Cilento: un fico secco, vale tanto!

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Cilento: un fico secco, vale tanto!

Uno dei prodotti più tipici del Cilento, è senza dubbio il “Fico bianco”, da anni riconosciuto come IGP (indicazione geografica tipica) e DOP (denominazione di origine protetta).

La denominazione è stata attribuita al prodotto essiccato e si riferisce ad una pregiata qualità diffusa nel meridione d’Italia e in particolare nella zona cilentana, varietà, quest’ultima, che per le sue peculiarità, è stata riconosciuta come “Bianco del Cilento”.

Il prodotto nostrano, è facilmente riconoscibile dal tipico colore chiaro che assume la buccia, una volta essiccato al sole, mentre assume tonalità più scura se la procedura viene ultimata nei caratteristici forni appositamente costruiti, un tempo numerosi e identificati come “passolara”.
Il termine, che nel dialetto locale, trae origine da “appassire”, un tempo era molto diffuso, e nelle campagne, era facile scorgere costruzioni di questo tipo, caratterizzate proprio dalla presenza del forno per la produzione dei rinomati fichi secchi.

La produzione dei fichi nel Cilento, ha origini antiche e pare debba ricondursi ai coloni greci.
È già da allora che troviamo testimonianze di autori classici che decantano le virtù di questo prodotto, il cui commercio è fiorito nei secoli fino ad approdare nella Dieta Mediterranea.
Le coltivazioni locali, che interessano maggiormente le zone collinari, ma spesso si spingono fin quasi al mare, un tempo costituivano un buon apporto alimentare e anche un discreto commercio.

Ad oggi, nonostante a partire dalla seconda metà del ‘900, le coltivazioni del fico abbiano subito un costante declino, tendono ad essere rivalutate, e la genuinità di questo prodotto, consumato non solo in loco, è approdata ben oltre i confini nazionali, spingendosi finanche oltreoceano.

Tra le preparazioni più tipiche, la più apprezzata è senza dubbio quella legata alla sapiente lavorazione dell’essiccazione; dopodiché il prodotto, senza subire incisive lavorazioni, mantenendone le caratteristiche, viene farcito con frutta secca e semi di finocchio selvatico, anche quest’ultimi, prodotti rigorosamente reperiti in loco.

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