Altre indagini sulle “navi dei veleni”. Camera, sì a mozione, “Si cerchi la verita”, Governo fornisca risorse per ricerche

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Altre indagini sulle “navi dei veleni”. Camera, sì a mozione, “Si cerchi la verita”, Governo fornisca risorse per ricerche

Sì unanime della Camera alla mozione sulle navi dei veleni con carichi tossici affondate in prossimita’ delle coste calabresi. La mozione impegna il governo, tra l’altro, a proseguire con il massimo impegno nell’attivita’ di identificazione dei relitti sospetti e di verifica dell’eventuale esistenza di carichi nocivi per la salute pubblica o l’ambiente, fornendo al ministero dell’Ambiente le risorse finanziarie e tecnologiche necessarie per far luce su questa gravissima vicenda.

PRESTIGIACOMO, ANCORA INDAGINI,SERVONO UE E ONU

 Sulla questione ‘nave dei veleni’ ”e’ tuttora in corso l’attivita’ di ispezione” nel mare tra Maratea e Palinuro su mandato della procura di Lagonegro per il presunto affondamento di due relitti a largo delle coste tra la Basilicata e la Campania mentre in Calabria, chiusa l’indagine a largo di Cetraro (e’ il Catania affondato nel 1917) ”e’ in corso di esecuzione il piano di caratterizzazione” per l’ indagine a terra nei comuni di Aiello Calabro e Serra Aiello. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, in audizione in Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti. Il ministro ha quindi sottolineato come il ministero, per la parte delle verifiche a terra, e’ al di la’ delle sue competenze e, su incarico della procura di Paola, ha siglato una convenzione con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che, in collaborazione con l’Arpa Calabria, ”ha predisposto un piano di caratterizzazione, approvato dalla procura, che e’ in corso di esecuzione”. Le indagini sul fiume Oliva riguardano le acque superficiali e quelle di falda per un territorio di 8 chilometri. Per le ispezioni a mare, il ministro ha sottolineato che il Governo ”non puo’, sulla base di notizie di stampa, avviare ricerche in tutto il Mediterraneo. Questo e’ dispendioso e irragionevole. Quello che noi dobbiamo fare – ha aggiunto – e’ collaborare con le procure laddove ci sono informazioni ritenute fondate dalle procure. Sul piano politico bisogna coinvolgere l’Unione Europea e probabilmente anche l’Onu perche’ se si tratta di relitti in acque internazionali o comunque di traffici che non erano solo traffici nazionali, non possiamo farci carico da soli” della questione.

 

fonte:ANSA

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