Ascea Marina: a VeliaTeatro rivive la comicità di Plauto in una lezione-spettacolo

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Ascea Marina: a VeliaTeatro rivive la comicità di Plauto in una lezione-spettacolo

Il 5 agosto è andata in scena la prima rappresentazione della storica kermesse di teatro classico e filosofia che si tiene all’interno dell’area archeologica di Elea-Velia: VeliaTeatro.

Ad aprire il cartellone una lezione-spettacolo sul teatro di Plauto (“Tito Maccio Plauto: Il Comico”) a cura del professore Renato Raffaelli, direttore del Centro Internazionale di Studi Plautini di Urbino-Sarsina, con la compagnia “La Mansarda”, messa in scena di Maurizio Azzurro.

Un’operazione, quella condotta in questo caso, a metà fra lo stodio filologico tout court e la rappresentazione teatrale, fra la fedeltà al testo originale e gli imprescindibili riadattamenti, fra il legame con il classico e la sperimentazione.

I brani tratti da Plauto qui proposti (Rudens, Captivi, Mercator, Miles Gloriosus, Casina) vengono introdotti dalle parole di Renato Raffaelli (purtroppo non sul posto per motivi famigliari) e ci spiegano, di volta in volta, il lavoro messo in atto, dallo studio filologico del testo al riadattamento.

Le opere di Plauto acquistano nuova linfa nella messa in scena de “La Mansarda”: in particolare l’ultimo estratto si presta alla sperimentazione in una rilettura di Plauto alla maniera dell’avanspettacolo di Ettore Petrolini.

Il prossimo appuntamento con VeliaTeatro è il 9 agosto con “Clero criminale” (breve incontro con Giovanni Romeo, intervistato da Matteo Palumbo). A seguire “Ipazia”, rappresentazione dal “Libro di Ipazia” di Mario Luzi.

Di seguito l’intervista a Renato Raffaelli:

D: Operazione quanto difficile?
R: In Plauto, come pure negli altri autori del genere antichi, esistono dei meccanismi comici che sono universali. Aspetti legati alla parola e alla situazione che facevano ridere allora come adesso. Certo per altri versi le distanze restano notevoli, ma questo autore è in grado di far divertire molto ancora oggi. Noi abbiamo creato una lezione-spettacolo per valorizzare questa caratteristica. Da un lato ci sono le mie traduzioni di brani dalla particolare vis comica che senza tradire l’originale latino puntano a rendere il testo «vivo» in un’altra lingua, ovvero l’italiano, dall’altro il contributo degli attori di «La Mansarda» che fanno funzionare questi passi dal punto di vista teatrale. Una sintesi tra la resa scenica di un gruppo di professionisti e la ricerca dello specialista che tra l’altro tira le fila come filologo narrante.

D: Cosa aggiungere sul criterio di selezione dei brani?
R: Sono stati scelti pezzi in grado di far conoscere tipi di comicità varia. Alcuni stralci sono di una modernità sorprendente non priva di tempi comici ben rispondenti a canoni tuttora vigenti. Un esempio basta a chiarire come Plauto possa inserirsi bene anche nel filone di comicità surreale che raccoglie notevole successo negli spettacoli contemporanei: l’episodio, nella commedia «Rudens», dell’invenzione del «pesce baule», con il pescatore che in perfetto stile paradossale prova a convincere l’interlocutore dell’esistenza dello strano organismo acquatico.

D: Si può parlare di modernità di alcune «maschere» plautine e quali le caratteristiche da evidenziare?
R: In Plauto esistono dei tipi, in buona misura derivati dalla precedente Commedia Nuova greca, ma vivificati dallo spirito della comicità italica che l’autore di Sarsina assume dal suo contesto di provenienza. Ed ecco il servo furbo che aiuta il padrone a trovare l’inganno, il giovane innamorato con la testa fra le nuvole, la ragazza rapita da bambina che a un certo punto viene riconosciuta come donna libera, il vecchio padre rigido e moralista oppure frivolo che entra in concorrenza in amore col figlio, la curiosa figura del cuoco, il lenone antagonista e ribaldo, cattivo per eccellenza. Ma ci sono anche altre figure più originali talmente bizzarre da creare un tipo sinceramente plautino, capace di affermarsi nei secoli e rimanere sempre attuale: mi riferisco in particolare al soldato fanfarone, il «miles gloriosus» dell’omonima commedia, che può sembrare strano, ma assume in sé evidentemente notazioni universali tanto da far funzionare il personaggio nelle varie epoche e ancora oggi.

D: Che dire sul ruolo di Plauto nella storia del teatro e della commedia?
R: Un ruolo fondamentale, da condividere anche con un altro importante autore latino qual è Terenzio, alla base del teatro comico non solo italiano, ma europeo. Basti pensare che anche nell’opera di Shakespeare ci sono i semi della commedia latina. E in questo processo da cui infine nasce la commedia regolare moderna, determinante fu la riscoperta di questa forma di teatro dimenticata per secoli, risorta nella seconda metà del ‘400 alla corte di Ferrara, grazie agli impulsi di Guarino Veronese e dei suoi discendenti, capaci di interpretare i testi di Plauto anche sotto il profilo scenico e non solo prettamente filologico.

Foto a cura di Michele Calocero

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