Intervista ad Antonio D’Agosto, II parte: “Molti cittadini vivono sotto ricatto”

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Intervista ad Antonio D’Agosto, II parte: “Molti cittadini vivono sotto ricatto”

Antonio D’agosto, protagonista di numerose proteste nei confronti dell’amministrazione comunale di Vallo della Lucania, dopo aver parlato della piscina, analizza la reazione della cittadinanza vallese nei confronti delle proteste da lui intraprese. Parla dell’amministrazione comunale e di come si muove solo in vista delle elezioni. Del parcheggio a due piani, in costruzione presso il parco Stella del Mattino, dice che è solo uno spreco di denaro, l’importante è che bisogna far vedere la grandeur dell’amministrazione.
D. Molte volte lei si è esposto nel protestare contro l’amministrazione di Vallo della Lucania, ma, intorno a lei, c’è stato un supporto, ci sono state persone che l’ hanno affiancata nelle varie proteste, soprattutto per quanto riguarda la cittadinanza vallese?
R. La popolazione ha seguito, hanno seguito i giornali, le televisioni. Il problema è che viviamo in un ambiente nel quale l’esposizione non sempre è possibile. Purtroppo molti cittadini vivono sotto ricatto e un certo tipo di politica è una politica cattiva, nel senso che non ha problemi ad alzare il telefono e minacciare le persone. Però mi sono arrivate 4 lettere anonime di denuncia di varie situazioni, e innumerevoli email.
D. Quindi con il suo intervento lei è diventato il punto di riferimento per chi vuole denunciare qualcosa, forse il desiderio è quello di proteggersi facendo esporre lei?
R. Si, c’è gente che vuole che alcune loro istanze abbiano una voce, poiché loro non potrebbero farlo. Guarda le vicende della comunità montana, nel momento in cui qualcuno ha tentato di dare voce loro, sono stati richiamati all’ordine dalle dirigenze e hanno ritrattato tutta una serie di cose.
D. Lei hai ricevuto pressioni o minacce da parte delle persone che ha scomodato?
R. No, anche perché sanno benissimo che il mio rigore mi porterebbe immediatamente presso la Procura della Repubblica e non mi fermerei di fronte a nulla. Quindi, da questo punto di vista, se ne guardano bene dal farmi arrivare qualsiasi tipo di avvertimento. In un incontro molto concitato con l’allora sindaco Luigi Cobellis, dissi “guardate, voi mi potete togliere tutto ma non la mia libertà, la mia libertà non l’avrete mai, posso andare anche con il cappellino a chiedere l’elemosina davanti la chiesa, andare con gli stracci addosso”.
D. Da quello che lei dice traspare una certa solitudine nelle sue azioni.
R. No, abbiamo un gruppo, Liberi è più bello, all’interno del quale teniamo incontri. Adesso ci siamo incontrati con il nuovo gruppo che è nato, Scusate il ritardo. Sono giovani che hanno avuto modo di esprimersi e di uscire allo scoperto. Il problema è che a me piacerebbe che si vedesse anche qualcun altro, ma torniamo alla risposta di prima, cioè, dietro c’è gente. Nel momento in cui a queste persone chiedi di dire pubblicamente qualcosa di forte, hanno paura. Quindi io rappresento una figura parlante. Però non nasce da me, perché il lavoro che viene fatto è molto ampio ed è impensabile che io possa riuscire a coprire tutto. Tutti i manifesti che escono non sono io a scriverli, è una scrittura collettiva, chiaro che con i nuovi mezzi non c’è più il fatto che ti riunisci in un luogo fisico. Via email comunichi con tutti, poi io faccio la sintesi di tutte le proposte che vengono fatte ed esce tutto. Fare la vecchia politica è facile, ti metti con uno o con un altro. È un sistema che opprime questo territorio, lo sta portando alla deriva, perché anche a Vallo della Lucania e nel Cilento ci sono le cricche come in Italia. Bisogna intervenire, la gente non capisce che bisogna fare solo ed esclusivamente opinione. La piscina è l’esempio emblematico. C’è stata una manifestazione ma sono stato io che ho portato in piazza una mail di un cittadino, pare che fosse una persona di Pattano. Io sono andato sul comune e sono andato a leggere le carte. Da questa cosa la gente ha incominciato a parlare dello scandalo della piscina, del fatto che sono 15 anni che sono sempre gli stessi ad amministrare questo posto e che quindi hanno perso la forza propulsiva per migliorare lo sviluppo sociale, il paese in generale.
D. Quindi la piscina è l’emblema del lavoro svolto dalle ultime amministrazioni comunali di Vallo della Lucania?
R. Si, è quel lassismo, io la chiamo schizofrenia operosa,  cioè arrivare sotto elezioni e far vedere che si fa; da adesso a maggio incomincerai a vedere diecimila miliardi di iniziative del comune. A Natale dell’anno scorso non è stato fatto nemmeno un manifesto, quest’anno ne avrò visti almeno 3, luci stratosferiche. È un modo di fare delle cose senza costrutto, non hanno una progettualità alle spalle, perciò c’è un operosità, ma è un operosità malata, schizofrenica. Se vuoi creare qualcosa in un paese devi avere un progetto globale di sviluppo e portarlo avanti per i cinque anni. A fine dei cinque anni il cittadino dirà: ok, io ho visto questo paese cambiato come tu mi avevi detto, benissimo ti rivoto. Però abbiamo visto che questo paese negli ultimi 5 anni è sprofondato in un baratro.
D. Ci potrebbe essere un’alternativa a questo stato di cose? In pratica, alle prossime elezioni comunali ci sarà qualcuno che proporrà un programma alternativo?
