Il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni si conferma anche nel 2024 uno dei modelli più virtuosi dell’economia circolare campana. È quanto emerge dal dossier Comuni Ricicloni 2025 di Legambiente Campania, presentato a Benevento nell’ambito dell’Ecoforum regionale. I numeri fotografano un territorio che continua a essere riferimento per qualità della raccolta differenziata e capacità di ridurre il rifiuto indifferenziato.
Con una raccolta differenziata media del 72,94%, il Parco supera ampiamente sia la media regionale sia il limite di legge del 65%. Dei suoi 80 comuni, ben 66 superano la soglia minima prevista, confermando la solidità di un sistema di gestione che negli anni ha costruito un modello efficiente e stabile.
Ma il dato che più impressiona è quello relativo ai Comuni Rifiuti Free, ossia quelli che, oltre a registrare almeno il 65% di raccolta differenziata, producono meno di 75 kg di secco residuo per abitante all’anno: nel territorio del Parco sono 31, il numero più alto di tutta la Campania. Un primato che testimonia un cambio culturale ormai radicato e una filiera di raccolta capillare, che funziona anche nei piccoli centri e nelle aree a bassa densità abitativa.
I risultati del Parco cilentano emergono in un quadro regionale che mostra segnali di crescita ma anche criticità. La Campania, infatti, nel 2024 raggiunge una media del 58,05% di raccolta differenziata, con 340 comuni “ricicloni”, mentre restano 210 quelli che non superano la soglia del 65%. In questo contesto, il Parco del Cilento rappresenta una delle eccellenze non solo della regione, ma dell’intero Mezzogiorno.
L’analisi di Legambiente conferma come l’area protetta abbia saputo consolidare negli anni un modello industriale dell’economia circolare capace di produrre risultati stabili, con benefici ambientali e sociali che incidono positivamente sulla qualità della vita dei residenti e sulla vocazione turistica del territorio.
Un esempio di come, anche nel Sud Italia, la gestione integrata dei rifiuti possa diventare motore di sviluppo.


