Rimarrà in cella il 49enne Luca Fedele, indagato per l’omicidio preterintenzionale di Vincenzo Mazza, il 35enne trovato senza vita nella notte tra venerdì e sabato in un appartamento di via Gabriele D’Annunzio, nel quartiere Santa Margherita. Il giudice per le indagini preliminari Francesco Guerra, dopo l’interrogatorio di garanzia svolto ieri nel carcere di Salerno, ha infatti disposto la permanenza in custodia cautelare.
Durante l’udienza Fedele ha confermato quanto già dichiarato ai carabinieri e ai sanitari intervenuti nelle ore successive alla morte del giovane: sostiene di non aver mai conosciuto Mazza e di averlo trovato in casa come presunto ladro. Da qui, secondo la sua versione, la colluttazione culminata nella caduta che sarebbe risultata fatale. L’indagato, difeso dall’avvocato Maurizio De Feo, parla di un paio di colpi sferrati per difendersi, di un impatto al suolo e della successiva richiesta di soccorso.
Una ricostruzione che, stando agli elementi raccolti finora, non coincide con le prime risultanze investigative: per i carabinieri della Compagnia di Salerno il contesto sarebbe invece legato a un contrasto per questioni di droga, degenerato fino alla tragedia. Un quadro che sarà ulteriormente approfondito in vista di un eventuale processo.
L’autopsia e gli accertamenti sulla vittima
La procura ha incaricato la dottoressa Luciapaola Babi dell’esame autoptico e delle analisi tossicologiche e istologiche sulla salma del 35enne. Gli accertamenti, alcuni dei quali già avviati con una prima Tac, dovranno chiarire non solo la dinamica delle lesioni ma anche l’eventuale presenza di sostanze in grado di influenzare o aggravare l’esito della colluttazione. La famiglia Mazza è rappresentata dagli avvocati Giovanni Pentangelo e Giovanni Vitale.
La lettera dei residenti: segnalazioni su spaccio, violenze e prostituzione
A pesare ulteriormente sulla posizione di Fedele è una lunga lettera inviata al deputato Francesco Emilio Borrelli da alcuni residenti del complesso dove si trova l’appartamento teatro dell’omicidio. Il contenuto, ora all’attenzione degli investigatori, descrive un luogo segnato da episodi di degrado e presunte attività illegali.
«In quella casa non si svolge nulla di regolare», scrivono i cittadini, che riferiscono di frequenti episodi di violenza, presunto spaccio e prostituzione. Segnalano inoltre che il 49enne avrebbe problemi di dipendenze e che negli ultimi mesi si sarebbero verificati numerosi episodi di particolare gravità, compresi danneggiamenti attribuiti a ignoti e aggressioni ai danni del padre dell’uomo.
Un quadro inquietante che stride con il racconto fornito da Fedele e che rafforza l’ipotesi investigativa dei carabinieri, secondo cui la notte della tragedia nell’appartamento non si sarebbe consumato un tentativo di furto, ma una lite scoppiata per altre ragioni.
Il deputato Borrelli ha chiesto «verifiche immediate sulla dinamica che ha portato alla morte del 35enne», sottolineando la necessità di accertare se siano state poste in essere tutte le misure possibili per evitare che la situazione degenerasse fino a un esito così drammatico.


