Turismo prossimale infantile e teoria dell’appopolamento: gli studi di Laura Cuozzo protagonisti al DMED 2025

| di
Turismo prossimale infantile e teoria dell’appopolamento: gli studi di Laura Cuozzo protagonisti al DMED 2025

Si è conclusa con successo la quarta edizione del DMED, Salone della Dieta Mediterranea, tenutosi dal 30, 31 maggio al 1giugno al Next – Nuova Esposizione ex Tabacchificio di Capaccio Paestum con un format ricco di cooking show, dibattiti , musica e talk show. Il DMED ha riunito produttori ed imprenditori che orbitano nell’ ambito del sistema cibo per dare valore al made in Italy. Questa manifestazione si avvale ogni anno del patrocinio di istituzioni, enti ed organizzazioni che riconoscono il valore della dieta mediterranea nel mondo come patrimonio dell’umanità, coincidendo tale dieta con uno stile di vita salubre improntato ad una visione gastronomica, sociale, antropologica, scientifica e culturale del buon vivere. La Dieta Mediterranea è diventata anche simbolo di longevità. Essa rappresenta inoltre un contenitore culturale nel quale fiorisce il turismo di qualità che ha a cuore il benessere fisico e psicologico delle persone.

Il leitmotiv 2025 del salone della Dieta Mediterranea è stato l’ Agenda Onu 2030 per lo sviluppp sostenibile connessa a 17 obiettivi e svariati sotto targets. Il DMED 2025 si è sviluppato intorno al tema delle persone, una delle 5P dell’Agenda 2030, laddove i restanti Pianeta, Pace, Prosperità e Partenership rappresentano concetti interconnessi ed interscambiabili per un cammino comune di prosperita’ e salute generali. Le persone in prima linea rappresentano la vera ricchezza con il loro bagaglio di unicita’, competenze ed esperienze per lo sviluppo sostenibile tout court. Esse sono le protagoniste al centro della sfida di una vittoria collettiva sulla rigenerazione urbana anche del vivere in Cilento , patria per eccellenza della dieta mediterranea.

Nella giornata conclusiva del 1 giugno si è svolto al DMED il talk “Il Turismo prossimale infantile e la teoria dell’ appopolamento” su input dell’attivista Agenda Onu 2030 Laura Cuozzo, corroborata dagli interventi del Consigliere della Provincia di Salerno delega al turismo Pasquale Sorrentino con “la tassonomia dei nuovi turismi locali, generatori di start up” e la scrittrice Antonella Casaburi, autrice del romanzo “Mirari” edizioni Lasteria, promotore della cultura e bellezza del Cilento.

Ha moderaro Laura Cuozzo per l’Occhio di Salerno nell’ordine: Dr.ssa Laura Cuozzo, impiegata statale e volontaria nell’ambito dell’associazione Passo Dopo Passo di don Aniello Panzariello di Novi Velia, promotrice del festival – Noi Siamo La Montagna- giunto alla quinta edizione integrato al progetto di Turismo Prossimale Infantile ( goal 4 , povertà educativa 2030 ) e la teoria sociologica dell’ Appopolamento. Tale modello socio-pedagogico si avvale di fare affezionare i bambini dai sei ai dodici anni al proprio territorio con itineranza negli 80 borghi sorteggiati attraverso un gioco- pesca, del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Monti Alburni ( percepito come Parco delle Meraviglie ) invogliandoli a scoprirlo in formula week-end attraverso percorsi esplorativi a carattere culturale artistico, aziendalistico, gastronomico, religioso naturalistico e delle tradizioni, paesaggistico, documentaristico : un metodo replicabile in altre aree interne e depresse d’Italia, afflitte da spopolamento.

La dr.ssa Laura Cuozzo ha precisato che l’Italia è costituita dal 70 % di montagn , ed il restante 30% da costa Proprio la costiera rappresenta il maggior capitale economico in chiave turistica. Soffermarsi sul concetto che solo chi ha cura di un luogo ne diventa il proprietario ( la cosiddetta coscienza di luogo – Magnaghi A. ) apre la mente sull’ importanza del coinvolgere le future generazione a prendere coscienza del dove si abita. Questo risveglio indotto dalle mamme, prime educatrici dell’ approccio turistico autoctono dei loro bambini ,aiuta gli stessi a conoscere e appropriarsi per davvero dei loro territori per immagazzinare emozioni e creativita’ per future strategie di sviluppo e salvezza delle loro aree interne. Un approccio che richiede sforzo ed analisi nel medio e lungo termine da parte degli operatori del progetto per correggere tutte le azioni e strumenti messi in campo con enormi sacrifici di resilienza per educare al non piangersi addosso , a non sminuire le proprie radici a causa di stereotipi negativi abusati e convalidati nel tempo, insegnando a riscrivere la storia individuale e collettiva con un cambio mentalita’ e culturale . Il naturale richiamo alla bellezza del Cilento che marchia il Parco come patria della dieta mediterannea , e’ una delle prime motivazioni a restare e investire. Un luogo se è bello invoglia a rimanere non a scappare. Questo è un primo passo verso la coerenza dell’ abitare realmente un luogo, cancellando ogni distorsione di percezione antropologica .

