Il fascino raffinato del Laurino Jazz incanta il Cilento

| di
Il fascino raffinato del Laurino Jazz incanta il Cilento

Tutto finisce, soprattutto gli eventi significativi. Quest’anno il ‘Jazz’in Laurino’ non ha deluso. La partecipazione è quella di nicchia e di qualche curioso che resta a ‘sentire’ con l’anima. Laurino ha un fascino tutto suo, protetto dalle montagne e arroccato a una rupe. E’ invalicabile e questo suo modo d’essere, l’ha preservato lontano dal tempo.

«Laurino come Los Angeles», si intuisce dalle parole di Brian Auger’s che, timidamente, tenta di parlare la lingua voluta da Dante. Brian, Dante, lo ha studiato al ginnasio. L’Italia la ama perché è la culla dell’intera cultura occidentale e solo agli occhi di un americano la nostra « Italietta fa tenerezza». Brian ironizza, dice che ha sentito in giro per il mondo che il piccolo borgo di Laurino sia il «maggior centro europeo di ‘music progressive’». Lo dice, accenna un sorriso e si piega sulla sua tastiera. Un po’ usurata dal tempo. La musica non si degrada. Non degrada. Nobilita l’anima e, la sua, è fonte di immortalità. Il corpo può appesantirsi col tempo, lo spirito se non si lascia corrompere, resta quello di sempre. Lo dice anche Gesù nel Vangelo di Giovanni, insomma la musica ha a che fare con Dio in un modo o nell’altro. Ascoltare quella musica, in quel contesto, chissà se non avrebbe fatto trovare la fede ad un ateo. L’uomo che estende la sua ragione ad uno strumento e partorisce bellezza per quei fini che Ulisse, nella Commedia, definiva ‘virtude e canoscenza’ sicuramente ha assolto a pieno ai doveri a cui la sua specie lo ha chiamato. A Laurino è stato tutto incorporeo: il fascino palese della fissità e dei suoi misteri, ricordo della passata gloria che ha eretto mura imponenti. Un borgo che possiede le tracce dei fasti passati, fatti di reami e conventi, sicché anche oggi noi possiamo osservare senza troppe perplessità le origini di una società perduta. 

Brian Auger’s ha sgranato gli occhi, la sua espressione ha lasciato poco all’immaginazione: guardare queste viuzze in pietra, queste mura inespugnabili conservate nonostante l’incuria dell’uomo, il verde dei boschi e il silenzio del monastero l’hanno fatto sentire parte di una storia che è stata un po’ la storia di tutti. ‘Il Jazz in Laurino’ è un apprezzato festival per gli appassionati del genere ,grazie all’offerta della programmazione e alla location.  ‘Alex Ligertwood’ un settantenne dalla voce che strazia l’anima, una voce chiara e diretta. La musica ha livellato ogni aspettativa, cancellando il distacco tra le generazioni, siamo stati per un’ora e mezza in uno spazio che ha unito le distanze. Una musica che spezza i muscoli e intorpidisce i gesti. La formazione ha visto sul palco Brian Auger e i suoi Oblivion Express, una formazione nata negli anni ’70. Auger è considerato il padrino dell’acid jazz, il mediatore tra generi musicali che prima del suo arrivo, nella Londra primi anni Sessanta e non ancora Swinging, si guardavano con sospetto. Il maestro Auger continua a girare il mondo, tra cui Laurino, con una band ‘familiare’ in cui suona il talento del figlio Karma (batterista). Alla voce Ligertwood con una carriera al fianco di Carlos Santana e una voce che fonde il piacere del soul e del blues, con una cifra personale e unica. Yarone Levy, un chitarrista  capace di fondersi integralmente al gruppo.

© 

Consigliati per te

©Riproduzione riservata