R. Certo, noi stiamo lavorando anche a questo. Sono già 3 anni che siamo nati, prima poteva sembrare qualcosa di personalistico, adesso con il movimento che è Libero è più bello abbiamo già iniziato un percorso per confrontarci con le elezioni comunali dell’anno prossimo, di fatto abbiamo anche la possibilità di presentare una lista autonoma, da questo punto di vista siamo autosufficienti. Però ci poniamo anche il problema che non è una questione di mettere bandierine. Se c’è la possibilità di governare, ancora meglio, magari con altri soggetti che possano fare il bene di questo paese, che non abbiano un attaccamento ai vari politici salernitani, i quali da Salerno ordinano, perché questo si sta verificando. La libertà dell’assessore Marcello Ametrano è limitata al fatto che gli accordi con Edmondo Cirielli (presidente della Provincia di Salerno, ndr) lo portano a fare determinate scelte piuttosto che altre. Penso che siano politici che oramai hanno fatto il loro corso e debbano fare spazio ad altri, anche perché coloro che amministrano sono 20 anni, alcuni 25 anni che stanno lì. Posso capire se uno sta in comune 20 anni perché ha portato a compimento un progetto ampio, invece non c’è stato mai nulla di questo. Ad esempio, il parcheggio interrato dove ti ritrovi a spendere 2 milioni e mezzo di euro, che adesso è in variante, quindi con un ulteriore spreco di risorse economiche per un parcheggio che avrà solo dei costi ma nessun beneficio, perché prevede  110 posti. Sopra ci sarà il verde, in 60 cm metterai un po’ di aiuola, una piantina, giusto per farla vedere. Poi hanno trovato l’acqua sotto il cantiere, quindi molto probabilmente avranno problemi di infiltrazioni e dovranno fare uso di pompe, con relativo aumento dei costi di gestione. Marcello Ametrano, nell’ultima iniziativa che ho intrapreso, non riusciva a comprendere le mie parole, perché lui diceva, noi abbiamo proposto alcuni progetti e tra i vari progetti abbiamo scelto questo del parcheggio. Il problema è che l’amministrazione propone questi progetti.
D. L’amministrazione comunale propone questi progetti megalomani per concentrare l’attenzione su queste opere?
R. Si, è così. È il dire: abbiamo il parcheggio a due piani a Vallo della Lucania. Poi ha una sua utilità, ha dei costi enormi per la collettività, non glie ne frega niente. L’importante è che dobbiamo far vedere la grandeur dell’amministrazione.
D. Si può dire che il parcheggio di Vallo della Lucania sia come il ponte sullo stretto di Messina?
R. Si, un po’ il ponte sullo stretto di Messina. Sicuramente non metto in dubbio la correttezza del modo in cui è stata portato avanti la gara di appalto, però è un progetto che ha permesso a società di San Cipriano di Aversa di venire a prendere 2 milioni e 6 qui. Ma maestranza e manovalanza locale, non ce n’è. Quindi, non mi possono dire che è un opera che ha rilanciato l’economia del territorio. No, anzi ha portato soldi fuori. Ha smembrato un territorio, perché il parcheggio a due piani è devastante poiché è irreversibile: o ci tieni il parcheggio o ci tieni il parcheggio, non è che dici: sai domani vabbè male che vada ci faccio una bocciofila, se poi non ti servirà più quel parcheggio che fai? Allora questa è la cultura del costruire, del cementificare del non prendere in considerazione. C’è una dichiarazione su Youtube, del professore Luciano Cupelloni, ordinario di architettura alla Sapienza, il quale diceva che in paesi come Vallo della Lucania è impraticabile costruire un parcheggio del genere. L’intervista è stata fatta in un parcheggio al Laurentino, una zona molto degradata di Roma, dove hanno rivisitato un parcheggio che non serviva più e hanno costruito un centro polifunzionale, un centro per anziani, una biblioteca e tutta una serie di cose. Però questo parcheggio è a raso, se fosse stato un parcheggio a due piani avrebbero dovuto spendere soldi per demolirlo, per interrarlo e per costruirci sopra. Se io non ne so niente, vado dal professore universitario, l’architetto Luciano Cupelloni, e gli chiedo cosa ne pensa di questa cosa? “È un’assurdità è una follia totale una cosa del genere”. Loro invece se ne vengono con: secondo me. Sei un medico (Luigi Cobellis, ndr), non sei un urbanista. Dici: ok, mi sono consultato con un urbanista, mi sono consultato con questo, mi sono consultato con quest’altro e abbiamo raggiunto l’idea che fare una cosa lì globalmente può servire a questo. Invece no, loro dicono semplicemente: serve e basta perché questo l’ho deciso io. Dove sarà costruito il parcheggio c’era l’ingresso del parco Stella del Mattino, verde, bellissimo, piantumato, era una cosa bellissima con la scala che scendeva verso il parco giochi dei bambini. Adesso invece l’hanno fatto deperire, l’hanno fatto diventare un immondezzaio.
D. Quel parco solo per un breve periodo è stato curato, poi è stato tralasciato!
R. Esatto, perché non c’erano soldi, adesso l’hanno ampliato ulteriormente ma, avranno i soldi per gestirlo? Poi i gas di scarico del parcheggio vanno tutti sul parco giochi, cioè i bimbi di questa comunità dovranno giocare con le polveri sottili degli scarichi delle macchine che arriveranno sul parco. Questo è un modo che a noi non piace.

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