Nel giorno più simbolico, il 25 novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – la Camera dei deputati ha dato il via libera definitivo al disegno di legge che introduce nel codice penale il reato autonomo di femminicidio. Un voto storico: 237 sì, nessun contrario. Il provvedimento, già approvato dal Senato lo scorso luglio, diventa così legge dello Stato.
Con l’introduzione dell’articolo 577 bis, il codice penale riconosce per la prima volta una fattispecie giuridica specifica per l’uccisione di una donna quando il delitto sia motivato da discriminazione di genere, odio o volontà di reprimere la libertà personale della vittima. La pena prevista è l’ergastolo.
La premier Giorgia Meloni ha espresso soddisfazione per il percorso legislativo, sottolineando il valore politico e simbolico dell’approvazione unanime: “Sono molto soddisfatta dell’approvazione all’unanimità del disegno di legge che introduce il reato di femminicidio. È un segnale importante di coesione della politica contro la barbarie della violenza contro le donne. Aggiungiamo uno strumento in più a quelli già previsti, dal rafforzamento del Codice rosso al raddoppio delle risorse per i centri antiviolenza e per le Case rifugio. Sono passi concreti, ma non bastano: dobbiamo fare ogni giorno di più per difendere la dignità e la libertà di ogni donna”.
Intanto un altro provvedimento fondamentale per la tutela delle donne procede a rilento. È infatti all’esame del Senato la legge sul “libero consenso”, già approvata all’unanimità dalla Camera. Il testo introduce nel codice penale il principio del “consenso libero e attuale”: in sua assenza, l’atto sessuale si configura come violenza. La riforma va a modificare l’articolo 609 bis, prevedendo pene da 6 a 12 anni per chi compie atti sessuali senza consenso.
L’iter, però, si è temporaneamente fermato. In commissione Giustizia di Palazzo Madama, la maggioranza ha richiesto un supplemento di indagine sul ddl, determinandone l’uscita dal calendario dell’Aula e rinviandone l’approvazione. Una decisione che ha provocato la protesta delle opposizioni, che hanno abbandonato i lavori della commissione.
Il disegno di legge sul consenso rappresenta uno dei rari esempi recenti di convergenza politica: lo scorso luglio era stato approvato all’unanimità dal Senato, frutto di un dialogo diretto tra la premier e la segretaria del Partito democratico. Un accordo nato dalla volontà comune di rafforzare la protezione delle donne e contrastare ogni forma di violenza di genere.
La giornata segna dunque un passo decisivo nella legislazione italiana, con l’ingresso del reato di femminicidio nel codice penale. Un segnale forte, nel giorno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne, mentre il Paese continua a interrogarsi su quali ulteriori strumenti giuridici e culturali mettere in campo per prevenire, proteggere e garantire giustizia.




