Rapporto semestrale Dia: «Cilento esposto agli interessi dei clan napoletani»

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Rapporto semestrale Dia: «Cilento esposto agli interessi dei clan napoletani»

Emergono dati significati dalla relazione semestrale della Dia, in relazione alla diffusione della criminalità sul territorio nazionale. I dati snocciolati relativi alla regione Campania mostrano uno scenario criminale mutevole ed eterogeneo, caratterizzato da un lato da dinamiche operative violente ed incontrollate, dall’altro da una profonda infiltrazione, ad opera di storici clan napoletani e del- l’area casertana, nel tessuto economico e imprenditoriale, locale e ultra regionale.

La morfologia di alcune strutture camorristiche si caratterizza, da diverso tempo, per l’assenza, al vertice, di leader autorevoli, molti dei quali sottoposti al regime previsto dall’art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario, altri passati a collaborare con la giustizia, motivi per cui si è innescata una lunga fase di accese e caotiche conflittualità in seno alle strutture stesse, generando lotte intestine e scontri per assicurarsi il comando. 

Per quanto riguarda la provincia di Salerno sul piano generale, pur non registrandosi significativi cambiamenti rispetto ai semestri precedenti, le organizzazioni criminose di maggiore spessore e di più datato radicamento hanno sviluppato, accanto agli affari illeciti ‘tradizionali’ (traffico di stupefacenti in primis), sempre più incisive tecniche di penetrazione nel tessuto socio-economico, politico e imprenditoriale locale. 

Piana del Sele Nell’area compresa tra i comuni di Eboli, Campagna e Contursi, dopo la disarticolazione dello storico clan Maiale, si sono creati piccoli gruppi, alcuni guidati da ex affiliati al citato sodalizio338 e altri autonomi, che starebbero tentando di ritagliarsi uno spazio per il controllo e la gestione delle attività illecite339. Nel mese di aprile, la Dia di Salerno ha eseguito, ad Eboli, un provvedimento di sequestro nei confronti di un soggetto già affiliato al clan Maiale e poi passato al sodalizio Fabbiano-Capozza, anche questo operante nella Piana del Sele. L’ingente patrimonio accumulato era frutto di molteplici condotte criminose, tra le quali l’usura, praticata in danno di imprenditori in difficoltà, sottoposti, peraltro, anche a pesanti vessazioni in caso di mancati pagamenti.
L’area compresa tra i comuni di Battipaglia e Pontecagnano vede invece protagonista il
clan Pecoraro-Renna, gestito da nuove leve impegnate ad acquisire risorse per mantenere le famiglie degli associati in carcere e conservare la leadership nella zona340

La situazione nel Cilento Il Cilento, pur non evidenziando sodalizi autoctoni strutturati, attesa la particolare vocazione turistico – ricettiva, risulta esposto agli interessi dei clan napoletani.  Il Vallo Di Diano si conferma zona d’interesse per sodalizi criminali di diversa matrice, essendo posto a cerniera tra l’alta Calabria, la Campania e la Basilicata. Nel comprensorio sono operativi due gruppi criminali che mantengono rapporti di collaborazione con i clan dell’alto Tirreno cosentino e con sodalizi napoletani, autofinanziandosi con usura, estorsioni, traffico di armi e di stupefacenti. 

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