduttore Mario Fortebraccio (ENCI), ha attirato l’attenzione dei presenti: attraverso l’olfatto, infatti, il cane riesce a individuare le tracce lasciate dalle tartarughe durante la deposizione delle uova, aiutando così a localizzare i nidi nascosti sotto la sabbia. Una tecnica pionieristica in Europa, resa possibile grazie ai Tarta Dog, le unità cinofile coinvolte nel progetto e già operative su diversi litorali del Mezzogiorno.
La tappa campana di Goletta Verde 2025 è arrivata nel pieno della stagione riproduttiva delle tartarughe marine, che quest’anno ha fatto registrare numeri eccezionali: quasi 600 nidi individuati lungo le spiagge italiane, con un incremento del 30% rispetto al 2024. Tra le regioni con il maggior numero di nidificazioni spiccano la Sicilia (oltre 200), seguita da Calabria (circa 130), Campania (103) e Puglia (64). Una crescita che evidenzia sia l’impatto dei cambiamenti climatici, sia il rafforzamento delle attività di monitoraggio.

«L’integrazione dei cani addestrati nel lavoro di protezione dei nidi – ha dichiarato Martina Palmisano, portavoce di Goletta Verde – rappresenta una straordinaria innovazione nel panorama europeo. Mira è solo uno degli esempi di come l’uomo e gli animali possano collaborare nella salvaguardia del patrimonio naturale.»
L’iniziativa si inserisce in una rete ampia e articolata, formata da tecnici, volontari, associazioni, centri di ricerca e amministrazioni locali. A supporto dell’attività sono stati sottoscritti oltre 350 protocolli d’intesa, tra cui 119 Comuni, 38 aree marine protette e 200 stabilimenti balneari, aderenti al programma “Amici delle tartarughe”, che mira a limitare l’impatto umano sulle spiagge, anche attraverso Linee guida per la riduzione dell’inquinamento luminoso, fondamentali per non disorientare i piccoli alla nascita.
In parallelo, prosegue anche il Tarta Beach Tour, la campagna di sensibilizzazione itinerante che porta giochi educativi, laboratori per bambini e incontri divulgativi nelle località italiane dove la Caretta caretta ha scelto di deporre le uova.
Il ritorno delle tartarughe marine sulle coste italiane, un tempo privilegio del Mediterraneo orientale, è oggi un fenomeno stabile anche lungo il Tirreno, segno evidente di un ecosistema che cambia e che richiede nuove strategie di tutela. Strategie che, come dimostra Mira, passano anche dal fiuto di un cane.
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