“Il Mar Mediterraneo presenta livelli di contaminanti fino a 10 volte superiori rispetto all’Oceano Atlantico”

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“Il Mar Mediterraneo presenta livelli di contaminanti fino a 10 volte superiori rispetto all’Oceano Atlantico”

Il delfino rinvenuto a Montecorice, lo scorso 28 dicembre, è l’ultimo di 8 cetacei spiaggiatisi sulle coste del salernitano nell’ultimo anno. Oltre ai delfini, sulle coste cilentane vengono rinvenute numerose tartarughe marine. Alcuni di questi animali sono stati studiati nella tesi di laurea di Federica Sirignano dell’Università di Siena e appartenente al Centro studi ecosistemi marini. Nella tesi sono stati analizzati i livelli di diversi contaminanti. Lo studio ha riscontrato che i livelli di questi contaminanti, analizzati in tali animali, risultano essere simili a quelli provenienti dalle altre zone del mediterraneo.
D. Qual è il livello di inquinamento del mar Mediterraneo?
R. Il Mar Mediterraneo, per le sue caratteristiche chimico fisiche presenta livelli di contaminanti fino a 10 volte superiori rispetto a quelli riscontrabili nell’Oceano Atlantico. Tale mare è un bacino semichiuso, l’unico punto di comunicazione con l’oceano è lo stretto di Gibilterra, che non consente un ricambio d’acqua significativo. Inoltre, sul bacino si affacciano numerosi paesi industrializzati e densamente popolati, il che comporta un ulteriore accumulo di sostanze inquinanti.
D. Gli spiaggiamenti sono riconducibili all’inquinamento?
R. Uno spiaggiamento non può essere attribuito semplicisticamente all’inquinamento. Le cause di morte dei cetacei possono essere molteplici. Tra queste le principali sono ascrivibili all’ interazione con la pesca, quindi con attrezzi di pesca e imbarcazioni; uccisioni intenzionali; cause di morte naturale. Poi bisogna fare il discorso dell’inquinamento. Numerose molecole inquinanti possono portare ad un indebolimento del sistema immunitario dei cetacei.
D. Perché si spiaggiano i cetacei?
R. Ci sono diverse teorie. Una delle quali attribuisce l’avvicinamento alla costa di questi animali alla necessità di respirare meglio nel momento in cui si trovano in difficoltà.
D. Qual è l’iter da seguire in caso si trovasse un cetaceo spiaggiato?
R. L’iter è descritto nel Decreto Dirigenziale della Regione Campania n°98 dell’ 11/08/2009 .Chi rinviene la carcassa deve avvertire la Capitaneria di Porto di competenza. La Capitaneria di Porto, a sua volta, avvisa l’ASL e vengono informati il Centro studi cetacei e il Centro studi ecosistemi marini. Se la carcassa è idonea all’analisi necroscopica, l’animale viene trasferito presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale del mezzogiorno.
D. Se l’animale si spiaggia vivo?
R. Quando si spiaggia un animale vivo, ogni decisione riguardante la salute dell’animale viene presa dall’ASL. Ad esempio nel mese di giugno un delfino è giunto sulla spiaggia di Palinuro, ma constatate le sue buone condizioni di salute è stato condotto dalla capitaneria di porto in mare aperto dove ha preso il largo senza problemi.
D.La scorsa primavera si è spiaggiato un delfino ancora in vita ad Eboli, cosa è stato fatto?
Il delfino si era spiaggiato presso il litorale di Eboli, ma viste le avverse condizioni del mare è stato trasportato nello specchio d’acqua adiacente il porto di Agropoli, un posto riparato dalla corrente. L’animale aveva difficoltà di galleggiamento per cui è stato necessario sorreggerlo giorno e notte per permettergli di respirare. L’animale è deceduto dopo tre giorni e si è proceduto con l’esame necroscopico dal quale sono emersi problemi di salute a livello di diversi organi. Quando un animale si spiaggia generalmente è perché il suo stato di salute non è buono.

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