Sequestrato un frantoio oleario nel comune di Sant’angelo a Fasanella

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Sequestrato un frantoio oleario nel comune di Sant’angelo a Fasanella

Gli uomini del corpo forestale dello Stato agli ordini del vice questore aggiunto Fedinando Sileo, nel duplice obiettivo di tutelare sia la genuinità del prodotto, e indirettamente quindi gli interessi e la salute dei consumatori, sia di prevenire fenomeni di inquinamento della rete idrica naturale, in questi giorni sono impegnati in una  serie di accertamenti sui frantoi oleari presenti nel territorio dell’area protetta del parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano allo scopo di verificare il regolare funzionamento degli impianti ed il corretto smaltimento delle acque di vegetazione da essi derivanti.
Di recente, gli uomini della forestale di Ottati, durante un  servizio di sorveglianza nelle aree protette, constatava in località “Coppi” in agro del comune di Sant’Angelo a Fasanella la presenza di rifiuti liquidi che sia per l’odore acre e pungente, tipico dei reflui oleari, che per l’aspetto nerastro, portava gli uomini del corpo Forestale ad eseguire un sopralluogo nei pressi del frantoio sito in località “San Vito”. Gli investigatori  rilevavano esternamente al frantoio un piazzale dove veniva scaricata la sansa della lavorazione delle olive, la quale era senza nessuna protezione dalle intemperie atmosferiche, e dove i liquidi si immettevano in due pozzetti collegati a due tubi in PVC, di cui uno di colore rosso di circa 200 mt da dove il refluo scorre e si immette in una cisterna di circa 20000 litri, e l’altro di circa 20 mt si riversava su un terreno cespugliato.
Da un accurato sopralluogo, si appurava che il tubo di color rosso era sganciato, e che il liquido si immetteva su una stradina comunale andando a finire all’interno di una cunetta che proseguendo in un solco ricavato sul terreno a sua volta si riversava in un pozzetto in località “Coppi” che sfocia nel corpo ricettore denominato torrente “Grotte”, affluente del fiume “Auso” iscritto nell’elenco delle acque pubbliche.
Accertato l’abuso, immediatamente, le giubbe verdi procedevano alla chiusura del frantoio e al sequestro dell’intera area, contestualmente veniva denunciato alla procura della Repubblica di Salerno, R.S. di anni 47 in qualità di proprietario, per violazione ambientale e paesaggistica nonché per illecito smaltimento di reflui.

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