4 Dicembre 2025

Rapporto Isfort: l’Italia resta legata all’auto, ma la mobilità sostenibile avanza

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Rapporto Isfort: l’Italia resta legata all’auto, ma la mobilità sostenibile avanza

L’ecomobilità italiana continua a mostrare segnali contrastanti. È quanto emerge dal 22° Rapporto Audimob di Isfort, che fotografa un Paese ancora fortemente dipendente dall’auto privata, nonostante i costi elevatissimi e un utilizzo paradossale: 41,3 milioni di vetture che restano parcheggiate per oltre il 95% della giornata.

Il dato economico è altrettanto pesante: nel 2024 le famiglie hanno speso 334 euro al mese per mantenere l’auto, per un totale che supera i 105 miliardi l’anno. Un modello di mobilità che fatica a conciliarsi con gli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Unione Europea.

Auto dominante, elettrico in frenata

Nel primo semestre del 2025 l’auto resta il mezzo più utilizzato per gli spostamenti quotidiani degli italiani, seppur in lieve calo: 60,8% contro il 63,1% del 2024. La transizione elettrica, invece, non ingrana: le immatricolazioni di veicoli a emissioni zero rimangono basse e lontane dai livelli dei principali partner europei.

L’Italia, rileva Isfort, rischia di affrontare una “transizione brusca” senza che siano garantiti strumenti di accessibilità economica e infrastrutturale adeguati.

La sorpresa del 2025: più bici e più moto

Nel panorama generalmente statico della mobilità italiana spicca un dato in controtendenza: crescono gli spostamenti in bicicletta, passati dal 4,1% al 5,2% nel giro di un anno. Un aumento del 27% che, in un Paese dove gli indicatori cambiano lentamente, rappresenta un segnale rilevante.

In crescita anche l’uso delle moto (dal 3,5% al 4,5%), mentre gli spostamenti a piedi segnano un lieve arretramento (dal 21,3% al 20,6%).

Trasporto pubblico: migliorano le percezioni, non i numeri

Il trasporto pubblico locale mostra una timida ripresa: 8,9% contro l’8% dello scorso anno. La soddisfazione degli utenti migliora, sottolinea il direttore della ricerca Carlo Carminucci, ma il settore continua a soffrire per l’assenza di investimenti strutturali.

La rete si impoverisce e l’intermodalità – la combinazione di più mezzi nello stesso viaggio – rimane marginale, ferma al 2,8%.

Il grande paradosso: tante auto, poca mobilità

Il quadro disegnato da Isfort mette in luce la rigidità del modello di mobilità italiano: troppe auto, troppo vecchie, troppo ferme. E poca capacità di integrare mezzi diversi.

Eppure, proprio la crescita della bicicletta dimostra che quando si investe in alternative credibili – ciclabili, zone 30, sicurezza stradale – le persone cambiano abitudini.

Ecomobilità in Italia: un cambio di rotta è possibile

Il tasso complessivo di mobilità sostenibile sale al 34,7% (era 33,4%), un miglioramento ancora fragile ma significativo. Per Isfort è un segnale che indica la direzione: infrastrutture migliori, politiche stabili e città progettate attorno alle persone – non attorno ai parcheggi.

La sfida, oggi, non è convincere gli italiani a muoversi in modo più sostenibile. È metterli nelle condizioni di farlo.

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