Sista Bramini incanta il pubblico di VeliaTeatro: i miti dell’antica Roma rivivono in “Numa – ovvero Roma non fu fatta in un giorno”

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Sista Bramini incanta il pubblico di VeliaTeatro: i miti dell’antica Roma rivivono in “Numa – ovvero Roma non fu fatta in un giorno”

Dire che “Numa – ovvero Roma non fu fatta in un giorno” è uno spettacolo stupendo sarebbe un eufemismo; così come dire che l’interpretazione di Sista Bramini è stata ineccepibile risulterebbe del tutto retorico; così come banale sarebbe dire che la sceneggiatura, le scelte stilistiche sul testo e la messa in scena sono semplicemente geniali.

Attrice della compagnia teatrale O Thiasos Teatro Natura, Sista Bramini usa come pretesto la decisione di incoronare Numa Pompilio secondo re di Roma per trasportarci all’interno del mito romano antico, dalle origini del cosmo con Giano e la ninfa Camese fino a Romolo e Remo e alla nascita della città capitolina.

La narrazione, grazie a una sceneggiatura originale, è un intreccio di scatole cinesi, di storie nelle storie, con momenti che dai toni tipici del metateatro (quando l’attrice si rivolge direttamente al pubblico, a volte miscelando mondo antico e mondo moderno e attuale) passano al racconto per bocca dei protagonisti interpretati: Sista Bramini è, di volta in volta, se stessa, Numa, la ninfa Egeria, Pico, Fauno, Giano, Saturno, Romolo, Remo, di nuovo se stessa.

I protagonisti si trasformano essi stessi in attori, attori nell’attore, Sista Bramini che si trasforma in Pico che interpreta, a sua volta, Giano. E così via, in un gioco di depersonalizzazione.

La messa in scena, la sceneggiatura, in questo senso, risultano qualcosa di intrecciato e complesso, senza però mai far perdere il filo della narrazione al pubblico, che acquisisce informazioni su tutto il mito romano, dalle origini del cosmo all’inconorazione di Numa Pompilio, in maniera fruibile, anche grazie ai toni spesso colloquiali e scanzonati di Sista Bramini e grazie al suo recitato in romanesco: una scelta, questa, azzeccatissima e in perfetta linea con i toni a volte irriverenti dello spettacolo.

Il testo, così complesso, trae fonte da le “Vite parallele” di Plutarco, la “Storia” di Tito Livio, “Fasti” e “Metamorfosi” di Ovidio, “Eneide” di Virgilio e dal saggio “La nascita di Roma” di Andrea Carandini.

Sista Bramini, per due ore, racconta e racconta ininterrottamente senza perdere un colpo, accompagnata da Daniele Ercoli e Cristina Majnero del gruppo “Ludi Scaenici”, fra musica tout court e suoni onomatopeici ad accompagnare e sottolineare la narrazione, «”paesaggi sonori” nei quali timbri e temi musicali sono ottenuti con strumenti arcaici e della Roma antica (tibiae, fistulae, syrinx, lyra, crotala, sistrum, cymbala e altri ancora)».

Insomma, ‘sto spettacolo è bello ‘na cifra e, se ve dovesse capita’, annatevelo a vede’.

A proposito di attori che sanno il fatto loro, il 25, sul palco di VeliaTeatro, ci sarà Gianluigi Tosto in un altro lungo monologo tratto da “Iliade”: io l’ho già visto, ma lo rivedrò, perché, ascoltatemi, ne vale davvero la pena.

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