Una garzetta in mezzo al mare: salvata al largo di Marina di Camerota grazie a una rete di volontari

| di
Una garzetta in mezzo al mare: salvata al largo di Marina di Camerota grazie a una rete di volontari

Una garzetta, giovane esemplare di airone bianco, è stata ritrovata in mare aperto al largo di Marina di Camerota, nel Cilento, in apparente difficoltà. Il salvataggio dell’animale ha dato vita a una vera e propria catena di solidarietà, fatta di passione naturalistica, competenza scientifica e spirito di volontariato, che ha permesso il suo trasferimento al CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) di Napoli.

A raccontare la vicenda è l’ornitologo Rosario Balestrieri, presidente di ARDEA (Associazione per la Ricerca, la Divulgazione e l’Educazione Ambientale) e ricercatore della Stazione Zoologica Anton Dohrn. Tutto è cominciato quando il naturalista Yari Salvi, ex collega universitario, ha rinvenuto l’animale in mare aperto e lo ha contattato per un parere scientifico. Le prime ipotesi parlavano di un possibile attacco da parte di gabbiani reali, ma un’analisi più attenta ha ribaltato la dinamica.

Grazie all’intervento di Alfredo Galietti, naturalista residente a Centola, la garzetta è stata accolta per la notte in un luogo sicuro. Il giorno dopo, di buon mattino, Balestrieri ha percorso la tratta Galatone–Casal Velino per farsi carico del trasporto dell’animale. Coordinandosi con Adriano Minichino, veterinario del CRAS, è stato possibile stabilire un piano di alimentazione e consegnare il giovane esemplare al centro specializzato.

Solo durante questa fase, osservando da vicino il piumaggio e lo sviluppo delle penne primarie, è emerso che si trattava di un pullo nato in primavera, ancora incapace di volare. Probabilmente caduto dal nido lungo un corso d’acqua — forse il Mingardo — il piccolo airone deve aver raggiunto il mare trasportato dalla corrente.

«Le sessioni di alimentazione – racconta Balestrieri – sono diventate anche occasione per spiegare ai miei nipoti quanto sia difficile per gli animali selvatici sopravvivere e quanto possiamo fare, invece di complicare loro la vita, per aiutarli». I piccoli, affezionatisi al giovane animale, hanno deciso di chiamarlo “Ardea”, in omaggio alla specie e all’associazione del nonno.

La vicenda, che si è conclusa con l’arrivo della garzetta al CRAS, pone tuttavia l’attenzione su una problematica strutturale: il sistema di recupero e soccorso della fauna selvatica, in Campania, è operativo solo all’interno del comune di Napoli. Al di fuori di esso, tutto è lasciato alla buona volontà di cittadini e associazioni, che operano senza copertura economica e in condizioni logistiche spesso difficili.

«Sarebbe auspicabile – conclude Balestrieri – che almeno nei territori ricadenti nei parchi nazionali si destinassero risorse per il recupero e il trasporto della fauna selvatica. Salvare questi animali significa non solo tutelare la biodiversità, ma anche trasmettere un messaggio culturale ed educativo: quello del rispetto e della cura per la vita che ci circonda».

Ora Ardea è in buone mani. E forse presto, per la prima volta, potrà spiccare il volo.

Consigliati per te

©Riproduzione riservata