Domani il Rotary Club presenta il progetto legalità 2011“I valori condivisi, unica via alla legalità”

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Domani il Rotary Club presenta il progetto legalità 2011“I valori condivisi, unica via alla legalità”

Sono lieto – dice il presidente del Rotary Club di Vallo – della rinnovata volontà di collaborazione tra le istituzioni e l’associazionismo locale, che è l’espressione della società civile. In un momento come questo, il Rotary non poteva rimanere insensibile e non cogliere l’opportunità di proporre a tutta la comunità una riflessione approfondita e attenta sul tema della legalità. E questo innanzitutto per la vocazione che gli è propria, fin dalla sua istituzione, ormai risalente ad oltre 100 anni fa: vocazione allo spirito di una convivenza ispirata all’amicizia e alla solidarietà tra gli individui, i popoli, gli Stati; ma anche per il ruolo e la responsabilità che gli deriva dalla sua natura di associazione apartitica, non confessionale, costituita da una rappresentanza strutturata delle categorie sociali, rappresentanza (indiretta) della società che esprime ogni club, ogni distretto, il Rotary nel suo complesso”.

“La legalità – continua il presidente Bianco – assume, nel comune vissuto personale e professionale di tutti  noi, accezioni differenti, frutto di punti di vista e prospettive diverse rispetto ad un fenomeno affiorante in molteplici contesti. Tuttavia la legalità, intesa come rispetto delle norme del civile comportamento – atteso e condiviso – che regolano la vita della comunità sociale, non sempre riesce ad imporsi alle coscienze individuali”.
“Perchè questo accade? – prosegue il presidente Bianco – Le risposte sono molteplici, ma ciò che appare chiaro è che NESSUNO può invocare un’assenza di responsabilità, tanto meno possono farlo l’autorità pubblica e le professioni, chiamate, per loro natura, a fungere da tramite per l’applicazione e il rispetto della norma da parte della comunità di cui sono espressione“.
Assumersi, dunque, questa responsabilità e farlo cominciando da qui, dal Palazzo di Giustizia, è significativo e suggestivo, perché questo è IL LUOGO, aperto, dove i cittadini e le istituzioni si incontrano, dove si verificano i patti, dove le norme interpretate ed applicate divengono garanzia di tutti i valori condivisi, luogo che dà voce e forza ai deboli, limiti ai forti, conforto ai giusti”. Luogo – come  siamo stati ammoniti all’ingresso – dello “svelamento”.  Luogo ove si svela – anche con sofferenza – la verità: la verità di un’ancora possibile appartenenza di ciascuno al patto sociale, la verità  del miracolo laico di una sua quotidiana conferma. E’ allora da questo luogo che deve partire una nuova stagione di presa di coscienza e responsabilità. Il Rotary non crede sia utopia, ma, piuttosto, un atto di fede. E non saremo noi  i primi a compierlo.
L’idea alla base dell’iniziativa, dunque, è quella di offrire a tutti i soci del Club ed alla comunità uno spazio ed un tempo per riflettere e interrogarsi sul destino dei valori etici radicati nella storia della comunità locale (misura e sobrietà nei comportamenti, onestà, impegno, responsabilità, tolleranza), ma pure e soprattutto sul ruolo e la responsabilità di ciascuno nel garantire a quei valori, sui quali si fonda ancora oggi la legalità, lo spazio personale e relazionale che ne assicuri la sopravvivenza. Allo sviluppo della ricerca e della discussione sui temi di riflessione proposti saranno chiamati a dare il proprio contributo sociologi, filosofi, religiosi, economisti, rappresentanti di categorie sociali, giuristi.

“Il progetto – conclude il presidente Bianco – prevede la realizzazione, tra il mese di febbraio e giugno prossimi, di un ciclo di incontri tematici di studio e discussione, nonché la pubblicazione degli atti e la redazione del documento finale o manifesto della legalità. Ciascun incontro tematico si concluderà con la predisposizione di una relazione da parte dei partecipanti, i cui contenuti verranno illustrati e discussi in sede di convegno finale, al cui esito – spero – risulteremo tutti almeno un po’ diversi, migliori, anche se non i migliori”.

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