Vibonati, serve monitoraggio e prevenzione per le dune dell’arenile

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Vibonati, serve monitoraggio e prevenzione per le dune dell’arenile

Sulle spiaggie di Vibonati, e per di più su quella di “Marina dell’Uliveto”, si possono notare delle fasce dunali con la flora psammofila, fiori che amano la sabbia. Fra gli esemplari più prestigiosi c’è il giglio di mare (Pancratium maritimum).

Queste zone sono tutelate dalle direttive europee, contrassegnati con il numero 1210 e denominate “Vegetazione annua della linea di deposizione marine”. Ma ahinoi, con la mancanza di sorveglianza e tutela e con il trascorrere del tempo, queste fasce stanno pian piano scomparendo. In più contribuiscono a questo processo di distruzione, la costruzione dei lidi balneari e l’abbandono dei rifiuti.

La duna è molto importante perchè protegge la spiaggia fungendo da riserva quando questa è erosa dalle onde.

Ma come si formano queste dune?
La duna si forma quando barriere naturali, quali vegetazione e depositi lasciati dalle mareggiate, ostacolano i venti provenienti dal mare che trasportano la sabbia asciutta dalla spiaggia. E così man mano che la sabbia si deposita la duna si accresce. Conservare e proteggere la vegetazione psammofila è quindi molto importante e occorre pertanto far in modo che non venga danneggiata dall’azione sconsiderata dell’uomo attraverso costruzioni, calpestio eccessivo e depositi incontrollati di rifiuti.

Di seguito il comunicato stampa del “Circolo fare verde – Cilento”:

Le proposte di Fare Verde Cilento

L’attento monitoraggio della sezione Cilento di Fare Verde ha individuato diverse zone dell’arenile demaniale conosciuto come “marina dell’Uliveto” – dove vegeta anche la sughera centenaria – in cui si conservano ancora lembi di duna sabbiosa con vegetazione tipica che potrebbe essere, con una semplice transennatura e cartellonistica informativa, salvata dalla lenta distruzione operata essenzialmente nella stagione estiva.
Piante erbacee “pioniere” quali Cakileto e Agropiro crescono in primavera e sono attualmente ben visibili lungo la linea dunale. Presentano quindi, se viene dato loro l’opportunità di vegetare, una forte speranza che la duna si accresca dando così la possibilità che il ciclo descritto si attui nel tempo.
Occorre pertanto, oltre alla perimetazione e alla informazione citate, lasciare i resti organici trasportati dal mare vicini alla linea dunale possibilmente in loco, proibendo la così detta pulizia operata ogni anno dagli stabilimenti balneari, in modo di dare alla sabbia trasportata dal vento di depositarsi su loro, accrescendo la duna e formare un substrato fertile per la crescita della vegetazione psammofila dunale.
Chiediamo pertanto alle autorità in indirizzo di salvare e valorizzare ciò che rimane delle aree dunali nel comune di Vibonati con un progetto, quale quello da noi suggerito, il cui costo risulta molto contenuto.

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