Un “Battaglione alleato” in arrivo a Marina di Camerota: intervista ai Modena City Ramblers, fra partigiani, politica e musica

| di
Un “Battaglione alleato” in arrivo a Marina di Camerota: intervista ai Modena City Ramblers, fra partigiani, politica e musica

Sono la band combat folk dello stivale per antonomasia, sono da poco usciti con un nuovo progetto discografico, “Battaglione alleato”, e sono pronti per portare il loro busker tour a Marina di Camerota in occasione del Meeting del Mare: sono i Modena City Ramblers.

Per l’occasione abbiamo intervistato Massimo Ghiacci, bassista della band.

D: Anno 2012: quanto è importante parlare d’identità nazionale e quanto valiamo come cittadini in un paese che non riesce quasi mai a rappresentare il proprio popolo?
R: Il tema dell’identità nazionale ci sta a cuore nella misura in cui si salva dalla retorica e da tutta quella ubriacatura da celebrazioni del 150° anniversario dell’unità d’Italia che, onestamente, non ci hanno particolarmente appassionato. La nostra Nazione presenta ancora così tante diversità: credo che ad oggi la ricerca di una comune identità nazionale non possa che poggiare su quell’insieme di valori e aspirazioni che vengono interpretati nella Costituzione. Il nostro valore quali cittadini si misura e traduce nell’esercizio della Democrazia. È inutile dare tutta la colpa ai partiti, come se essi fossero lì in Parlamento per diritto divino. Se non ci rappresentano più occorre dare loro una scossa col nostro voto. Credo sia questo che stia alla base del consenso che raccoglie il movimento di Beppe Grillo, bel lontano secondo me dall’antipolitica del voto di protesta tout court. Chi si riconosce ancora nella sinistra partitica dovrebbe poi legittimare, all’interno del partito tradizionale, chi davvero merita la nostra delega.

D: Quanto contano, nelle scelte politiche, i partiti e quanto contano invece le lobbies economiche?
R: Ti posso rispondere da semplice cittadino, con le mie impressioni. È evidentissimo che le lobbies economiche incidono sulle scelte politiche.  D’altronde anche i partiti rispondono a lobbies finanziarie ed economiche. Non potrebbe essere altrimenti: politica ed economia sono interdipendenti.

D: Molte persone di sinistra hanno salutato l’arrivo di Monti (e la relativa “caduta”, e ci tengo a virgolettarlo, di Berlusconi) con enfasi quasi estatica: qual è la vostra opinione in merito?
R: Non so se posso risponderti a nome della band, noi non riteniamo si debba avere sempre, su temi politici, un’opinione precisa e condivisa, non siamo mica un partito o dei commentatori politici! All’interno del gruppo ci possono essere, su tanti temi, opinioni diverse. Onestamente abbiamo festeggiato più la “caduta” di Berlusconi che l’arrivo di Monti. Personalmente, poi, Monti mi pare un tecnocrate chiamato a fare un po’ d’ordine e a compiere scelte scomode. Sicuramente secondo i diktat di lobbies diverse da quelle che hanno sostenuto gli anni del governo Pdl, o forse in parte possono essere le stesse che ora hanno altri obbiettivi per mantenere potere e guadagni! Come band abbiamo già detto tutto nella canzone “Primo Potere” (inclusa nell’album “Radio Rebelde”). All’epoca ci fu qualcuno che ci tacciò di populismo e immaturità per quel testo, ma per noi rimane assolutamente attuale e, seppur dolorosamente, pieno di consapevolezza politica.

D: Per voi hanno ancora senso i partiti di sinistra e vale la pena seguire la politica del potere?
R: Non capisco bene cosa tu intenda per politica del potere. Per me i partiti hanno senso nella misura in cui gli uomini che li animano, i leader e la base, sono davvero disposti a utilizzare il “potere” per la gente e non a legittimare solo il loro ruolo, o peggio, i loro interessi. Devono compiere scelte di governo, coerenti con le idee che questi partiti rappresentano, calati nel nostro tempo e capaci di interpretare nei fatti le complessità dell’epoca.  Devo crederci nei partiti, perché l’anarchia è un lusso troppo pericoloso per una Nazione come la nostra.

D: Come può l’uomo della strada fare politica nel quotidiano?
R: Credo che per fare politica quotidianamente ognuno di noi debba comportarsi da cittadino rispettoso ed onesto, da uomo tollerante, creativo e da elettore che non aspetta l’esempio dall’alto ma lo imponga fieramente dal basso, “dalla strada”.

D: Ma cosa ne penserebbero i partigiani morti per la democrazia della situazione politica attuale italiana? Cosa ne penserebbero di questa democrazia?
R: Fortuna vuole che alcuni di questi partigiani siano ancora tra noi. Tutti loro dicono la stessa cosa: basta con le divisioni, rimbocchiamoci le maniche e dimostriamo di essere degni di questo dono che per il popolo si chiama Democrazia. Spazziamo via i ladri e i corrotti e i tanti paraculi (permettimi il termine) che infestano la nostra società.

D: Chi sono i partigiani del 2012?
R: Sono chi, a dispetto dell’antipolitica e del pensiero individualista, si mettono in gioco per e con gli altri vivendo scelte spesso difficili. Nella politica, nel volontariato, nel giornalismo e anche nell’arte.

D: Passiamo alla musica: volete parlarci del vostro ultimo album e com’è nata l’idea di fare questa sorta di “disco collettivo”?
R: “Battaglione Alleato” non è propriamente un nostro album, bensì un disco corale che abbiamo curato e prodotto. È un ulteriore passo artistico in quell’opera di mantenimento della Memoria Storica che riteniamo debba essere alimentata anche attraverso la musica. Celebra le gesta di un battaglione costituito da partigiani, ex prigionieri russi, disertori tedeschi e paracadutisti britannici, che combatté i nazi-fascisti tra Reggio e Modena nell’inverno ’44 – ’45 con coraggio, ardore e unità di intenti, nonostante le tante differenze culturali e di orizzonti politici.

D: Suonerete al Meeting del Mare a Marina di Camerota, nel Cilento, a pochi passi da Pollica, comune che ha visto l’assassinio del proprio sindaco, Angelo Vassallo, vicenda che fece al tempo scalpore ma poi pressoché dimenticata dai media: voi che idea vi siete fatti sull’accaduto?
R: Nella nostra canzone “Altritalia” (contenuta nell’album “Sul tetto del mondo”, uscito nel marzo 2011) citiamo peraltro questo eroe civile immaginando una giovane ragazza che va al suo funerale. Una delle tante “facce belle” del nostro Paese, per cui vale la pena davvero di dirsi orgogliosi di essere italiani. Riguardo l’accaduto le mafie non sono certo state sconfitte, purtroppo sanno colpire ancora. È triste e ci fa incazzare sapere che lo Stato non può proteggere nemmeno i suoi Servitori più sinceri e coraggiosi.

D: Cosa deve aspettarsi il pubblico del Meeting del Mare dal vostro live?
R: Approderemo al Meeting con una nuovissima scaletta pensata per un tour che ci vedrà sul palco con gli strumenti tipici dei buskers, i musicisti di strada. Poca elettricità, tanti strumenti acustici e una girandola di ritmi e colori che, siamo sicuri, si tradurrà in un’indimenticabile Festa!

Consigliati per te

©Riproduzione riservata