11 Dicembre 2025

Stazioni inaccessibili Cilento, Cddu: «Negare utilizzo significa accettare discriminazione strutturale»

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Stazioni inaccessibili Cilento, Cddu: «Negare utilizzo significa accettare discriminazione strutturale»

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani interviene sulla risposta ufficiale inviata da Rete Ferroviaria Italiana all’attivista Christian Durso, che nelle scorse settimane aveva denunciato l’inaccessibilità delle stazioni ferroviarie di Pisciotta–Palinuro e Centola–Palinuro–Marina di Camerota per le persone con disabilità.

La replica di RFI, pur tecnicamente dettagliata, fotografa una situazione che apre interrogativi profondi: lungo la linea Battipaglia–Reggio Calabria, una delle dorsali ferroviarie più importanti del Sud, due stazioni restano di fatto precluse a una parte dei cittadini. Marciapiedi troppo bassi, sottopassi accessibili solo tramite scale, totale assenza di personale PRM e mancato inserimento nel circuito nazionale delle oltre 370 stazioni abilitate rendono impossibile l’utilizzo del servizio per chi ha ridotta mobilità.

Un punto della risposta di RFI colpisce più di tutti: l’assenza di un obbligo normativo a dotare ogni stazione del servizio di assistenza. Un’affermazione che, secondo il Coordinamento, rischia di trasformare un diritto costituzionale – la mobilità – in un benefit subordinato a criteri di frequentazione o convenienza economica. «I diritti non possono dipendere dal numero dei passeggeri né dalla redditività di una fermata», ribadiscono i docenti.

Tra le criticità sottolineate anche il rinvio, ritenuto “poco realistico”, alle stazioni attrezzate più vicine, come Vallo della Lucania-Castelnuovo e Sapri. Una soluzione che, nella pratica, scarica sulle persone con disabilità ulteriori spostamenti e costi, trasformando un viaggio ordinario in un percorso ad ostacoli.

Sul fronte degli interventi, RFI apre alla possibilità di installare ascensori nella stazione di Pisciotta–Palinuro, ma senza indicare tempi, finanziamenti o progettazioni avviate. Nessun riferimento viene invece fatto per Centola–Palinuro–Marina di Camerota, che resta esclusa da qualsiasi ipotesi di adeguamento.

«L’accessibilità non è una gentile concessione – osserva il Coordinamento – ma una condizione minima di cittadinanza. Una stazione ferroviaria non è solo un luogo di transito: è un punto di accesso alla comunità, alla cultura, al lavoro. Negarne l’utilizzo significa accettare una discriminazione strutturale».

Il CNDDU fa proprie le preoccupazioni di Christian Durso e rilancia un appello alle istituzioni nazionali, regionali e locali affinché assumano una responsabilità chiara e non più rinviabile: programmare interventi che mettano al centro le persone, non le statistiche o i flussi.

«Un Paese che misura i diritti in base ai numeri – conclude il Coordinamento – smarrisce il senso stesso dell’uguaglianza».

Il CNDDU annuncia infine che continuerà a seguire la vicenda, promuovendo il confronto pubblico e percorsi educativi sui diritti umani, affinché nessuno debba più chiedere “permesso” per salire su un treno.

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