Alla Pinacoteca Provinciale di Salerno, dal 21 dicembre al 25 gennaio, prende forma “Stratigrafie. La presenza dell’antico nelle opere del MMMAC – Museo Materiali Minimi di Arte Contemporanea di Paestum”, una mostra che invita il pubblico a riflettere sul dialogo profondo e continuo tra passato e presente. L’esposizione si inserisce nel progetto Archeologia in città, promosso dal Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno insieme alla Provincia di Salerno, alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino e alla Fondazione Paestum, con l’obiettivo di riportare l’archeologia al centro del tessuto urbano e culturale contemporaneo.
La mostra racconta l’attività pluridecennale del MMMAC di Paestum, un’esperienza unica nel panorama museale italiano, in cui l’archeologia non è semplice oggetto di studio ma diventa materia viva di reinterpretazione artistica. Attraverso lo sguardo di protagonisti dell’arte contemporanea, le tracce dell’antico si trasformano in segni, gesti, immagini minime capaci di attivare nuove narrazioni e inedite stratificazioni di senso.
Fondato nel 1993 a Paestum su iniziativa dell’artista Pietro Lista, il Museo Materiali Minimi di Arte Contemporanea nasce da una visione che affonda le sue radici nella riflessione teorica di Gillo Dorfles, il quale già dagli anni Ottanta aveva individuato nel gesto germinale, nello schizzo e nello scarabocchio, una matrice fondamentale del fare artistico, capace di precedere e talvolta superare l’opera compiuta. Seguendo questa intuizione, il MMMAC ha sviluppato nel tempo un percorso espositivo e progettuale incentrato sui “materiali minimi” dell’arte, privilegiando il rapporto con il paesaggio e con le immagini dell’archeologia e dando vita a cortocircuiti fecondi tra epoche diverse.
Emblematico in questo senso è il progetto Il Tuffatore di, che in due edizioni ha messo in dialogo artisti, disegnatori e designer con la celebre tomba dipinta del Tuffatore, scoperta a Paestum nel 1968. Un confronto che ha dimostrato come un’immagine archeologica possa continuare a generare visioni, interrogativi e nuove forme espressive nel presente.
Curata da Massimo Maiorino, Michele Scafuro e Stefania Zuliani del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno, la mostra presenta per la prima volta a Salerno una selezione significativa di opere appartenenti alla collezione del MMMAC, accanto all’intera serie dei lavori realizzati per la seconda edizione de Il Tuffatore di. Tra i materiali esposti figurano lavori di artisti di rilievo internazionale come Jean-Michel Basquiat, Tomaso Binga, Gillo Dorfles, Fabio Mauri, Mario Persico e James Rosenquist, che testimoniano la varietà di linguaggi e approcci attraverso cui l’antico continua a essere interrogato dall’arte contemporanea.
Il progetto espositivo si avvale del coordinamento curatoriale di Nuvola Lista, direttrice del MMMAC, e sarà accompagnato da un ciclo di incontri pubblici che approfondiranno i temi della mostra, dal collezionismo del “non-finito” al rapporto tra la tomba del Tuffatore e i linguaggi contemporanei, fino alle immagini di Paestum come luogo di stratificazione culturale e visiva.
La presentazione ufficiale al pubblico è prevista per domenica 21 dicembre alle ore 11 negli spazi della Pinacoteca Provinciale di Salerno, dando avvio a un percorso espositivo che si propone come un’occasione preziosa per rileggere l’antico non come vestigia immobile, ma come presenza attiva e generativa nel pensiero e nelle pratiche artistiche del nostro tempo.


