“Vir o mar quant’è bell”: l’appello di Goletta Verde per difendere il fragile ecosistema costiero del Cilento
| di Luigi Martino
“Vir o mar quant’è bell”. Con questa frase evocativa, scritta su uno striscione esposto nella baia di Ogliastro Marina, i volontari e le volontarie di Goletta Verde di Legambiente hanno lanciato un messaggio chiaro e potente: tutelare il mare e le coste della Campania, oggi più che mai messe a rischio da numerose minacce ambientali.
L’iniziativa si è svolta nell’ambito della tappa campana della storica campagna di Legambiente, che ogni estate percorre le coste italiane per monitorare lo stato di salute dei mari e denunciare situazioni critiche. Lo striscione è solo il simbolo di un’azione più ampia, volta a richiamare l’attenzione degli enti preposti su problematiche strutturali che affliggono l’ambiente marino.
«Quella di oggi è stata un’azione di denuncia per sensibilizzare sulla fragilità dell’ecosistema costiero campano – ha dichiarato Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania –. Il mare è una risorsa fondamentale per il nostro territorio, ma è minacciato da scarichi illegali, cattiva depurazione e da opere infrastrutturali che non guardano al futuro. È necessario un approccio sostenibile che valorizzi le potenzialità della blue economy».
Le principali criticità emerse
Scarichi incontrollati e reflui zootecnici
Una delle principali emergenze ambientali riguarda gli scarichi non depurati che giungono a mare attraverso foci e canali. Questi apportano carichi batterici dannosi per la salute e favoriscono la proliferazione di alghe, schiume e mucillagini. Particolarmente grave è lo sversamento abusivo di liquami zootecnici, come emerso in recenti indagini condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dalla Procura di Salerno. Una corretta gestione di questi reflui, trasformandoli in risorsa per la produzione energetica e agricola, potrebbe rappresentare un’opportunità anziché un problema.
Opere infrastrutturali impattanti
Altro nodo critico è rappresentato dagli interventi lungo la fascia costiera che, irrigidendola, ne alterano gli equilibri naturali. È il caso del Masterplan Salerno Sud, che prevede la costruzione di approdi e scogliere soffolte da Pontecagnano a Castellabate. Un progetto perseguito da oltre un decennio dalla Provincia di Salerno e oggi in fase di ampliamento, in contrasto con i principi europei di Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC).
Uso di mezzi meccanici in aree protette
Particolarmente allarmante è l’uso di ruspe e trattori nella Zona A integrale del Parco Regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano, a Baia Domizia. In quest’area protetta, dove le dune costiere e l’ecosistema dunale dovrebbero essere salvaguardati, continuano ad avvenire operazioni di livellamento con mezzi pesanti. Una pratica che mina la biodiversità e viola le normative sulla tutela ambientale.
L’esposto alla magistratura
Proprio su quest’ultimo fronte, Legambiente ha annunciato la volontà di presentare un esposto all’autorità giudiziaria. «Non possiamo più assistere in silenzio all’abuso del nostro territorio – ha concluso Ferro –. Serve una strategia chiara, condivisa e immediata per difendere il nostro patrimonio naturale».
La Campania, con il suo straordinario patrimonio costiero, rischia di compromettere irrimediabilmente la sua ricchezza naturale. L’appello di Legambiente è un invito a non voltarsi dall’altra parte, ma a intervenire, per garantire un futuro sostenibile al nostro mare.
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