Vibonati, bimbo di 9 mesi in condizioni disperate: ipotesi della sindrome da scuotimento
| di Luigi Martino
Restano critiche le condizioni del bambino di nove mesi ricoverato all’ospedale Santobono di Napoli. Il piccolo, trasferito d’urgenza dal presidio dell’Immacolata di Sapri, è stato sottoposto a due delicati interventi neurochirurgici per ridurre un grave edema cerebrale. I medici hanno dovuto rimuovere completamente la calotta cranica per alleggerire la pressione intracranica, in un quadro clinico che si è presentato subito come gravissimo.
«Quando è arrivato – ha spiegato Giuseppe Cinalli, primario di Neurochirurgia pediatrica – il bambino era in stato di morte imminente. Oltre all’edema, presentava emorragie retiniche, trombosi venose cerebrali e lesioni a livello del tronco encefalico, che controlla la respirazione».
L’ipotesi principale dei sanitari, ora al vaglio degli inquirenti, è quella di una sindrome da scuotimento, conosciuta anche come “Shaken Baby Syndrome”. Si tratta di un grave trauma encefalico, spesso conseguenza di scuotimenti violenti o inconsapevoli ai danni di lattanti nei primi mesi di vita.
Vita familiare e indagini
Il bambino vive con la madre a Villammare, frazione del Comune di Vibonati, mentre il padre risiede a Sapri. La donna, 29 anni, è originaria di Licusati, frazione del Comune di Camerota, e oggi convive con un uomo di origine calabrese. Proprio la madre, che ha accompagnato il figlio in ospedale, è stata già ascoltata dagli investigatori come persona informata sui fatti.
Non risultano segnalazioni di episodi traumatici recenti, ma gli esami clinici hanno evidenziato anche fratture costali e una lesione al femore, che farebbero pensare a precedenti episodi traumatici. «Il piccolo piangeva in modo inconsolabile – ha aggiunto Cinalli – e non si esclude che sia stato scosso nel tentativo di calmarlo, magari per un dolore non riconosciuto come frattura». L’ipotesi resta al momento solo clinica: saranno le indagini a chiarire tempi, modalità e responsabilità.
Lo scuotimento può uccidere
Il primario del pronto soccorso del Santobono, Vincenzo Tipo, conferma la gravità della sindrome: «Anche pochi secondi di scuotimento possono provocare il coma o la morte. È una delle principali cause di lesione cerebrale nei lattanti sotto i due anni. Spesso i genitori non sono consapevoli del danno che può causare un gesto del genere». Il cervello dei neonati, spiega il medico, è ancora fragile e non ben protetto, mentre i muscoli del collo sono deboli: anche un’azione apparentemente banale può generare effetti devastanti.
Secondo le statistiche, circa il 25% dei bambini colpiti da questa sindrome non sopravvive. Il Santobono, ogni anno, promuove campagne di sensibilizzazione rivolte a genitori, nonni e operatori dell’infanzia per prevenire tragedie dovute a stress, disinformazione o difficoltà gestionali.
Le indagini sono coordinate dalla Procura di Lagonegro e affidate ai carabinieri della Compagnia di Sapri. In queste ore viene esaminata tutta la documentazione clinica e si stanno ricostruendo i rapporti familiari e le ultime 48 ore di vita del bambino per far luce su quanto accaduto.
©Riproduzione riservata