La “bassa fedeltà” dei Low-Fi live ad Agropoli per Flying Bananas: l’intervista

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La “bassa fedeltà” dei Low-Fi live ad Agropoli per Flying Bananas: l’intervista

Low-fi” entrenched in the crack opened between New Wave and Electro

Il trio, capitanato dai gemelli Alessando e Adriano (voce, basso e synth il primo, voce e chitarra il secondo) insieme a Fabio (synth e elettronica) e prodotto dalla Octopus Records di Renato Minale e Giuseppe Fontanella dei 24 Grana, sarà ad Agropoli il 4 febbraio per Flying Bananas, manifestazione musicale organizzata dall’associazione Panico Art.

Per l’occasione li abbiamo intervistati.

D: Partiamo subito parlando del disco nuovo: in streaming su Rolling Stone, masterizzato agli Swift Studio di Londra, un lavoro che sancisce definitivamente il legame con il K-Lab Studio e Peppe Fontanella dei 24 Grana. Come introdurreste in poche parole “What We Are Is Secret” e quant’è stata dura riuscire a dare una risonanza del genere a questo disco?
R: “What We Are Is Secret” è il risultato di un lunga evoluzione musicale durante la quale abbiamo cambiato molto i nostri ascolti. Ci ha influenzato in particolar modo frequentare la scena post punk napoletana che gira attorno al club Cellar Theory. Dietro la band e la produzione c’è un entourage che lavora duramente. Ringraziamo la Octopus Records per questo.

D: Dal punto di vista professionale com’è stato lavorare con Giuseppe Fontanella, che pare aver dato un gran tocco al disco?
R: Giuseppe è un amico, lavoriamo da tantissimi anni con lui nel suo studio, è stato importante, porta con sè esperienze decennali di studio di altissimo livello. Questo disco è stata una sfida ancora più grande. Rispetto al primo EP, sempre prodotto da lui, avevamo le idee molto più chiare e ci siamo mossi per territori forse a lui meno vicini, ma uno sguardo più distaccato ci ha aiutato ad avere una visione del lavoro più lucida.

D: Avete già “affrontato” l’Europa. Nel 2010 siete stati in Germania, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Croazia. Cosa portate dentro di quest’esperienza?
R: Potrei raccontarti di momenti esaltanti ma anche di altri molto duri: viaggiare mediamente 8 ore al giorno, suonare, dormire un poco e ripartire è una cosa dura, però suonare all’estero è la cosa più entusiasmante che una band possa fare.

D: Conoscete l’Europa, ma conoscete ancora meglio l’Italia. Qual è la condizione dei festival e della musica live in Italia ed in particolare al Sud?
R: Paradossalmente per noi è più facile suonare all’estero che in Italia. Qui ci sono molti club e festival interessanti, ma la crisi economica si riflette anche in questo settore: se un artista famoso con passaggi radiofonici e televisivi suona per un cachet di 200 euro per i gruppi più piccoli diventa arduo vivere.

D: Il 4 febbraio suonerete ad Agropoli al Flying Bananas. Il concerto è organizzato dalla Panico Art, un’associazione che è la conseguenza di chi vede morire la cultura e le passioni e anziché lasciarle indifese e abbandonate si getta in maniera attiva in questo territorio angusto. Credete che piccoli nuclei come questi possano determinare la salvezza delle arti che nel 2010 sono cadute nel baratro sommerse da troppa spazzatura e spazzatura venduta come arte?
R: Ci crediamo e parecchio, e proprio dalle nostre esperienze passate (Italiane e non) ti possiamo confermarme che nuclei del genere sono le cose più presenti e consolidate. Ovunque incontriamo ragazzi (anche giovanissimi) che si sono rimboccati le maniche e dopo pochi anni sono diventati punto di riferimento culturale/musicale dei loro centri cittadini. La politica dei piccoli passi unita alla passione (e di conseguenza agli enormi sforzi) paga sempre. Le gente dovrebbe usare meno Facebook e ritornare ad attivare spazi culturali come succedeva negli anni 90 con i centri sociali.

D: Torniano alla vostra ultima uscita. Come sono nate le collaborazioni del vostro nuovo disco?
R: Shonwald, No More, Din A Tod & Sexinspace sono artisti che stimiamo molto. Volevamo aggiungere delle sfumature per rendere questo disco unico ed è stato molto bello riuscire a costruire queste collaborazioni online… Facebook serve a qualcosa…

D: Nel vostro disco fondete più generi amalgamandoli in quello che viene comunemente detto Alt-Rock. Quali sono i vostri ascolti principali?
R: Ascoltiamo veramente cose molto diverse tra loro. Ti posso citare She Wants Revenge, A place to bury strangers, Martial Canterel, Bauhaus, Atari Teenage Riot…

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