Beni culturali del Cilento esclusi dai fondi del ministero

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Beni culturali del Cilento esclusi dai fondi del ministero

Se si scorre l’elenco presente nel decreto 46 che autorizza i nuovi interventi di restauro per i beni culturali della Campania, non esistono i nomi della Certosa di Padula, del parco archeologico di Elea-Velia e dei templi di Paestum. Le opere storiche del Cilento, tutte patrimonio dell’Unesco, sono state tagliate fuori. Sotto accusa finisce il ministero per i Beni culturali che ha firmato il decreto. In tutto sono stati stanziati 43 milioni di euro, tutti destinati alle bellezze della Campania, tranne che per questi tre monumenti del Cilento e Vallo di Diano, i quali, bisogna aggiungere, non versano in uno stato ottimale. Infatti la Certosa ha bisogno di lavori infrastrutturali perchè presenta lacune e carenze, dalla semplice manutenzione, al taglio dell’erba, dall’apertura e fruibilità di tanti spazi di grande valore storico alla mancanza di guide e di audio guide. I problemi del parco archeologico di Velia sono noti ed è di pochi giorni fa la notizia dell’ennesimo crollo di un muro dell’Agorà.

Alfredo Valente scriveva il 10 marzo su un quotidiano di Ferrara: «A causa delle forti piogge è crollata una vasta parte dell’importante area archeologica di Elea-Velia (che è sito patrimonio dell’Unesco) proprio perché mancano fondi per la manutenzione ordinaria. Oltre a Velia, in provincia di Salerno ci sono anche gli scavi di Paestum e la Certosa di Padula, è davvero incomprensibile che nel decreto che stanzia 43,1 milioni di euro per la Campania, siano stati dimenticati. Questi siti archeologici necessitano di interventi costanti e continui, non si può agire solo quando c’è un’emergenza. La provincia di Salerno e il Cilento – conclude – non possono essere dimenticata dal governo». Mentre al quotidiano ‘La Città’, il vicesindaco di Atena Lucana dice: «Lancio un appello a tutti gli amministratori del Vallo di Diano per invitarli a combattere anche per la Certosa di Padula e inviare formale richiesta al ministero e al presidente del consiglio dei ministri, Matteo Renzi, affinché anche il nostro sito di interesse mondiale venga inserito nell’elenco dei beni storici da finanziare».

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Twitter @martinoluigi92

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