Nel Cilento c’è un prodotto che più di ogni altro racconta l’identità gastronomica del territorio: la Soppressata di Gioi, un salume che non è solo eccellenza culinaria, ma autentico patrimonio culturale. Presidio Slow Food, simbolo di un sapere antico e di una lavorazione rimasta fedele alla tradizione, la soppressata gioiese continua a rappresentare uno dei prodotti più ricercati dell’enogastronomia campana.
Una lavorazione antica e rigorosa
La Soppressata di Gioi nasce a Gioi Cilento, entroterra cilentano. La ricetta prevede l’utilizzo di carni magre di suino allevato localmente, tagliate a coltello. Dopo essere stata insaccata in budello naturale, la soppressata viene forata manualmente e lasciata asciugare lentamente nei sottotetti o nelle cantine in pietra, dove il microclima di Gioi fa letteralmente la differenza.
Il segreto del cuore morbido: il lardo centrale
Ciò che rende unico questo salume è il suo tratto distintivo: un cubo di lardo al centro dell’impasto, che in fase di stagionatura resta morbido e rilascia un aroma inconfondibile. Al taglio, la soppressata rivela un contrasto visivo di colori e consistenze che ne anticipa la ricchezza gustativa: rosso vivo, bianco perlaceo e profumi intensi che evocano natura, legna e tradizione contadina.
Al palato, la Soppressata di Gioi è elegante e persistente, mai aggressiva. Il sapore rotondo della carne si unisce alla dolcezza del lardo e agli aromi naturali sviluppati durante la lunga stagionatura. È un salume che parla del Cilento interno, dei suoi allevamenti familiari, della cura artigianale e delle generazioni che hanno custodito la ricetta come un’eredità preziosa.
Perfetta da sola, accompagnata da un pane casereccio cotto a legna, la soppressata trova la sua massima espressione se abbinata a un Aglianico cilentano, a un rosato robusto del territorio. Ottima anche come protagonista di taglieri, aperitivi e piatti tradizionali, può essere gustata a temperatura ambiente per esaltarne profumi e morbidezza.




