Quali sono i pericoli per il Cilento

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Quali sono i pericoli per il Cilento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo l’intervista che ci ha rilasciato Franco Ortolani, ordinario di geologia e direttore del dipartimento di pianificazione e scienza del territorio dell’Università Federico II di Napoli, un’altra voce illustre ha messo in luce le cause dei terremoti nel Cilento. A Gianluca Valensise, dirigente di Ricerca dell’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia gli è stato chiesto:

D. È possibile che i terremoti della fascia costiera e del mare del Tirreno meridionale siano di origine vulcanica? Che correlazione ci può essere tra i terremoti e l’attività vulcanica? Se i terremoti della suddetta fascia costiera non sono di origine vulcanica, qual è la loro causa? In particolare mi riferisco al terremoto verificatosi il giorno 17 gennaio di questo anno vicino San Giovanni a Piro in provincia di Salerno. 

Ebbene, la risposta di Valensise è stata la seguente:  

R. La risposta al suo quesito è un semplice no. I terremoti della costa tirrenica cilentana e della Basilicata non sono di origine vulcanica. In ogni caso, anche se lo fossero, la loro distanza dal monte Marsili impedirebbe di ricondurli a quello come possibile causa. La tettonica della penisola italiana è molto complessa. È come se l’Italia fosse una terra molto frammentata, e spostandosi anche solo di 20-30 km si può passare da un dominio tettonico, ad esempio uno in cui domina il vulcanismo attivo, a zone sottoposte ai normali sforzi tettonici di distensione o compressione della litosfera. Nel caso specifico dei terremoti cilentani, si può pensare che anche lì la litosfera sia in estensione come lungo la dorsale appenninica; ma si tratta di una regione molto poco attiva dal punto di vista tettonico, e per questa ragione le conoscenze sono molto scarse (ma anche i terremoti!).

Come Franco Ortolani, quindi anche Gianluca Valensise esclude categoricamente che il terremoto dello scorso 17 gennaio possa essere ricollegato ad un eventuale attività vulcanica del Marsili, poiché i terremoti che si sono verificati nel Cilento non sono di origine vulcanica, ma tettonica. Anche il terremoto del marzo 2004, di magnitudo 4.3, con epicentro nel mare a 30 km dal golfo di Policastro era di origine tettonica.

Nell’intervista a Franco Ortolani è stato escluso che il Marsili possa provocare un maremoto. A questo c’è da aggiungere un’altra cosa a riguardo degli tsunami. Ortolani ha dichiarato che i maremoti possono essere generati da terremoti, i quali possono provocare delle frane sottomarine, muovendo, conseguentemente una grande quantità di acqua, causando appunto i maremoti. Quindi il pericolo maremoti esiste, ma non è riconducibile all’attività vulcanica del Marsili.

Ricapitolando il tutto, i pericoli del Cilento, secondo queste opinioni autorevoli, sono riconducibili a terremoti di bassa entità poiché, come sostiene Valensise, il Cilento è una regione molto poco attiva dal punto di vista tettonico. Per quanto riguarda i maremoti, questi sono provocati da frane sottomarine e, in alcuni casi, sono generati, a loro volta, da terremoti. Per quanto riguarda le attività vulcaniche del monte Marsili, sia Ortolani che Valensise hanno escluso possibili pericoli.

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