Dr.ssa Antonella Casaburi, scrittrice romanzo “Mirari” edizioni Lasteria . Un romanzo che si fa promotore di un turismo delle radici con un chiaro richiamo alle origini familiari. C’ è un tempo per partire ed un tempo per tornare. Questo i giovani lo sanno bene, laddove gli sbocchi occupazionali soprattutto al sud mancano e si è obbligati a trasferirsi la’ dove si è deciso di proseguire gli studi. Giulia, la protagonista del romanzo non ha intenzione di lasciare definitivamente Roma dove e’ collocata la sua sede universitaria , ma decide di compiere un viaggio di ritorno nel Cilento , terra delle sue origini per ricevere un’ eredita’. Il viaggio in treno diventa una metafora del recupero della sua identità familiare che la mette in contatto con la parte più autentica della sua anima. Quel ” mirari ” , che è un atto sia attivo che passivo di godere della bellezza di luoghi a lei familiari percepiti dal finestrino, diventa a tratti anche un ri- mirari, un riguardare i suoi luoghi dell’ infanzia e prima giovinezza , nel duplice senso di aver riguardo per loro e di tornare a guardarli con una consapevolezza matura, così potente da permetterle di apprezzarne la reale potenzialità. La trama del romanzo mette in collegamento anche i viaggiatori tra loro , come persone che si scambiano i sogni e saperi per intrecciare relazioni , partenariati. Il cibo, poi,giunti nel Cilento rappresenta il collante della loro amicizia. L’ arte e l’ amore fanno da sfondo con un finale sospeso che non pone fine a tornanze e permanenze definitive, sicuramente apre nuove opportunità a processi di consapevolezza della bellezza in accezione simbolica che spesso non si vede o si vede troppo tardi.

Dr. Pasquale Sorrentino, consigliere delegato al Turismo della Provincia di Salerno e vice sindaco di San Giovanni a Piro, ” La tassonomia dei turismi locali come attivatori di start up “. Il consigliere provinciale ha esposto le sfide e potenzialità inespresse dei turismi emergenti, tra i quali il turismo delle radici , turismo esperienziale, turismo religioso , turismo outdoor, turismo del silenzio , turismo gastronomico, oleoturismo , turismo prossimale infantile (tutti incentivati a crescere grazie alla recente apertura dell’ aereoporto di Salerno) sptt in Cilento per quanto attiene la destagionalizzazione e la concorrenza prezzo- qualita’ dei servizi offerti da altri stakeholders.Tra tutti i turismi attivi nel Cilento il modello vincente resta ancora oggi quello di godere della natura all’ aria aperta che allo stato attuale supera il 26 % della richiesta turistica, il che incentiva a mantenere attivo questo flusso, alimentandolo costantemente con la funzionalizzazione dei servizi attivi dal primo gennaio al trentuno dicembre.
Una delle principali criticità che declassa il turismo di qualità in Cilento e’ far disaffezionare il visitatore ai luoghi di per se’ meravigliosi per modalità sociali di accoglienza ed ospitalità dei turisti carenti di strategia imprenditoriale . La strategia dell’ accoglienza e’ difatti parte integrante del turismo, e riflette lo stato di salute della comunità stessa, oggetto di visita; essa partecipa alla creazione del clima turistico e non puo’ non conoscere le esigenze ed aspettative del turista se prima non ha analizzato se stessa . Aspettare i turisti solo tre mesi all’ anno per spennarli vivi nell’ottica della sopravvivenza locale, ammazza la crescita umana e partecipativa di un sistema integrato a forte vocazione turistica. Il feedback ” io ci torno in Cilento ” del turista ed il suo sacro passaparola sono la migliore pubblicità per un luogo la cui responsabilità è collettiva, spalmata sulle persone residenti , in questo caso sui cilentani stessi che diventano i principali assessori e promotori della loro comunità, una casa allargata ad ospitalita’ diffusa. Ecco quindi che il turismo , di qualsiasi genere esso sia, se riesce ad attivare tutta una serie di collaborazione comunitaria diventa non un lavoro di tre mesi all’ anno, ma uno stile di vita 12 mesi all’ anno , 24 h su 24 , improntato alla crescita intelligente e strategica che crea circoli virtuosi .

Consigliati per te

©Riproduzione riservata