Topi e locali fatiscenti: il dottore rifiuta il turno notturno alla guardia medica

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Topi e locali fatiscenti: il dottore rifiuta il turno notturno alla guardia medica

Un presidio sanitario infestato dai topi, privo di acqua potabile e segnato da infiltrazioni e muffe. È il quadro che emerge dalla denuncia del dottor Francesco Maiore, medico di continuità assistenziale a Capaccio Capoluogo, che ha deciso di non presentarsi al turno notturno in programma dalle 20 alle 8 «per mancanza dei requisiti minimi igienico-sanitari».

«Da mesi – racconta – segnaliamo ai responsabili distrettuali e alle autorità locali la totale inadeguatezza dei locali in cui siamo costretti a lavorare. Le barriere architettoniche rendono la struttura inaccessibile ai disabili, le infiltrazioni hanno creato ambienti insalubri, e l’assenza di erogazione idrica ci ha costretti a rifornirci con taniche portate da casa. Tutte le nostre segnalazioni sono rimaste senza riscontro, salvo qualche intervento di facciata quando si è temuto che potessero emergere responsabilità dirette».

La situazione, spiega il medico, è peggiorata dopo la chiusura del Psaut notturno: «Il servizio di continuità assistenziale ha finito per sostituirsi sempre più spesso a quello di pronto soccorso, andando oltre le proprie funzioni originarie. È un carico che grava sui professionisti e sui cittadini, lasciati in una condizione di precarietà che non ha giustificazioni».

Maiore parla di «problema non solo grave, ma feroce» e critica l’inerzia delle istituzioni: «Da anni ci ripetono che mancano medici, che sono stati fatti bandi, che si stanno attivando. Ma sono soltanto parole. Non c’è la volontà di investire davvero sull’essenziale per questo territorio».

Il rifiuto del turno notturno, spiega, è stata una decisione sofferta ma inevitabile: «Abbiamo garantito il servizio persino durante la totale interruzione dell’acqua. Ora, però, di fronte a un degrado che non rispetta né i cittadini né i sanitari, è doveroso fermarsi. Non possiamo più accettare condizioni simili, che mettono a rischio la salute di tutti».

La protesta riaccende i riflettori sullo stato dei presidi periferici e sull’emergenza sanitaria in aree interne e costiere del Salernitano, dove i medici di guardia si trovano spesso a fronteggiare carichi impropri e strutture non all’altezza del servizio che dovrebbero garantire.

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