Una chiacchierata d’altri tempi con Amedeo Pasca, memoria vivente del Cilento

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Una chiacchierata d’altri tempi con Amedeo Pasca, memoria vivente del Cilento

È stata una telefonata, avvenuta lo scorso agosto, a riportare Giorgio Mellucci indietro nel tempo. Dall’altro capo della linea c’era Amedeo Pasca, insegnante in pensione, originario di Cosentini, uomo dalla voce calma e dalla memoria lucida, capace di evocare atmosfere e ricordi che appartengono all’anima del Cilento.

«Quella chiamata – racconta Mellucci – mi ha fatto rivivere il sapore degli antichi caffè condivisi e delle giornate d’estate trascorse tra libri e racconti. Ho sentito forte il desiderio di andare a trovarlo».

Entrando nella casa di Pasca, Mellucci descrive di aver percepito «l’eco dei passi di chi aveva attraversato il tempo con occhi attenti e cuore aperto». Vecchie fotografie in bianco e nero, sorrisi impressi sulla carta, racconti che ancora respiravano: tra quei ricordi compariva anche la figura del nonno di Giorgio, Vittorio, segretario comunale, e quella del bisnonno Angelo, conosciuto come “lo speziale”.

«La sua casa – continua – era un vero cenacolo letterario. Mio bisnonno aveva lavorato in Argentina come direttore della farmacia Crespo e univa l’esperienza professionale alla capacità di dispensare consigli e saggezza. Giovani dei paesi vicini, come Vittorio Amoresano e Benito Funicello, si ritrovavano lì per leggere e confrontarsi».

Nel racconto emergono anche figure come quella del sarto Giuseppe Damiani, che insegnava ai ragazzi non solo un mestiere ma anche dignità e passione.

E poi il ricordo del teatro popolare di Cosentini, il primo del comune e probabilmente di tutto il Cilento. «Ogni 16 agosto – spiega Mellucci – dalla casa di mio bisnonno prendeva vita uno spettacolo itinerante che coinvolgeva l’intero paese. Non era solo teatro, era vita comunitaria. Amedeo ne fu uno dei promotori insieme a un signore di Serramezzana».

Non mancava il carnevale, con i suoi colori e le sue maschere, momento di aggregazione e festa collettiva. Oggi alcune di quelle tradizioni sono riproposte dall’associazione Euphória, che ha il merito di ridare luce a memorie rischiate di svanire.

La chiacchierata con Amedeo Pasca, sottolinea Giorgio Mellucci, non è stata solo un esercizio di memoria. «È stato un viaggio nell’anima del Cilento, alla scoperta del filo invisibile che unisce le generazioni. Ho compreso che la vera ricchezza di un territorio non sono i luoghi, ma le persone che ne custodiscono l’anima».

Un ringraziamento che diventa anche riconoscimento: «Grazie, zio Amedeo, per la tua lucidità e generosità. Sei un custode di memorie preziose e un faro per chi vuole comprendere la forza e il valore della nostra comunità».

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