Rebus ospedali, Polla svilito: «Vallo della Lucania non può essere il riferimento, troppo distante»

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Rebus ospedali, Polla svilito: «Vallo della Lucania non può essere il riferimento, troppo distante»

La bozza del riassetto della rete ospedaliera e territoriale della Regione Campania desta preoccupazione nel Vallo di Diano. Sul tavolo c’è l’emergenza cardiologica e quella legata all’ictus celebrale. A esprimere dubbi è il Codacons Vallo di Diano che in una nota spiega come sarà riorganizzata la rete ospedaliera. Il nuovo progetto sanitario che parte dalla Regione Campania si basa sul modello «Hub and spoke» che prevede, in sintesi, che i trattamenti sanitari complessi dovranno essere erogati a Vallo della Lucania a cui gli ospedali del territorio invieranno gli ammalati. Tra questi chiaramente spuntano anche Sapri e Polla. 

Polla declassato «Quali sono le nostre proccupazioni? – denuncia il Codacons attraverso il suo portavoce Roberto De Luca – Innanzitutto, ancora una volta, l’ospedale di Polla sta sempre un gradino gerarchico sotto quello di Vallo della Lucania. Le ragioni le intuiamo, ma non capiamo la logica sociale della ‘politica del territorio’ del caso. Perché se la vallata di Parmenide e Zenone ha saputo influenzare la Storia, anche quella recente, con colpi di mano che sono riusciti grazie alla compiacenza di qualche valvassino locale, di certo non potrà modificare la Geografia di questi luoghi. Avere come riferimento dell’emergenza Vallo della Lucania non è che un modo per mettere a rischio la vita di ciascun cittadino della nostra vallata in caso di emergenza. E vediamo perché. A parte la configurazione orografica del territorio a Sud di Salerno e la conseguente difficoltà di raccordare le varie aree con reti di comunicazioni dirette, ci sono dati incofutabili, come i tempi di percorrenza da e per Vallo della Lucania».

Le distanze Nell’analisi del Codacons ci sono i confronti in condizioni di traffico normale: «Polla-Salerno: 53 minuti, Polla-Potenza: 55 min., Polla-Vallo della Lucania: 1ora e 20 minuti». «Pertanto, – spiegano – chi redige questi piani non sembra conoscere bene il territorio a Sud di Salerno (ed – evidentemente –  non usa “google maps”). In questo caso, siamo lieti di poter aiutare, perché si possa modificare qualche dettaglio in questa riaroganizzazione dei servizi sanitari. Perché noi non vogliamo assolutamente pensare che non si voglia più riconoscere ai cittadini del Vallo di Diano uno status costituzionale paritario rispetto al resto dei cittadini italiani. Perché noi non vogliamo nemmeno pensare che si possano mettere a potenziale rischio le vite di 60.000 abitanti di una vallata ai quali è capitata la sventura di non godere più della protezione di un potente vassallo, in questo nuovo medioevo», concludono».

Preoccupati anche a Sapri Anche nel golfo di Policastro c’è preoccupazione per la paventata chiusura dell’Uoc di rianimazione del presidio Immacolata. Da qui la diffida da parte della Cgil e la richiesta di chiarimenti al riguardo, con una missiva, inviata al governatore De Luca, al commissario della Sanità Polimeni e al commissario Postiglione. «Ricordiamo – scrivono – che la Uoc di Sapri ha indici di produttività qualitativi e quantitativi confrontabili con la Uoc di rianimazione di Dea di primo livello e che in un presidio di frontiera come quello di Sapri in un territorio caratterizzato da criticità oro-geografiche, da deprivazione socio-economiche, da massicce presenze turistiche da maggio ad ottobre, con indici elevati di gravi traumatismi e gravi eventi patologici acuti, non è assolutamente ipotizzabile la chiusura dell’Uoc, quale la rianimazione, che oltretutto funziona bene».

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