Il cinema cilentano si autoproduce: “La Panchina” di Raffaele Carro e ProduzioniAmenic da Gioi Cilento

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Il cinema cilentano si autoproduce: “La Panchina” di Raffaele Carro e ProduzioniAmenic da Gioi Cilento

Cosa fare quando mancano i fondi per realizzare un’opera cinematografica? Internet offre la risposta aiutando i giovani cineasti ad autoprodursi con l’aiuto del pubblico grazie ad una raccolta fondi.

È questo il caso di Raffaele Carro, giovane filmmaker di Gioi Cilento, con la sua ProduzioniAmenic.

Il suo nuovo progetto si intitola “La Panchina” che, un po’ alla Fellini di “8½”, un po’ citando “Il Caricatore” di Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudioso e Fabio Nunziata (che andava a pescare anche esso dal capolavoro del regista romagnolo) o il Ceccherini di “Faccia Di Picasso”, “è l’antinarrazione – come spiega lo stesso Carro – cioè quel regime narrativo che si basa sulla sospensione e la stasi. Qui l’azione perde ogni ruolo rilevante, la situazione narrata si fa frammentata e dispersa, le trasformazioni o non ci sono o proseguono a rilento, la narrazione perde fluidità e scorrevolezza, e trovano grande spazio i tempi morti, quei tempi che non sono funzionali alla progressione logica del racconto”.

Ma cos’è l’antinarrazione?

“L’antinarrazione – prosegue Carro – è un fenomeno tipico del cinema contemporaneo, ma anche di alcuni autori del cinema moderno come Godard, Scorsese, Wenders. In un regime antinarrativo viene mostrato un tempo neutro, ossia un’unità di tempo né forte né debole, ma un insieme di tempi fittizi: citazioni, parodie, stilizzazioni di diversi linguaggi (artistici, giornalistici, cinematografici, ecc.) vengono adoperate come addensamenti di mondi e di tempi che non hanno referenti reali. In questo tipo di cinema l’immagine perde la sua capacità di essere riflesso del mondo: non ci viene mostrata un’immagine del reale, né un’immagine condizionata dalla realtà, ma un’immagine che si pone come altro, come una eccedenza del reale”.

Il cortometraggio verrà girato a Gioi Cilento presso il Belvedere Castello.

Abbiamo fatto qualche domanda al giovane regista.

D: Come nasce l’idea del progetto?
R: L’idea fondante del progetto La Panchina è l’anti narrazione, cioè quel regime narrativo che si basa sulla sospensione e la stasi. Qui l’azione perde ogni ruolo rilevante, la situazione narrata si fa frammentata e dispersa, le trasformazioni o non ci sono o proseguono a rilento, la narrazione perde fluidità e scorrevolezza, e trovano grande spazio i tempi morti, quei tempi che non sono funzionali alla progressione logica del racconto. L’anti narrazione è un fenomeno tipico del cinema contemporaneo, ma anche di alcuni autori del cinema moderno come Godard, Scorsese, Wenders. In un regime anti narrativo viene mostrato un tempo neutro, ossia un’unità di tempo né forte né debole, ma un insieme di tempi fittizi: citazioni, parodie, stilizzazioni di diversi linguaggi (artistici, giornalistici, cinematografici, ecc.) vengono adoperate come addensamenti di mondi e di tempi che non hanno referenti reali. In questo tipo di cinema l’immagine perde la sua capacità di essere riflesso del mondo: non ci viene mostrata un’immagine del reale, né un’immagine condizionata dalla realtà, ma un’immagine che si pone come altro, come una eccedenza del reale.

D: Cos’è ProduzioniAmenic?
R: ProduzioniAmenic è la voglia di fare cinema, anche senza mezzi né fondi, di raccontare tramite le immagini. ProduzioniAmenic è cinema al contrario.

D: Chi sono gli interpreti del corto?
R: Gli interpreti del cortometraggio sono due ragazzi cilentani, Francesco Pugliese e Gianluca Lamanna. Cilentani sono anche tutti i collaboratori che hanno reso possibile la realizzazione del corto. Per menzionarne alcuni: Simona Infante, che tutt’ora sta lavorando alla post produzione, Biancarosa Di Ruocco, Elisa Panzariello e tutto il Laboratorio Teatrale Permanente, senza dimenticare i ragazzi del Propaganda Moio socialBluesClub che hanno curato le musiche.

D: Progetti attuali e/o futuri?
R: Sicuramente portare a termine questo progetto che ora più che mai ha bisogno di una mano. Se anche voi, come me, credete nella voglia di fare un nuovo tipo di cinema giovane, indipendente e low budget, date il vostro contributo. Basta una piccola cifra per collaborare effettivamente alla realizzazione del corto: è possibile effettuare una donazione di 10 € registrandosi al sito Produzioni Dal Basso o contattandomi tramite la pagina Facebook.

Di seguito la sinossi relativa al progetto:

“Francesco e Gianluca sono due creativi, due amici molto diversi tra loro. Si ritrovano a bere e a fumare su di una panchina in un deserto e fatiscente parco pubblico. I due si scambiano delle idee su come realizzare un cortometraggio; l’inesperienza e la sconclusionatezza li porterà a decidere di girare un corto proprio sugli eventi che hanno appena vissuto”.

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