La cronaca ha già ricostruito tempi e dinamiche della tragedia. Ora, a Cava de’ Tirreni, resta un silenzio che pesa più di qualsiasi parola. Un silenzio che attraversa le strade, le attività commerciali, le case. Un silenzio che segna uno spartiacque.
La comunità è ancora scossa dall’uccisione di Anna Tagliaferri, 40 anni, volto noto della città e figura centrale della storica Pasticceria Tirrena. Non solo una vittima di femminicidio, ma una professionista stimata, impegnata nella gestione e nella comunicazione di un’attività che la famiglia aveva saputo far crescere e innovare nel tempo, fino a renderla conosciuta anche fuori dai confini locali.
La decisione dell’amministrazione comunale di sospendere tutte le iniziative natalizie ha rappresentato un segnale chiaro. Un gesto di rispetto e partecipazione al lutto collettivo, che va oltre l’atto formale. «La nostra comunità è colpita al cuore», ha dichiarato il sindaco Vincenzo Servalli, sottolineando il legame profondo tra la famiglia Tagliaferri e la città.
Colpisce anche la scelta dei dipendenti della pasticceria di non fermarsi, di continuare a lavorare nonostante il dolore. Una decisione maturata nel segno della continuità e del rispetto per quella visione del lavoro che Anna aveva contribuito a costruire. Un messaggio sobrio, affidato ai social, ha accompagnato la riapertura: un modo per trasformare il lutto in responsabilità.
Accanto alla figura di Anna resta quella di Diego Di Domenico, il compagno che ha compiuto l’omicidio prima di togliersi la vita. Un epilogo estremo che apre interrogativi profondi, ma che non trova spiegazioni nelle biografie individuali. Gli inquirenti proseguono gli accertamenti, mentre la città cerca di elaborare una ferita che va ben oltre i confini di una relazione privata.
Il Consiglio comunale di Salerno ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Anna. Il sindaco Vincenzo Napoli ha definito i femminicidi «una piaga della contemporaneità», richiamando la necessità di un cambiamento culturale che parta dall’educazione e dalla prevenzione.
Quando la cronaca si esaurisce, resta il contesto. Restano le domande su come intercettare il disagio, su come prevenire l’escalation della violenza, su quanto sia ancora fragile il confine tra conflitto e tragedia. A Cava de’ Tirreni, oggi, il dolore è condiviso. Ed è proprio da questo silenzio che la comunità è chiamata a ripartire.


